Come sono variate le rese di mais italiano nell’ultimo decennio

La campagna mais 2020 è risultata relativamente buona, in crescita dell’8% nelle quantità prodotte di mais da granella, risalite a 6,8 milioni di tonnellate, nonostante il nuovo calo del 4% nelle superfici investite, tornate a circa 600.000 ha dopo il leggero recupero del 2019.

Tale risultato è stato raggiunto grazie al buon andamento climatico nei principali areali nazionali di produzione e conseguentemente anche alla limitata diffusione di parassiti. Ciò ha portato a una buona qualità del prodotto, con una ridotta presenza di micotossine, mentre per quanto riguarda le rese è stato raggiunto il massimo storico con 112,3 q/ha, superiore di 6 q/ha al precedente record del 2014.

Quanto avvenuto nel 2020 può essere meglio compreso nel grafico 1.

Prendendo in considerazione i massimi storici a livello provinciale, compresi quelli dell’ultimo anno, e moltiplicandoli per le superfici investite si può ottenere un massimo livello produttivo teorico a livello regionale e/o sovra-regionale; la distanza tra la produzione effettiva dell’anno e quella teorica corrisponde in termini percentuali alla distanza tra la resa massima potenziale e quella registrata, consentendo una stima dello «yield gap» (differenza produttiva) statistico.

A livello delle prime 33 province maidicole, che negli ultimi 10 anni hanno costantemente concentrato il 94% della produzione nazionale, il 2020 risulta l’anno con il minore «yield gap», inferiore al 6%, leggermente migliore della performance del 2014.

Discreti gli andamenti del 2011, 2015, 2016 e 2018, compresi tra –10% e –13%, negativo il 2019, con un –16%, mentre i risultati peggiori sono quelli del 2013 e del 2017, con «yield gap» prossimi al 20%, e soprattutto del 2012, quando si arrivò al 26%.

Con riferimento al 2020 si possono poi apprezzare gli «yield gap» delle principali regioni (sempre prendendo in considerazione le prime 33 province maidicole italiane). Il risultato migliore, pari a –0,7%, è ovviamente quello del Piemonte, dove solamente Asti non ha conseguito il massimo storico, ottima anche la performance del Friuli, –1,3%, mentre in Lombardia il risultato è comunque positivo, con uno «yield gap» inferiore al 6%, accettabile quello del Veneto, –8,6%, discreto quello dell’Emilia-Romagna, dove il differenziale rispetto al massimo teorico è stato prossimo al 12%, mentre le 5 province centro-meridionali nel loro insieme evidenziano uno «yield gap» del –14,3%.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 7/2021
Il mais archivia un buon 2020 ma i numeri ancora non tornano
di D. Frisio
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