Mangimi italiani, un settore in salute

Nel 2018 la produzione di mangimi in Italia è aumentata dell’1,7%. Tengono gli alimenti per volatili, mentre crescono di oltre 100.000 tonnellate i mangimi per l’alimentazione dei suini. Ancor più marcato, fino al 4,6%, il progresso produttivo del settore bovino. Da segnalare inoltre la continua espansione dell’alimentazione per pesci e ovini, entrambe le categorie sopra il 5%. Sono alcuni dei dati emersi dall’assemblea annuale di Assalzoo, l’Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici, che si è tenuta oggi a Roma.

Secondo alcuni dati preliminari di uno studio sullo stato di salute del settore curato da Nomisma e presentato all’assemblea, con 385 imprese coinvolte in fase produttiva e circa 9.000 occupati, il sistema mangimistico italiano nel 2017 ha alimentato un giro d’affari pari a 8,9 miliardi di euro.

Lo stretto legame con l’allevamento fa sì che l’industria mangimistica sia prevalentemente localizzata nel Nord Italia, dove si concentrano le aree del Paese a vocazione zootecnica. Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna detengono infatti l’85% del fatturato nazionale del settore mangimistico, cui si aggiunge un 4% dell’Umbria e l’11% delle altre regioni italiane.