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Vita in Campagna
Sommario rivista Approfondimento
06
Giugno

  2006
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AGRICOLTURA BIOLOGICA - AMBIENTE
Potenziamo la difesa delle colture orticole consociandole a erbe utili


 


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Nello scorso numero abbiamo visto come usare a nostro vantaggio la presenza di flora spontanea infestante in grado di segnalarci la comparsa di insetti parassiti delle colture nonché di mantenere i loro nemici naturali, i cosiddetti insetti utili. Servendoci sempre del medesimo principio, vediamo ora come consociare le colture orticole in pieno campo e in serra a erbe utili che abbiano la stessa funzione di siepi in miniatura

Vediamo in questo articolo come è possibile attirare e mantenere molti insetti utili nelle vicinanze delle colture orticole. Possiamo ottenere questo risultato – sia in pieno campo e sia in coltura protetta (tunnel o serra) – affiancando alle colture di ortaggi delle strisce inerbite di erbe foraggere (che in seguito definiremo per comodità «erbai») che costituiscono temporaneamente una siepe in miniatura.

Le fasce di erbaio per il controllo degli afidi in pieno campo - Vedi il caso concreto illustrato n. 1
È importante progettare la consociazione coltura orticola + erbaio in modo che quest’ultimo non si infesti di organismi pericolosi per la coltura.
In base alle nostre esperienze un buon miscuglio per l’erbaio, finalizzato al controllo degli afidi che attaccano le colture orticole in primavera, è costituito da orzo (o frumento, o avena, o segale) + erba medica + veccia comune o vellutata (o favino).
Queste foraggere solitamente sono colonizzate in primavera da afidi specifici che costituiscono il nutrimento di numerosi insetti utili che pertanto rimangono disponibili per tutto il corso della coltivazione.
Si tratta di una tecnica molto valida per la protezione delle cucurbitacee (melone, cocomero, ecc.) e delle solanacee (melanzana, pomodoro, patata, ecc.) dagli attacchi di afidi nel periodo aprile-giugno. Per poter essere efficace l’erbaio deve crescere rigoglioso ed è bene che le diverse specie che lo compongono siano presenti in modo omogeneo; è anche importante che al momento della coltivazione della coltura orticola esso sia già ospitale per gli afidi e i loro nemici naturali (i nostri insetti utili): a tal fine dovrebbe essere seminato 30-45 giorni prima della coltura stessa e, se necessario, irrigato.
Per evitare una dispersione indesiderata di semi e per prevenire l’invecchiamento della vegetazione, le strisce di erbaio dovrebbero essere sfalciate a fasce alternate normalmente in corrispondenza della fioritura delle specie più importanti, prima che le piante comincino a produrre i semi: si falcia per prima una metà e poi, dopo 2-3 settimane, si falcia l’altra metà, quando la prima ha raggiunto un’altezza di 25-30 centimetri. Tutto questo si rende necessario per contenere l’invecchiamento della vegetazione e mantenere, grazie alle specie che ricacciano (nel nostro caso l’erba medica), un buon rigoglio vegetativo ed evitare un’indesiderata dispersione di semi senza privare una moltitudine di organismi utili di un ambiente in cui vivere.
Lo sfalcio va sempre fatto con attrezzature poco distruttive e cioè che falciano e non trinciano (la falce fienaia o la barra falciante). Inoltre, il materiale falciato va lasciato sul posto e raccolto solo dopo 2-3 giorni, in modo da permettere a tutti gli insetti che non possono volare di spostarsi nella vegetazione ancora intatta. A fine coltivazione la striscia di erbaio può essere trinciata e interrata come sovescio.
A coloro che operano su piccole superfici consigliamo di seminare una striscia dello stesso miscuglio, larga almeno 70-80 cm, lungo uno o più lati dell’orto; oppure, se c’è abbastanza spazio, anche in mezzo all’orto. Va detto che, in questo caso, considerata la poca superficie disponibile, non è possibile eseguire lo sfalcio alternato di parte della fascia inerbita perché verrebbe risparmiata poca vegetazione ospitale per gli insetti utili.
La flora spontanea negli spazi tra le serre - Vedi il caso concreto illustrato n. 2
La flora spontanea che cresce tra le serre o i tunnel è spesso una grande risorsa di diversità e si comporta, più o meno, come una siepe in miniatura, capace di portare tanti insetti utili vicino alle coltivazioni. Per questo motivo non va mai rasata con accanimento, ma va gestita in modo accorto con sfalci parziali, come detto più sopra per l’erbaio.
Se la flora spontanea che cresce fuori delle serre dovesse essere assente o poco diversificata, è possibile intervenire artificialmente seminando una miscela di semi del tipo di quelle che si usano nel settore della foraggicoltura per i prati: normalmente si tratta di un miscuglio di più specie appartenenti alle famiglie delle graminacee e delle leguminose che, una volta sfalciate, ricacciano; ci penserà poi madre natura ad aumentare la diversità nel corso degli anni arricchendo il numero di famiglie vegetali presenti.
Le strisce di erbe foraggere all’interno delle serre - Vedi il caso concreto illustrato n. 3
Nelle coltivazioni in serra o in tunnel è possibile aumentare la diversità vegetale seminando lungo i bordi della protezione delle strisce di erbe foraggere che attirino gli insetti utili. Per esempio, in primavera, una buona scelta possono essere la senape bianca e il grano saraceno che con le loro fioriture attirano i sirfidi, o il favino che si infesta facilmente di Aphis fabae (afide delle leguminose) e attira coccinelle, parassitoidi e sirfidi (vedi illustrazioni sul n. 5/2006 a pag. 53).
Attenzione: dato che dentro le serre non piove, è probabile che le specie seminate necessitino d’essere irrigate per crescere bene. A tal fine è opportuno posizionare lungo la striscia una manichetta, oppure attrezzarsi per innaffiarle all’occorrenza.
 

Sommario rivista Luca Conte


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