È atteso nelle prossime ore l’approdo alla Camera del cosiddetto ddl Semplificazioni, approvato nei giorni scorsi dal Senato, che porta in dote l’avvio di una sperimentazione triennale dell’utilizzo degli APR – Aeromobili a pilotaggio remoto (droni) per i trattamenti fitosanitari, aggiornando la legislazione in materia, ferma al dlgs n. 150/2012 in applicazione della direttiva 2009/128/CE (vedi L’Informatore Agrario n. 13/2025, pag. 12).
Si tratta di un intervento chiesto ripetutamente dalle principali organizzazioni agricole e concretizzatosi grazie a un emendamento del presidente della commissione agricoltura del Senato Luca De Carlo.
Vogliamo consentire ai nostri agricoltori di «intervenire su terreni difficili e impervi, recuperandoli alla produzione», spiega De Carlo, secondo cui «il rafforzamento dell’utilizzo delle nuove tecnologie è un grande richiamo per forze nuove e giovani nel settore primario».
Tale modifica legislativa, in prospettiva futura, permetterà l’utilizzo dei droni in Italia non solo alle attività di mappatura, controllo e monitoraggio dei terreni e delle colture, ma di ampliarne significativamente la portata sulla falsa riga di quanto (in parte) già avviene da tempo in diversi altri Paesi europei, fra cui Svizzera, Francia, Germania e Spagna.
Secondo quanto prevede il testo del ddl approvato da Palazzo Madama, l’irrorazione di agrofarmaci tramite droni, consentita in via sperimentale e in deroga alle norme vigenti, dovrà essere effettuata da un utilizzatore professionale di prodotti fitosanitari, nel pieno rispetto del Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile degli stessi, così come della disciplina sull’impiego dello spazio aereo attraverso i droni.
Trascorsi 3 mesi dall’approvazione del ddl, un decreto del Masaf, concertato con Mase, Mit e Ministero della salute, dovrà disciplinarne l’attuazione, assicurando il minimo impatto sull’ambiente e sulla salute umana e animale.
Inoltre, andranno individuate le tipologie di terreni agricoli e di colture o gli organismi nocivi che richiedono l’effettuazione dell’intervento, nonché la tipologia di prodotti utilizzabili.
Da segnalare, infine, che contrariamente a quanto prevedeva l’emendamento licenziato dalla Comagri del Senato, la sperimentazione non sarà limitata ai soli centri di saggio o agli enti pubblici di ricerca riconosciuti.
Tratto dall’articolo in pubblicazione su L’Informatore Agrario n. 35-36/2025
Droni e fitosanitari, al via tre anni di sperimentazione
di V. Aprili
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