Redditività del cece, facciamo i conti

ceci bianchi

Le leguminose da granella per il consumo umano stanno vivendo una nuova primavera grazie al cambiamento delle preferenze dei consumatori, ma la redditività per i coltivatori è un’altra storia.
Il mercato manifesta infatti da diversi anni segni di debolezza ed espone i produttori a notevoli rischi, per quanto contenibili attraverso contratti e accordi con i centri di stoccaggio e con i trasformatori.

Calcolo della redditività

Nella tabella 2 viene riportato il conto colturale del cece con riferimento alla collina media del Centro Italia non irrigua.

Il conto colturale poggia sulla determinazione dei ricavi e dei costi; i primi vengono calcolati moltiplicando la resa media, riscontrabile all’interno di un determinato territorio, per il prezzo medio delle ultime 12 mensilità disponibili.
Per i costi si fa riferimento solo a quelli di natura variabile e non ai fissi (direzione, imposte, quote di ammortamento), poiché non sono dipendenti dalla scelta della coltura, ma legati all’organizzazione di ogni singola realtà aziendale.

Conto colturale del cece bianco rugoso

Nel conto colturale non viene considerato il premio Pac poiché, essendo disaccoppiato e legato a criteri di calcolo storici, varia da azienda ad azienda; tuttavia, viene considerato l’art. 52 del regolamento 1307/2013, ossia il pagamento accoppiato. Ovviamente si tratta di conteggi che non sono rappresentativi di tutte le realtà aziendali, ma che possono essere adattati dagli agricoltori in relazione alle diverse configurazioni aziendali.

Sempre dalla tabella 2 si nota che la redditività del cece, comprensiva di pagamento accoppiato, sfiora i 100 euro/ha.
Questa situazione si verifica perché i valori di mercato utilizzati per il calcolo dei ricavi non riescono ad assicurare una redditività dignitosa alla coltura. Per la determinazione dei costi si è fatto riferimento ai prezziari dei contoterzisti e, quindi, i risultati possono essere lievemente migliorati con l’utilizzo delle risorse interne all’azienda agricola, a patto che le macchine siano adeguatamente dimensionate per la realtà aziendale.

Al di là degli aspetti meramente economici, è necessario fare una precisazione riguardo ai benefici agronomici-ambientali che le leguminose apportano ai terreni e alle colture successive.
Grazie alla loro capacità azotofissatrice, a seconda delle condizioni, si può arrivare a risparmiare anche circa 150-200 euro/ ha sulla concimazione per la coltura successiva, impattando positivamente sul bilancio di quest’ultima.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 17-18/2019
Legumi: interesse alto ma mercato instabile
Di G. Chiodini
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