L’agricoltura italiana è in fermento e pronta a mobilitarsi in vista di quanto si deciderà a Bruxelles il 16 luglio, una data fondamentale per il futuro della Politica agricola comune (Pac).
La Commissione europea presenterà infatti la proposta sulla Pac post 2027 insieme al nuovo bilancio pluriennale (2028-2034).
L’idea di un «fondo unico» che inglobi la Pac ha sollevato un’ondata di preoccupazione, con le principali organizzazioni agricole italiane pronte a intraprendere azioni senza precedenti.
La petizione europea
Il 19 giugno, Copa, presieduta dal vertice di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, e Cogeca hanno lanciato la petizione «nosecuritywithoutcap.eu»; la raccolta firme continuerà per tutta l’estate.
L’obiettivo è chiaro: unire l’intera comunità agricola contro l’idea di un «fondo unico» che, integrando la Pac dopo il 2027, minerebbe la sua «storia e i messaggi sull’importanza strategica dell’agricoltura».
La posizione è netta: «La sicurezza europea inizia dalla sicurezza alimentare».
Le reazioni italiane
Le organizzazioni agricole italiane sono compatte e pronte a mobilitarsi. «Vogliamo essere chiari – ha sottolineato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – se l’Europa e Ursula von der Leyen tenteranno di sottrarre anche solo un centesimo di quanto attualmente destinato alle nostre imprese, siamo pronti a una mobilitazione senza precedenti per difendere gli interessi e il lavoro dei nostri agricoltori».
«Serve una nuova Pac, forte, che semplifichi la burocrazia, tuteli il reddito degli agricoltori e potenzi il Terzo pilastro per compensare i danni da clima», ha affermato Massimiliano Giansanti presidente di Confagricoltura.
Cristiano Fini, presidente di Cia – Agricoltori Italiani, ha indetto a Roma − presso l’associazione della stampa estera − una conferenza stampa il 2 luglio per illustrare le ragioni della mobilitazione.
Anche Tommaso Battista, presidente di Copagri, in un’audizione in Commissione agricoltura della Camera del 1° luglio, ha lanciato un’allerta: «La proposta di creare un fondo unico e un programma nazionale che sostituisca l’attuale sistema, caratterizzato da fondi e piani separati per agricoltura e pesca, rappresenta una seria minaccia e rischia di compromettere profondamente l’efficacia della Pac».
«Visto il perdurare del clima di incertezza dovuto alle tensioni internazionali e alla minaccia di dazi – hanno ribadito i tre presidenti dell’Alleanza, Raffaele Drei (Confcooperative Fedagripesca), Cristian Maretti (Legacoop agroalimentare) e Antonello Capua (Agci agroalimentare) – resta fondamentale poter contare su una Pac forte, che abbia una dotazione finanziaria adeguata per riuscire a garantire la food security».
La posta in gioco è altissima: stiamo parlando della stessa sopravvivenza del modello agricolo europeo e della sicurezza alimentare per i cittadini.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 23/2025
Gli agricoltori bocciano il fondo unico e preparano la mobilitazione
di G. Menna
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