AGRICOLTURA BIOLOGICA - AMBIENTE |
|
Potenziamo la difesa delle colture orticole
consociandole a erbe utili |
Nello scorso numero abbiamo visto come usare a nostro vantaggio la presenza
di flora spontanea infestante in grado di segnalarci la comparsa di insetti
parassiti delle colture nonché di mantenere i loro nemici naturali, i
cosiddetti insetti utili. Servendoci sempre del medesimo principio, vediamo
ora come consociare le colture orticole in pieno campo e in serra a erbe
utili che abbiano la stessa funzione di siepi in miniatura
Vediamo in questo articolo come è possibile attirare e
mantenere molti insetti utili nelle vicinanze delle colture orticole.
Possiamo ottenere questo risultato – sia in pieno campo e sia in coltura
protetta (tunnel o serra) – affiancando alle colture di ortaggi delle
strisce inerbite di erbe foraggere (che in seguito definiremo per comodità
«erbai») che costituiscono temporaneamente una siepe in miniatura.
Le fasce di erbaio
per il controllo degli afidi
in pieno campo - Vedi il caso concreto illustrato n. 1
È importante progettare la consociazione coltura orticola
+ erbaio in modo che quest’ultimo non si infesti di organismi pericolosi per
la coltura.
In base alle nostre esperienze un buon miscuglio per
l’erbaio, finalizzato al controllo degli afidi che attaccano le colture
orticole in primavera, è costituito da orzo (o frumento, o avena, o segale)
+ erba medica + veccia comune o vellutata (o favino).
Queste foraggere solitamente sono colonizzate in
primavera da afidi specifici che costituiscono il nutrimento di numerosi
insetti utili che pertanto rimangono disponibili per tutto il corso della
coltivazione.
Si tratta di una tecnica molto valida per la protezione
delle cucurbitacee (melone, cocomero, ecc.) e delle solanacee (melanzana,
pomodoro, patata, ecc.) dagli attacchi di afidi nel periodo aprile-giugno.
Per poter essere efficace l’erbaio deve crescere rigoglioso ed è bene che le
diverse specie che lo compongono siano presenti in modo omogeneo; è anche
importante che al momento della coltivazione della coltura orticola esso sia
già ospitale per gli afidi e i loro nemici naturali (i nostri insetti
utili): a tal fine dovrebbe essere seminato 30-45 giorni prima della coltura
stessa e, se necessario, irrigato.
Per evitare una dispersione indesiderata di semi e per
prevenire l’invecchiamento della vegetazione, le strisce di erbaio
dovrebbero essere
sfalciate a fasce alternate normalmente in
corrispondenza della fioritura delle specie più importanti, prima che le
piante comincino a produrre i semi: si falcia per prima una metà e poi, dopo
2-3 settimane, si falcia l’altra metà, quando la prima ha raggiunto
un’altezza di 25-30 centimetri. Tutto questo si rende necessario per
contenere l’invecchiamento della vegetazione e mantenere, grazie alle specie
che ricacciano (nel nostro caso l’erba medica), un buon rigoglio vegetativo
ed evitare un’indesiderata dispersione di semi senza privare una moltitudine
di organismi utili di un ambiente in cui vivere.
Lo sfalcio va sempre fatto con attrezzature poco
distruttive e cioè che falciano e non trinciano (la falce fienaia o la barra
falciante). Inoltre, il materiale falciato va lasciato sul posto e raccolto
solo dopo 2-3 giorni, in modo da permettere a tutti gli insetti che non
possono volare di spostarsi nella vegetazione ancora intatta. A fine
coltivazione la striscia di erbaio può essere trinciata e interrata come
sovescio.
A coloro che operano su piccole superfici
consigliamo
di seminare una striscia dello stesso miscuglio, larga almeno 70-80 cm,
lungo uno o più lati dell’orto; oppure, se c’è abbastanza spazio, anche in
mezzo all’orto. Va detto che, in questo caso, considerata la poca superficie
disponibile, non è possibile eseguire lo sfalcio alternato di parte della
fascia inerbita perché verrebbe risparmiata poca vegetazione ospitale per
gli insetti utili.
La flora spontanea
negli spazi tra le serre - Vedi il caso concreto illustrato n. 2
La flora spontanea che cresce tra le serre o i
tunnel è spesso una grande risorsa di diversità e si comporta, più o meno,
come una siepe in miniatura, capace di portare tanti insetti utili vicino
alle coltivazioni. Per questo motivo non va mai rasata con accanimento, ma
va gestita in modo accorto con sfalci parziali, come detto più sopra per
l’erbaio.
Se la flora spontanea che cresce fuori delle serre
dovesse essere assente o poco diversificata, è possibile intervenire
artificialmente seminando una miscela di semi del tipo di quelle che
si usano nel settore della foraggicoltura per i prati: normalmente si tratta
di un miscuglio di più specie appartenenti alle famiglie delle graminacee e
delle leguminose che, una volta sfalciate, ricacciano; ci penserà poi madre
natura ad aumentare la diversità nel corso degli anni arricchendo il numero
di famiglie vegetali presenti.
Le strisce di erbe foraggere
all’interno delle serre -
Vedi il caso concreto illustrato n. 3
Nelle coltivazioni in serra o in tunnel è possibile
aumentare la diversità vegetale seminando lungo i bordi della protezione
delle strisce di erbe foraggere che attirino gli insetti utili. Per
esempio, in primavera, una buona scelta possono essere la senape bianca e il
grano saraceno che con le loro fioriture attirano i sirfidi, o il favino che
si infesta facilmente di Aphis fabae (afide delle leguminose) e
attira coccinelle, parassitoidi e sirfidi (vedi illustrazioni sul n. 5/2006
a pag. 53).
Attenzione: dato che dentro le serre non piove, è
probabile che le specie seminate necessitino d’essere irrigate per crescere
bene. A tal fine è opportuno posizionare lungo la striscia una manichetta,
oppure attrezzarsi per innaffiarle all’occorrenza.
|