Intervista esclusiva a L’Abbate: «dal Cura Italia 230 milioni di euro all’agricoltura»

Giuseppe L'Abbate
il sottosegretario di Stato Giuseppe L’Abbate

Il blocco di molte attività commerciali in Italia e ormai anche nel resto d’Europa, rischia di ripercuotersi pesantemente sul settore agricolo. Le difficoltà del comparto lattiero caseario ne sono state un primo esempio, ma lo stop alla rete horeca e l’inevitabile rallentamento dell’export colpiranno presto altre filiere.

Abbiamo parlato con il sottosegretario di Stato Giuseppe L’Abbate per capire quali iniziative e risorse siano state predisposte con il decreto Cura Italia per affrontare l’emergenza in agricoltura.

Quali sono le misure specifiche per le imprese del mondo agricolo?

Innanzitutto, il Governo ha stanziato 100 milioni di euro per il settore agricoltura e pesca che sono quindi nelle disponibilità del ministero e presumibilmente serviranno per reagire a eventuali crisi nelle filiere. Proprio per ottimizzare la gestione di queste risorse stiamo dialogando con Bruxelles per capire se è possibile derogare al de minimis sugli aiuti di stato, attualmente fissato in 20.000 euro per triennio.

E per il credito?

Per garantire l’accesso al credito sono stati messi a disposizione per il fondo di garanzia Ismea altri 80 milioni di euro.

Inoltre è possibile ottenere un anticipo degli aiuti pac pari al 70% anziché del 50%.

A prescindere dai provvedimenti governativi a salvaguardia della produzione agricola chiediamo alle banche di fare uno sforzo suppletivo per assicurare alle imprese il credito di cui necessitano considerata anche la necessità di far fronte alla programmazione delle colture estive. Già prima dell’emergenza Coronavirus, avevo avviato una consultazione con le maggiori banche italiane impegnate in agricoltura per rimuovere eventuali ostacoli e consentire un concreto afflusso di credito al settore che maggiormente ha visto crescere il suo apporto alla ripresa economica e senz’altro si prepara a offrire tutta le sue energie uscire da questa crisi.

Siamo al lavoro per superare gli eventuali impedimenti all’accesso diretto da parte delle imprese agricole al fondo di garanzia per le pmi, uno strumento ben conosciuto dagli istituti di credito e attualmente intermediato attraverso i confidi.

Dobbiamo far sì che gli Istituti finanziari abbiano il necessario supporto e non abbiano esitazioni a dispiegare la leva del credito per le produzioni agricole e per tutti i valori di cui sono depositarie le nostre aziende.

Vale poi anche per l’agricoltura la sospensione delle scadenze fiscali e previdenziali per le imprese con fatturato sino a 2 milioini di euro e delle rate dei mutui e degli altri finanziamenti a rimborso rateale fino al 30 settembre, anche perfezionati tramite cambiale agraria.

E per quanto riguarda i danni economici subiti dalle imprese?

Per aiutare le imprese ad affrontare i costi fissi, come ad esempio quelli legati alla manodopera, va segnalato che per la prima volta anche le agricoltura e pesca avranno diritto alla cassa integrazione in deroga per i loro dipendenti fissi, ma anche per gli stagionali sono state previste delle tutele.

In riferimento invece al ristoro dei danni legati al calo dei fatturati sarà oggetto di un nuovo decreto previsto ad aprile.

Servirà anche un rilancio del made in Italy agroalimentare.

Certamente. Andremo ad aggiungere risorse al già importante piano di promozione del made in Italy all’estero varato da Di Maio che vale già 760 milioni di euro.