Dal G20 un documento pieno di buone intenzioni

«Raggiungere la sicurezza alimentare e la nutrizione per tutti, e garantire sistemi alimentari sostenibili e resilienti, senza lasciare indietro nessuno». Con queste parole si apre la «Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari di Firenze», approvata nel capoluogo toscano dai ministri dell’agricoltura del G20.

Cambiamento climatico, lotta agli sprechi, obiettivo fame zero, innovazione e ricerca, sostegno al reddito, sicurezza alimentare, cooperazione e altro sono i temi principali scanditi nel documento finale articolato in 21 punti, per tracciare l’indirizzo strategico dell’agricoltura del futuro.

«Il Pianeta non ci aspetta» ha ribadito il ministro delle politiche agricole, Stefano Patuanelli alla conferenza conclusiva del vertice. «Dobbiamo essere in grado di mettere in campo politiche che invertano la rotta in modo definitivo senza guardare al consenso e alle ricadute immediate – ha sottolineato il ministro – tutto ciò che facciamo avrà effetto tra molti anni».

«Il cambiamento climatico, gli eventi meteorologici estremi, i parassiti e le malattie di animali e piante e gli shock come la pandemia di Covid-19 – si legge nel documento approvato dai ministri del G20 – minacciano i sistemi alimentari in tutto il mondo, possono causare carenze alimentari e aggravare la volatilità dei prezzi e richiedono risposte coordinate ed efficaci».

Tuttavia non sarà adotta nessuna «misura restrittiva ingiustificata che potrebbe portare a un’estrema volatilità dei prezzi alimentari nei mercati internazionali e minacciare la sicurezza alimentare e la nutrizione».

i ministri del G20 hanno ribadito la volontà di raggiungere l’obiettivo fame zero, minacciato anche dalle conseguenze del Covid-19. Pur con l’aumento della produzione, infatti, ancora un quarto della popolazione mondiale soffre d’insicurezza alimentare.

Con la sottoscrizione del comunicato finale i ministri «desiderano rafforzare la cooperazione tra i membri del G20 e i Paesi in via di sviluppo in materia di cibo e agricoltura per migliorare, condividere le conoscenze e aiutare a sviluppare le capacità di produzione interna più adatte alle esigenze locali, contribuendo alla resilienza e al recupero dell’agricoltura e delle comunità rurali».