Si sta svolgendo ad Hannover (Germania) l’edizione 2025 di Agritechnica, la rassegna continentale con il più alto numero di visitatori, dedicata alle macchine semoventi, attrezzature e sistemi per l’agricoltura, in scena fino al 15 novembre.
I numeri dell’evento, comunicati dagli organizzatori della DLG (Società tedesca per l’agricoltura) alla vigilia dell’inaugurazione non lasciano spazio a dubbi sulla portata mondiale dell’appuntamento: 2.800 espositori provenienti da 52 Paesi del mondo, 23 padiglioni dislocati sui 40 ettari del quartiere fieristico tedesco e collegati tra loro da bus navetta e la previsione di un pubblico di 430.000 unità da 149 Nazioni.
A manifestazione ancora in corso condividiamo qui alcune riflessioni che, a nostro avviso, stanno caratterizzano questa edizione e sulle quali ci sarà tempo e modo di ragionare in profondità nei prossimi mesi.
Cambia la geografia espositiva
Il primo aspetto che balza agli occhi è la vertiginosa crescita di espositori provenienti dall’Est del mondo, con un netto dominio di aziende arrivate da Cina (257 contro le 174 del 2023), India (92), Taiwan (42) alle quali dobbiamo aggiungere la Turchia presente ad Hannover con 161 società.
Complessivamente il 68,5 % degli espositori proviene dall’estero, oltre il 30% da Oriente, solo il 9% dal continente Americano. Le aziende italiane presenti quest’anno sono 339 un buon numero; ci collochiamo infatti al secondo posto nella speciale classifica degli espositori anche se ci sono state alcune defezioni eccellenti, su tutte quella di Argo Tractors.
Una geografia espositiva radicalmente cambiata nell’ultimo decennio e che segue il tambureggiante sviluppo economico di quelle aree; ora queste aziende arrivano in Europa con una forza economica straordinaria, prodotti, quasi sempre di qualità, soprattutto nei settori a più alto contenuto tecnologico come droni e robot, ma anche in quelli delle macchine semoventi, come trattori e mietitrebbie, delle attrezzature per la lavorazione del terreno, la semina, la concimazione e la difesa oltre alla componentistica.
Denominatore comune dell’offerta asiatica una tecnologia raffinata basata su sensori e software. Il tutto presentato in maniera assolutamente professionale, in stand moderni e molto attrattivi; insomma dimentichiamoci gli allestimenti spartani di qualche anno fa.
Le avvisaglie di questa trasformazione c’erano però tutte. In un editoriale pubblicato, quasi undici anni fa sul nostro mensile MAD Macchine Agricole Domani scrivemmo: “I cinesi si sono stufati di copiare e basta, hanno capito che per fare dei buoni prodotti bisogna avere anche il coraggio di compiere qualche passo in più. Ora comprano marchi e know-how e tra una decina d’anni produrranno, nelle loro fabbriche le macchine che noi costruiamo qui adesso con contenuti tecnologici uguali, se non superiori, e avranno a disposizione tutto il mondo per commercializzarle, quindi anche l’Italia”. Quel momento è arrivato.
Operatrici dialoganti
La seconda costante riguarda la tecnologia “imbarcata” sulle macchine agricole; eravamo abituati a quella a bordo delle semoventi ora anche le operatrici, quasi tutte Isobus, dialogano alla pari con il mezzo traente e in qualche caso lo guidano.
È in atto quindi una poderosa rivoluzione sulle attrezzature che riguarda sia aspetti costruttivi e sia di contenuti tecnologici basati su automazioni, sempre più spinte, per il controllo dei settaggi sul campo e in tempo reale durante il lavoro. Alla base di tutto c’è una forte componente di elettrificazione, abbinata a sofisticati sistemi di rilevazione del suolo e dello stato di salute delle colture attraverso sensori e telecamere.
Droni, robot e start up
La terza linea di caratterizzazione della manifestazione è senza dubbio quella della proliferazione di aziende costruttrici di droni e robot. Molte anche le start up, presenti con progetti che guardano al futuro e che in alcuni casi arriveranno a maturazione in altri no; ma questo è il prezzo che i coraggiosi pionieri sono costretti a pagare, sempre.

In ogni caso in queste aree della rassegna si respira futuro e si intravede una spinta tecnologica inarrestabile che sembra correre più delle normative europee e dei singoli paesi.
Presenza di pubblico
L’ultima sottolineatura riguarda i visitatori; un pubblico numeroso, soprattutto tedesco, ha preso d’assalto il quartiere fieristico nella giornata inaugurale mentre, nei due giorni successivi, probabilmente anche per il prezzo del biglietto giornaliero a 149 euro, abbiamo notato una generale flessione con una crescita di visitatori provenienti dall’estero, tra cui molti italiani.
Dalla giornata di mercoledì il prezzo di ingresso è sceso a 29 euro e i visitatori potrebbero quindi aumentare. I conti si fanno sempre alla fine e quindi attendiamo il comunicato ufficiale sull’affluenza di visitatori anche se stimiamo un leggero calo generale di visite rispetto alle previsioni degli organizzatori.
Marco Limina

























