Il vino viene elaborato con un lungo percorso produttivo, dalla vigna alla tavola, durante il quale si raccolgono numerose informazioni. L’intelligenza artificiale offre la possibilità di elaborare tutti i dati raccolti e spesso dimenticati per capire quanto questi abbiano influito sulla qualità organolettica finale del vino: parametri chimici alla raccolta, interventi enologici, descrizioni nel percorso di affinamento e valutazione emozionale conclusiva hanno legami nascosti che l’AI è in grado di scoprire. Questa applicazione coinvolge il singolo produttore e le informazioni di cui dispone.
L’intelligenza artificiale è anche in grado di trovare l’eccellenza all’interno di un gruppo di vini fra loro simili, appartenenti alla stessa doc o caratterizzati da vitigni comuni. Ovviamente per raggiungere questo risultato l’AI deve passare tramite un processo di apprendimento in cui analizza un database di valori organolettici e chimici affidabili e sufficientemente ampio. È possibile anche ritrovare l’origine dell’eccellenza correlando i parametri chimici agli aspetti viticoli. Questa metodica AI riguarda numerosi produttori che appartengono a un gruppo omogeneo.
Se invece l’intelligenza artificiale viene portata a ragionare sulle scelte di un assaggiatore è già in grado di suggerirgli i vini che potrebbe preferire. Ovviamente la proposta dell’AI sarà tanto più affidabile quanto migliori e affidabili sono le descrizioni dei vini che intende suggerire.
Cambiando il punto di vista l’intelligenza artificiale è in grado di capire le preferenze e le tendenze chiave dei consumatori e definire i profili di successo di un vino, suggerendo quindi al produttore le opportune modifiche viticole o enologiche.
Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 3/2025
L’Intelligenza Artificiale per stimare la qualità del vino
di M. De Paola
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