Castilla La Mancha tra alberelli e mulini a vento

In Castilla La Mancha sono presenti 451.000 ha di vigneto, che producono circa 22 dei 40 milioni di ettolitri che vengono mediamente prodotti annualmente in Spagna. I vitigni a bacca bianca sono prevalenti e rappresentano il 55% del totale e tra essi il principale è costituiti dall’Airén, di cui se ne contano quasi 200.000 ha, pari al 43% della superficie vitata complessiva di Castilla La Mancha.

Fino all’anno 2000 l’Airén con 329.000 ha rappresentava circa il 60% della superficie vitata della regione, dopodiché è stato oggetto di espianto per lasciare spazio ad altri vitigni, per lo più a bacca nera, al fine di ampliare la base ampelografica e differenziare l’offerta di vini prodotti. Con l’Airén vengono ottenuti soprattutto vini base spumante, i quali sono venduti in tutta Europa, in modo particolare in Germania e in Austria e, prima dello scoppio della guerra Russia-Ucraina, anche in Russia. Il secondo vitigno a bacca bianca per estensione è il Macabeo, con 22.000 ha, seguito da Verdejo con 5.000 ha, e da Chardonnay e Sauvignon con circa 4.500 ha ciascuno.

Tra i vitigni a bacca nera prevale invece il Tempranillo, del quale se ne contano complessivamente 70.000 ha, seguito da Bobal con 32.000 ha, Tintorera con 28.500 ha, Garnacha con 21.000 ha e Monastrell con 21.000 ha. Il costo per la realizzazione di un vigneto varia generalmente da 8.000 a 10.000 euro/ha, in funzione della densità d’impianto e della presenza di una struttura di sostegno, che caratterizza le controspalliere.

Il prezzo di acquisto di un vigneto si aggira tra i 25 e i 30.000 euro/ha qualora sia irrigato, e si abbassa notevolmente nel caso in cui non sia dotato d’impianto di irrigazione.

Gestione del vigneto

Considerato il clima della stagione primaverile estiva, il controllo delle malattie crittogamiche risulta essere piuttosto semplice, tanto che nella media delle annate si eseguono generalmente da 4 a 6 trattamenti fitosanitari, perlopiù contro l’oidio, che è in assoluto la malattia crittogamica più importante. La peronospora è ovviamente presente ma non rappresenta una grave minaccia per la produzione tanto che molto spesso non viene trattata o gestita con un solo intervento annuo.

Altre avversità sono la tignoletta e gli acari, che però vengono trattati solo saltuariamente, in caso di attacchi gravi. Le condizioni pedoclimatiche sono favorevoli alla coltivazione biologica della vite, che interessa circa 45.000 ha, ovvero il 10% della superficie di Castilla La Mancha.

La remunerazione delle uve biologiche è in media maggiorata del 10% rispetto alle uve di pari caratteristiche tecnologiche e organolettiche gestite convenzionalmente; il vino biologico viene quasi totalmente esportato in cisterna.

Il suolo viene gestito tramite il diserbo e/o lavorazione e tra gli attrezzi maggiormente impiegati rientrano gli erpici rotanti a denti verticali.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 5/2022
Castilla La Mancha tra alberelli e mulini a vento
di Riccardo Castaldi
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