La superficie nazionale destinata alla coltivazione del riso nel 2023 è stata di 210.239 ettari, in calo di oltre 8.000 ettari (-3,7%) rispetto alla scorsa campagna. Lo certificano i dati definitivi dell’Ente risi che, a livello varietale, testimoniano perdite di superfici a scapito dei risi Tondi e dei Lunghi B, con riduzioni rispettivamente del 19,1 e del 10,6% su base annua, corrispondenti a oltre 18.000 ettari in meno in valore assoluto. Al contrario, sono sensibilmente aumentate (+10,6%) le superfici destinate ai risi del gruppo varietale Lungo A, in buona parte destinati al mercato interno, con un recupero di oltre 9.500 ettari, non sufficiente tuttavia a compensare le perdite delle due altre tipologie.
Per i risi Medi, infine, che rappresentano però una quota minoritaria delle superfici risicole nazionali (appena il 4%, contro il 47,4% dei Lunghi A, il 25,2% dei Tondi e il 23,4% dei Lunghi B), i consuntivi restituiscono un incremento del 7,5%, che aggiunge altri 591 ettari al saldo comunque negativo di quest’anno.
Quanto al mercato, con l’avvio dei trasferimenti di risone di nuova produzione le borse merci nazionali sembrano confermare il buon interesse della domanda, a fronte di un’offerta a oggi ancora limitata. Impossibile per ora fare previsioni attendibili sui possibili sviluppi dei listini, tanto più in mancanza di dati certi sul nuovo raccolto.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 35/2023
Riso, semine tagliate di oltre 8.000 ettari
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