Gas serra, Ispra promuove l’agricoltura

Nel 2023 l’Italia ha ridotto le emissioni di gas serra del 6,8% in un anno e del 26,4% rispetto al 1990.
Mentre industria ed energia fanno progressi significativi, i settori cosiddetti «diffusi», come trasporti, riscaldamento e rifiuti, restano il vero banco di prova per raggiungere gli obiettivi europei.
I trasporti restano la principale fonte emissiva con il 28,4% di quota sul totale e con un incremento del 5,8% sul 1990, in netta controtendenza rispetto alla dinamica generale.

L’agricoltura è virtuosa

Diversa la traiettoria del settore agricolo, che nel 2023 ha contribuito per l’8,4% alle emissioni complessive, meno di un terzo della quota trasporti e meno della metà del comparto residenziali e servizi (17,9%).
Dal 1990 al 2023 si è potuta osservare una riduzione del 15,6%.  Un ruolo crescente lo gioca il cosiddetto settore Lulucf (uso del suolo, cambiamenti di uso e silvicoltura) che nel 2023 ha garantito un assorbimento netto di CO2 oltre gli obiettivi fissati, contribuendo in modo sostanziale al bilancio nazionale.
Gli assorbimenti derivano in gran parte dall’estensione delle superfici forestali (+43,5% rispetto al 1990), dalla presenza di prati e pascoli permanenti e dall’adozione di pratiche agricole più sostenibili che favoriscono il sequestro di carbonio nel suolo.

Premialità con «credito natura»

Accanto ai meccanismi premianti classici come l’Ets (Emission trading system), rivelatisi efficienti, l’UE sta lavorando a un nuovo strumento: il «credito natura» (vedi L’Informatore Agrario n. 18/2025, pag. 27), un titolo negoziabile che premia azioni di conservazione dei suoli, riforestazione o ripristino di habitat e biodiversità.

Tratto dall’articolo in pubblicazione su L’Informatore Agrario n. 21/2025
Gas serra, Ispra promuove l’agricoltura
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