Von der Leyen affossa la Pac

Taglio di circa 80 miliardi di euro ai fondi destinati alla Pac 2028-2034 e fondo unico che lascia quindi agli Stati membri ampia discrezionalità sulle risorse finanziarie da destinare alle politiche dello sviluppo rurale.

Anche le peggiori previsioni sono state ampiamente superate dalla proposta di Quadro finanziario pluriennale UE per il settennato prossimo (2027-2034)  illustrata ieri sera da Ursula von der Leyen,

Durissime le reazioni di Copa-Cogeca a Bruxelles e dei sindacati agricoli italiani e non solo.

Come aveva scritto Felice Adinolfi su L’Informatore Agrario n. 24/2025, alla prova dei fatti, von der Leyen si dimostra tutt’altro che “amica” degli agricoltori europei.

“Non siamo per nulla d’accordo con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: l’agricoltura non sarà rafforzata se con il prossimo bilancio si taglia di 86 miliardi il budget relativo ai pagamenti diretti agli agricoltori – ha dichiarato Massimiliano Giansanti presidente di Copa. I 300 miliardi annunciati, rispetto ai 386 del periodo 2021-2027, non sono sufficienti ad affrontare le emergenze e le sfide che il settore primario europeo sta vivendo”.

Durissima la reazione di Coldiretti che ha chiesto un incontro urgente con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Un taglio del 20% delle risorse della Pac è un disastro annunciato – hanno dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo – che prevede la diminuzione delle risorse della Politica agricola comune, con l’accorpamento delle risorse per lo sviluppo rurale in un Fondo unico. Una scelta contro la quale i giovani agricoltori della Coldiretti hanno dato vita a una protesta nel centro di Bruxelles e di Roma con cartelli e grandi striscioni raffiguranti la presidente della Commissione che gioca con le stelle simbolo dell’Unione e le scritte “Benvenuti a Vonderland” e “Questa non è Europa”.

“Ha vinto la linea politica della Presidente Von der Leyen che ha imposto ai commissari tagli draconiani – attaccano Prandini e Gesmundo – Sono imbarazzanti in particolare le parole del Commissario all’Agricoltura Hansen che dichiara di aver salvato l’80% del budget Pac. Sarebbe stato più dignitoso dimettersi, ammettendo una sconfitta clamorosa con un taglio di un quinto delle risorse precedenti che ha votato anche lui, garantendo l’unanimità”.

“Vergognoso e indicibile attacco all’agricoltura – ha commentato Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani. La Pac annacquata con il Fondo unico e un taglio di quasi il 30% delle risorse per il settore, faranno l’Europa a brandelli, quando tra dazi e crisi globali la presidente Ursula von der Leyen aveva l’occasione unica di dare prova di credibilità agli europei, di rafforzare la coesione e l’autorevolezza dell’Unione a difesa dell’unica leva di sviluppo e competitività possibile, la sua sicurezza alimentare. Così, invece, la Pac è stata disintegrata”. 

“Dunque, nonostante i ritardi, nessuna buona notizia sulla proposta di riforma della Pac, a matrice von der Leyen fino alla fine. Arriva la dimostrazione imbarazzante – ha proseguito Fini – che gli interessi veri di questa Europa sono altri, non i conti degli agricoltori, ma tanto meno la sopravvivenza agroalimentare Ue e la sua autonomia da importazioni forzate e concorrenza sleale”.

“La riduzione dei fondi destinati all’agricoltura, legata al taglio del bilancio comunitario – ha dichiarato Tommaso Battista, presidente di Copagri, direttamente da Bruxelles – unitamente all’accorpamento della Pac in un fondo unico in cui far confluire risorse destinate ad altri obiettivi, mette seriamente a rischio la sicurezza alimentare dell’Unione Europea, nonché la tenuta e la competitività delle migliaia di imprese agricole dell’UE”. “Oltre alle ricadute negative di quella che è una vera e propria rinazionalizzazione delle politiche agricole comunitarie, a destare particolare preoccupazione – ha proseguito Battista – è la scomparsa di strumenti quali il Fondo europeo agricolo di garanzia-FEAGA e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale-FEASR, da sempre fondamentali per assicurare stabilità alle imprese”.

Anche il mondo della cooperazione ha reagito negativamente alla proposta della von der Leyen.

“La Commissione ha deciso di compiere un passo indietro rinnegando di fatto l’essenza stessa dell’Unione Europea smantellando per la prima volta il principale pilastro della casa comune dell’Unione, ovvero la Politica agricola comune – ha affermato Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative – l’unica vera politica che l’Europa ha promosso e perseguito fin dalla sua nascita in maniera strutturale e coesa”.

“Insieme alla dotazione insufficiente destinata all’agricoltura e alla pesca – spiega Drei – è grave il segnale politico di abbandono che l’Europa ha dato al comparto agricolo che risulta ancora più preoccupante perché giunge in un contesto di grande instabilità, fortemente mutato rispetto solo a qualche anno fa, per via delle crescenti tensioni geopolitiche (vedi i dazi trumpiani n.d.r.)”.

«Tutte le peggiori previsioni si sono avverate – ha detto Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare – riduzione dei fondi, rinazionalizzazione delle politiche, scelte che mettono in crisi il mercato interno Ue, quando è da due anni che dicono che vogliono rafforzarlo, e che creano forti squilibri tra sistemi produttivi. Perché oggi tra Cina e Stati Uniti se si nazionalizzano le politiche, vuol dire avere un ruolo marginale per il prossimo secolo». 

«Sono stati proposti 2 trilioni, quasi il 2% del Pil dell’Europa – ha continuato Maretti – ed è ancor più inaccettabile che con un budget quasi raddoppiato si tagli l’agricoltura».