Ricerca sementiera: strumento fondamentale per l’agricoltura moderna

Tommaso Brandoni (in piedi), presidente e AD di Isea Agroservice, apre i lavori del webinar

Mai come in questi ultimi anni l’informazione corretta in ambito scientifico gioca un ruolo centrale anche in ambito agricolo: concetti come il miglioramento genetico o il ruolo dei costitutori vegetali sono a dir poco oscuri per il grande pubblico, che quindi è portato ad ascoltare chi “urla” più forte, invece di chi è realmente competente in materia.

Con questo spirito Agroservice Isea, storica ditta sementiera di S. Severino Marche (MC), ha organizzato lo scorso 20 maggio, in collaborazione con Enaj (European network of agricultural journalists) un webinar dedicato appunto a: “La ricerca sulle sementi, strumento indispensabile per le filiere italiane e per la sostenibilità”.

Capire il lavoro del miglioramento genetico delle piante in un momento in cui, oltra alla pandemia da Covid 19, esiste una devastante infodemia, cioè un’informazione esagerata e scorretta in ambito scientifico – ha detto in apertura dei lavori il presidente e AD di Agroservice Tommaso Brandoni – è fondamentale per permettere all’agricoltura italiana il salto di sostenibilità richiesto dal Green Deal europeo e, ancora di più, dalla strategia Farm to Fork, che costituisce un nuovo approccio globale al valore che gli europei attribuiscono alla sostenibilità alimentare».

Ricerca genetica, motore dell’innovazione

Stefano Barbieri, responsabile Italia per Sicasov, ha sottolineato il concetto evidenziando come la ricerca genetica sia il motore dell’innovazione varietale per i seminativi: «ai quali oggi viene richiesta una produttività in linea con le richieste degli agricoltori, una qualità che soddisfi le esigenze dell’industria di trasformazione e la capacità di resistere agli effetti del cambiamento climatico, un insieme di caratteristiche che possono essere racchiuse in un seme grazie al lavoro dei ricercatori ma anche all’impiego del seme certificato».

Su questo ultimo tema si è espressa con chiarezza l’avv. Serena Mariani: «il recente decreto legislativo 20/2021 “Norme per la produzione a scopo di commercializzazione e la commercializzazione di prodotti sementieri” solleva diverse perplessità proprio sul reimpiego delle sementi, ingenera dubbi invece di fare chiarezza sull’importanza del rispetto delle royalty di costituzione delle sementi, che hanno proprio la funzione di finanziarne la ricerca».

Michele Morgante, professore di genetica vegetale presso l’Università di Udine, ha evidenziato quanto la discussione sulla ricerca vegetale, e quindi anche sementiera, «deve essere libera da posizioni ideologiche e mirata ad aumentare le rese diminuendo l’input di fertilizzanti ed agrofarmaci. Molti dei caratteri genetici che dobbiamo controllare per permettere alle piante di rispondere alle richieste di sostenibilità del Green Deal sono complessi, ma il moderno genome editing può trovare soluzioni mirate salvaguardando anche il patrimonio di biodiversità dell’agricoltura italiana».

Per Angelo Frascarelli, economista agrario dell’Università di Perugia: «vanno salvaguardate anche le realtà aziendali “locali” con competenze scientifiche di alto livello, di cui Agroservice -Isea è un esempio a livello nazionale. La proprietà intellettuale ha un valore elevato – ha sottolineato Frascarelli – che va remunerato in modo equo per permettere ai ricercatori di continuare a fare il loro lavoro nelle aziende italiane».

L’attività per le sementi di Isea-Agroservice

Daria Scarano e Sofia Ghitarrini, ricercatrici presso Isea-Agroservice hanno enfatizzato questo ultimo concetto evidenziando come la continua ricerca di nuove varietà vegetali dalle caratteristiche migliorative è da sempre il principale obiettivo di Isea. Ogni anno Isea effettua infatti circa 100 incroci di base e seleziona circa 1.000 linee diverse al fine di individuare nuove varietà di cereali a paglia, leguminose e oleaginose.

In Isea sono presenti un laboratorio per la gestione dei materiali genetici e la valutazione di qualità, purezza genetica e germinabilità delle sementi, nonché attrezzature per la coltivazione delle piante in ambiente controllato (celle climatiche e nuovi fitotroni di recente installazione). Nell’ambito della sperimentazione di campo Isea si avvale inoltre di un’ampia superficie messa a disposizione dal Cermis (Centro ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale “N. Strampelli”) di Tolentino, nei pressi di Macerata, per quanto riguarda le prime generazioni di selezione.

Una rete di campi esterni dislocati su tutto il territorio nazionale si occupa invece della valutazione delle performance agronomiche e qualitative delle nuove linee in fase avanzata di selezione. Vincenzo Brandolini, docente di chimica degli alimenti dell’Università di Ferrara, ha concluso l’incontro enfatizzando l’importanza di orientare la ricerca, oltre che su produttività e qualità merceologica, anche sulle proprietà nutraceutiche, che già oggi e ancor di più in futuro, verranno apprezzate e richieste dai consumatori.

Lorenzo Andreotti