Susanna Cenni e il no ai voucher

«L’agricoltura italiana non si è mai fermata e sta garantendo al nostro Paese la continuità nell’approvvigionamento alimentare. Per queste ragioni, così come per il ruolo di presidio ambientale e sociale, al mondo agricolo dobbiamo sostegno, strumenti adeguati e semplificazioni, tanto più in una fase di emergenza come quella che stiamo vivendo e alla luce di una possibile criticità nell’approvvigionamento di manodopera per le prossime raccolte».

Questa l’ottima premessa di Susanna Cenni, vicepresidente della Commissione agricoltura della Camera e responsabile agricoltura del Pd.

Peccato che poi aggiunga: «Non ci convince la riapertura di una discussione sui voucher in questo momento. Pensiamo che siano altre le azioni da poter attivare subito e rispondendo alle esigenze delle imprese e alla tutela del lavoro agricolo».

Sì – vorremmo chiederle – ma i prodotti già pronti ora, chi li raccoglie?

«Circa le serie difficoltà rappresentate dalle imprese agricoli per il reperimento di personale, occorre facilitare, in condizioni di sicurezza, la mobilità dei lavoratori all’interno dell’Ue e mettere in sicurezza sanitaria, e nel rispetto dei protocolli firmati pochi giorni fa, i lavoratori immigrati presenti nel Paese facilitando la loro regolarizzazione e l’emersione da situazioni non trasparenti».

Viene il sospetto che la vicepresidente della Commissione agricoltura non sappia che quello della manodopera è un problema che va risolto in pochi giorni: solo in Veneto per fragole e asparagi servono subito 7.000 lavoratori.

«Occorre facilitare la mobilità dei lavoratori all’interno dell’UE» in questi giorni sembra più che altro un vuoto slogan. Un genere di articolo di cui l’agricoltura non sa che farsene.