Ogni allevatore/agricoltore che coltiva mais per la produzione di pastone integrale di spiga deve avere ben chiaro che l’obiettivo finale è la massima produzione di energia per ettaro e per chilogrammo di sostanza secca prodotta.
Questo significa che, conoscendo come evolve la maturazione della spiga di mais, sarà estremamente importante monitorare l’evoluzione della linea lattea della cariosside e procedere alla raccolta solo quando non sia più evidente la parte lattiginosa e sia comparso il punto nero.
Per illustrare in quale modo la gestione agronomica e la scelta della tipologia di conservazione possano influenzare il costo di produzione del pastone integrale di spiga, si è deciso di prendere in considerazione differenti scenari operativi, utilizzando le pratiche agronomiche più diffuse e normalmente impiegate dalle aziende in Pianura Padana.
In questa notizia illustreremo una (delle nove) situazione operative di coltivazione, raccolta e conservazione del pastone integrale di spiga di mais (ciascuna relativa a un differente aspetto gestionale, in grado di influenzare in maniera più o meno marcata il costo di produzione).
Scelta dell’ibrido ed epoca di semina
Il primo aspetto riguarda l’abbinamento corretto della classe di maturità dell’ibrido con la data di semina del mais. L’argomento è già stato ampiamente trattato in altri articoli; si ribadisce solamente che la scelta del ciclo di maturità deve essere effettuata in modo tale che, in base alla data in cui si effettua la semina, sia possibile raggiungere il corretto stadio di maturazione alla raccolta.
Nel caso del pastone di spiga è indispensabile raggiungere il punto nero della cariosside per ottenere la massima produzione di amido per ettaro. Una raccolta a stadi più anticipati (ad esempio, allo stadio di linea lattea 0% anziché al punto nero) determina una minore produzione di amido per ettaro, una minore concentrazione di amido per chilo di sostanza secca raccolta e una maggiore umidità del prodotto raccolto, oltre a una leggera riduzione della produzione di sostanza secca per ettaro. produzione di sostanza secca per ettaro.
I casi operativi considerati sono stati 4, ipotizzando 2 epoche di semina (a metà aprile e a inizio giugno) e 2 epoche di raccolta (anticipata e allo stadio corretto); la metodologia di conservazione scelta è quella dell’insilamento in trincea.
È stata analizzata la coltivazione di un mais di classe FAO 600 seminato nella prima decade di aprile in monosuccessione a mais e raccolto allo stadio ottimale (comparsa del punto nero, A1) o a uno stadio più precoce (linea lattea 80%, A2); un mais di classe FAO 500 seminato nella prima decade di giugno in successione a cereale vernino insilato e raccolto nella seconda decade di ottobre allo stadio ottimale (punto nero, A3) o nella prima decade di ottobre a uno stadio anticipato (linea lattea 80%, A4).
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 25/2025
Quando è conveniente produrre pastone di mais e sostituire la farina
di E. Tabacco, G. Borreani, F. Ferrero, S. Pasinato, L. Bertola, L. Comino
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