Coronavirus: 24.000 aziende florovivaistiche in crisi

Per il settore florovivaistico, solo in Italia,  si parla di perdite fino al 100%, in un periodo, la primavera, strategico per il comparto. Ricavi, quindi, nulli per 24.000 aziende del settore che con 2,5 miliardi di fatturato, rappresentano il 5% della produzione agricola nazionale – afferma l’Associazione Florovivaisti Italiani che sta sollecitando Governo e Ministero perché intervengano con misure ad hoc.

Per L’Associazione Florovivaisti Italiani è urgente fornire liquidità agli operatori del settore, precisi aiuti di Stato, ma servono anche risposte concrete dall’Europa per la gestione della crisi. Occorre un fondo per sovvenzioni dirette e modalità adeguate di accesso al credito. Va estesa la cassa integrazione per i mesi di giugno e luglio (per l’anticipo lavorazioni nei vivai), occorrono tutele per i «coadiuvanti agricoli» e, ancora, la definizione della documentazione utile a certificare il mancato fatturato e per la distruzione delle produzioni.

A livello europeo – aggiunge l’Associazione – la Commissione dovrebbe destinare al comparto un bilancio al di fuori di quello della PAC e attuare un regolamento specifico sulle misure eccezionali. A breve termine e urgenti per la produzione, servirebbero azioni mirate a compensare almeno l’80% costi di smaltimento e di produzione del non venduto e a mantenere il funzionamento del mercato unico.

Nel medio-lungo termine sarà necessario, invece, un fondo di promozione per le esigenze dei fiori e delle piante ornamentali, oltre la ripresa annuale della riunione dell’orticoltura su piante e impianti ornamentali.

Bene quindi – conclude l’Associazione – la lettera inviata dal Copa-Cogeca direttamente al direttore generale della Commissione agricoltura Ue Wolfgang Burtscher per chiedere un regime di aiuti comunitari che venga adattato alle esigenze del settore florovivaistico e, quindi, alle specifiche necessità delle piante, siano esse ornamentali per la produzione dei fiori recisi che prettamente ad uso agricolo. Il regime di aiuti comunitari venga adattato alle esigenze del settore florovivaistico e, quindi, alle specifiche necessità delle piante, siano esse ornamentali per la produzione dei fiori recisi che prettamente ad uso agricolo.