POLITICA |
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Anche il latte protagonista nella corsa al rialzo
dei prezzi |
Il mercato è in ebollizione in Italia e anche all’estero.
Si attende che il ministro De Castro convochi i Tavoli di filiera per
discutere l’aggiornamento del prezzo. L’occasione è propizia anche per
rivedere i rapporti interni alla filiera.
Il mercato del latte è in forte tensione: la domanda eccede l’offerta e i
prezzi sono schizzati verso l’alto, a livelli in qualche caso mai visti nel
passato.
In particolare, a registrare i maggiori incrementi sono i prodotti di base,
come il burro e il latte scremato in polvere. Ora, però, anche i listini dei
formaggi si sono mossi, con le quotazioni del Grana Padano che hanno
raggiunto i massimi livelli degli ultimi due anni e quelle del
Parmigiano-Reggiano che pure hanno registrato incrementi incoraggianti, dopo
anni di crisi.
L’accordo interprofessionale sul prezzo siglato in Lombardia a fine marzo
scorso ha funzionato come punto di riferimento anche per gli accordi in
altre regioni italiane, ma oggi è palesemente inadeguato a rappresentare la
situazione. Da qui la richiesta che si leva da più parti, come già riportato
ne L’Informatore Agrario n. 27/2007 a pag. 14, di riconsiderare l’intesa e
adeguare il prezzo del latte crudo alla stalla che, altrimenti, rimarrebbe
fermo fino al mese di marzo 2008.
Il punto della situazione
In Piemonte i Cobas hanno annunciato lo sciopero del latte che dovrebbe
partire a breve. La protesta consiste nella sospensione delle consegne ai
caseifici per 15 giorni. In tal modo si cerca di mettere in crisi il sistema
della trasformazione e convincere l’industria ad alzare i prezzi; ma la
protesta sembra orientata anche a contestare il regime delle quote latte,
considerato il vecchio nemico che limita l’espansione della capacità
produttiva delle aziende zootecniche (vedi riquadro).
Sempre in Piemonte, la Coldiretti e l’Associazione regionale dei produttori
latte mirano all’aumento del prezzo del latte e all’incremento delle quote,
in modo da ripristinare il taglio della quota B e dare un’assegnazione
supplementare lineare a coloro che dispongono solamente di quota A.
In Friuli Venezia Giulia la Cooperativa latte Nord Est sta fornendo i
caseifici della zona, facendosi pagare la materia prima 0,4 euro/L,con
l’impegno a consegnare latte per tutto il mese di settembre. Poi continuerà
la fornitura a condizione che gli acquirenti corrispondano 0,5 euro/L.
Nel Lazio si sono tenute delle riunioni a carattere interprofessionale per
fissare il prezzo del latte, ma a oggi non è scaturito alcun risultato. È
probabile che il negoziato continuerà sotto l’egida dell’assessore regionale
all’agricoltura.
In Abruzzo si sono di recente incontrati i rappresentanti dei produttori e
dell’industria di trasformazione e hanno fissato a 0,44 euro/L più Iva il
prezzo del latte crudo alla stalla per la corrente annata: 11 centesimi in
più rispetto a quello siglato in Lombardia (+33%).
Anche in questa regione, a fine luglio, ci sono stati degli incontri tra le
organizzazioni agricole e gli acquirenti. Insieme hanno preso atto che
l’attuale situazione di mercato è radicalmente cambiata rispetto all’epoca
nella quale è stato sottoscritto l’accordo interprofessionale per il
2007-2008.
Ne è scaturita la richiesta indirizzata al ministro delle politiche
agricole, Paolo De Castro, e all’assessore all’agricoltura, Viviana
Beccalossi, di convocare al più presto un Tavolo di filiera, dove discutere
unitamente alla distribuzione.
«Le organizzazioni hanno condiviso la necessità di dare continuità al
confronto interprofessionale e contestualmente di interessare le istituzioni
nazionali e regionali, affinché si attivi un percorso condiviso di filiera a
tutela della competitività delle imprese, della qualità dei prodotti e
nell’interesse dei consumatori» si legge in un comunicato diffuso da
Assolatte.
Le richieste di Unalat
Il presidente di Unalat, Ernesto Folli, da tempo ha denunciato l’errore
compiuto la scorsa primavera in Lombardia, quando è stato fissato il prezzo
del latte nell’ambito di un Tavolo che escludeva la rappresentanza diretta
dei produttori.
Da prima dell’estate Unalat ha chiesto al ministro di convocare il Tavolo di
filiera a Roma per un adeguamento del prezzo, l’introduzione
dell’indicizzazione e la revisione della tabella qualità che pure è costata
mediamente 1 centesimo di euro/L ai produttori.
A questo punto si attende solo la convocazione al Mipaaf, in modo da
individuare le migliori soluzioni che consentano di limitare i contraccolpi
ai fragili equilibri che caratterizzano il mercato nazionale del latte.
In assenza di interventi ci potrebbero essere delle profonde modifiche ai
flussi di destinazione della materia prima: certe produzioni e alcune
categorie di imprese potrebbero andare in crisi, per effetto delle
difficoltà negli approvvigionamenti.
I lavori per l’aggiornamento del prezzo del latte crudo alla stalla in
Italia dovrebbero essere l’occasione per rivedere i rapporti interni alla
filiera e superare la crisi del passato, caratterizzata da quattro anni
senza accordo interprofessionale e con un certo caos normativo, dovuto
all’abrogazione della legge n. 88/1988 e al mancato funzionamento della
recente normativa sulla regolazione dei mercati.
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