Biostimolanti efficaci per resa e qualità del melo

Per la sua elevata importanza economica, il melo è sicuramente una delle specie arboree da frutto dei climi temperati più studiate, anche per quanto riguarda le possibili applicazioni dei biostimolanti e i loro effetti sulla vegetazione e sulla produzione delle piante (tabella 1).

Sono molti gli studi scientifici che hanno analizzato gli effetti di alcune categorie di biostimolanti sulle componenti della produzione, con particolare attenzione ai fattori che determinano il numero di frutti per pianta (fertilità della pianta e allegagione).

Questo è interessante soprattutto per quelle cultivar di melo, come la Fuji, che presentano maggiore tendenza all’alternanza di produzione.

A questo scopo, uno studio svolto nel 2018 ha applicato al suolo, su piante mature della cultivar Fuji, un estratto commerciale di alga Ascophillum nodosum in tre fasi fenologiche (immediata prefioritura, 50% antesi, 100% caduta dei petali).

Diminuzione dell’alternanza di produzione

I risultati hanno indicato che l’estratto di alga è in grado di alleviare l’alternanza di produzione, riducendo la variazione della produzione per pianta tra anni di carica e di scarica grazie anche a una minore oscillazione della percentuale di allegagione e della fertilità della pianta. Altri studi hanno mostrato come i trattamenti con estratti di A. nodosum possano incrementare in alcune varietà di melo e in determinati anni la percentuale di allegagione dei frutti.

Incremento della crescita dei frutti

Un altro risultato interessante è quello relativo all’incremento della crescita dei frutti indotto dagli estratti di alghe; questo effetto è stato più evidente quando le piante presentavano un’elevata carica di frutti che determinava la riduzione della loro pezzatura a causa della competizione tra i frutti.
Ulteriori sperimentazioni hanno riportato una maggior crescita e pezzatura alla raccolta delle mele Fuji negli anni di carica (e senza diradamento) in seguito a trattamenti con estratti di A. nodosum.

Aumento della superficie fogliare

Sia nelle ricerche sopra indicate sia negli studi di altri autori stato evidenziato che gli estratti di A. nodosum possono incrementare la fotosintesi totale per pianta (aumentando sia l’area fogliare che l’attività fotosintetica delle singole foglie), favorendo la ripartizione dei carboidrati verso i frutti proprio quando esistono condizioni di elevata competizione tra essi.

Questi risultati suggeriscono che, quando la competizione tra i frutti è minore per cause fisiologiche (anno di scarica) o per interventi artificiali di regolazione della carica (diradamento) e non sono presenti fattori limitanti alla crescita, i trattamenti con estratti di alghe risultano meno efficaci.

 

Tratto dal volume Biostimolanti per un’agricoltura sostenibile
di G. Colla e Y. Rouphael
Edizioni L’Informatore Agrario (2019)
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