«Gentile Presidente Metsola, gentile Primo Ministro Frederiksen, l’attuale bilancio dell’UE è stato concepito per un mondo che non esiste più. Le richieste di intervento da parte dell’UE sono più grandi che mai e la dimensione del bilancio deve essere proporzionata alle crescenti responsabilità dell’Unione.
Tuttavia, le risorse sono limitate…»
Comincia così la lettera (consultabile integralmente a questo link) inviata ieri 9 novembre dalla presidente dell’Ue Ursula von der Leyen alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e alla premier danese Mette Frederiksen (la Danimarca è il paese che detiene la presidenza semestrale di turno del Consiglio Europeo).
Governance, identità della pac e ruolo delle regioni
Il sunto della lettera, che la presidente von der Leyen ha riportato anche in un post su X, è la volontà di garantire il ruolo delle regioni, rafforzare l’identità della politica agricola comune e potenziarne la governance all’interno del nuovo (e molto criticato) QFP (Quadro finanziario pluriennale) dell’Unione, documento che stabilisce gli importi annuali che possono essere spesi nell’ambito dei diversi settori politici.
L’obiettivo della missiva è duplice: ricomporre le fratture con gli eurodeputati, in larga parte contrari alla bozza iniziale (che vede il bilancio agricolo scendere da 386 miliardi di euro del QFP 2021–2027 a 297,5 miliardi, con ulteriori 6,3 miliardi per la riserva di crisi, la promozione e l’assistenza tecnica) e avvicinare le posizioni dei governi in vista del Consiglio europeo di dicembre.
Al centro delle tensioni c’è soprattutto la proposta della Commissione di unificare i fondi agricoli e quelli di coesione in programmi nazionali, per un totale di 865 miliardi di euro. Questa misura ha incontrato una forte opposizione da parte di associazioni agricole e amministratori regionali, preoccupati per la possibile perdita di autonomia e per il rischio di accentuare le disuguaglianze tra territori.
«Quattro mesi dopo la presentazione da parte della Commissione della proposta per il QFP 2028–2034 – recita un passaggio della lettera – abbiamo ascoltato le opinioni espresse da tutte le parti, in particolare sul ruolo delle regioni e sulla necessità di continuità degli investimenti nelle regioni, sulle preoccupazioni per il futuro della Politica Agricola Comune e sulla necessità di una governance rafforzata, che coinvolga il Parlamento europeo e il Consiglio.
La continuazione del principio di partenariato attuale, della governance multilivello e della dimensione regionale garantisce che i Piani siano progettati e attuati da tutte le regioni e a beneficio di tutte le regioni, in conformità con le rispettive regole istituzionali e l’organizzazione territoriale di ciascuno Stato membro. Può essere introdotto un “controllo regionale” per garantire ulteriormente il pieno coinvolgimento delle autorità regionali nella preparazione, attuazione e valutazione dei Piani, nonché un chiaro diritto per le autorità regionali di interagire direttamente con la Commissione».
Coldiretti: Von der Leyen è (ancora) fuori strada
Non si è fatta attendere la replica di Coldiretti, sempre su X: «Von der Leyen è fuori strada. È inaccettabile il taglio di oltre il 20% della Pac, così come non è assolutamente un buon passo in avanti la proposta di modifica di queste ore. Con la rinazionalizzazione dei fondi della Pac – si legge nel post – si decreta la fine della prima e più importante politica dell’Europa. Il Parlamento Ue respinga la proposta o sarà stato solo tanto rumore per nulla».



