Il Ceta che funziona: l’esempio di Carpegna

prosciutto carpegna

«Una dop italiana, il Prosciutto di Carpegna, mostra che il Ceta funziona». Parola del commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan, che ha preso ad esempio il prosciutto marchigiano parlando ai ministri agricoli nel Consiglio di metà maggio.

In seguito all’accordo con l’UE, ha spiegato Hogan, «il Canada ha introdotto un nuovo sistema di riconoscimento legale per le indicazioni geografiche che offre ai titolari (i consorzi) la possibilità di depositare direttamente una domanda di protezione in Canada per alimenti o vini e alcolici, un’opzione che prima del Ceta non esisteva».

Hogan ha quindi aggiunto: «Una dop italiana, il Prosciutto di Carpegna, ha ottenuto con successo la protezione dall’entrata in vigore provvisoria del Ceta usando questa nuova procedura, ottenuta nel settembre 2018. Questo mostra che il Ceta funziona».

Il Ceta, in realtà, già prevede che nuove denominazioni possano essere aggiunte alla lista delle dop e igp tramite un negoziato tra le parti, cioè Unione europea e Canada, Ma il nuovo regolamento sui marchi introduce un sistema di autorizzazione aperto e offre una procedura «privatistica», più agile e veloce, con cui i consorzi possono iscrivere le loro produzioni in un apposito registro di indicazioni geografiche da tutelare.

Così ha fatto il Consorzio del Prosciutto di Carpegna. Il costo dell’operazione è stato di 500 dollari canadesi (poco più di 330 euro) più le spese legali.