riviste mensili agricole, riviste settimanali agricole, riviste agricoltura, riviste online agricoltura, riviste agricole specializzate, riviste specializzate agricoltura

riviste agricole, mondo agricoltura, riviste agricoltori  
riviste agricoltura, testate agricoltura, edizioni agricoltura
 
   
Home Riviste   L'Informatore Agrario   Vita in Campagna   Vivere La Casa in Campagna   Mad   Origine   International Agricultural Policy  

elenco prodotti in vendita
n°prodotti: 0
Totale: E. 0,00
cassa

chi siamo





riviste agricole, rivista per gli amanti della campagna, rivista sull'agricoltura professionale, riviste sull'agricoltura non professionale, edizioni dedicate al mondo agricolo, riviste specializzate in agricoltura, testate e giornali online agricoltura


L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
23
 8 - 14 Giu.

  2007
segnala ad un amico  invia ad un amico    scrivi un commento alla redazione  scrivi alla redazione
non in vendita


Attualità PRIMA PAGINA

Politica agricola al centro della tutela ambientale e dei cittadini

FORUM internazionale COLDIRETTI-Studio Ambrosetti a BRUXELLES.
Dal Forum emerge l’immagine di un’agricoltura sempre più legata ad ambiente e salute dei cittadini europei, tanto da prospettare un allargamento della pac dopo il 2013 all’intero settore agroalimentare.

Al centro dell’agricoltura ci devono essere concetti come multifunzionalità, sostenibilità ambientale, legame con il territorio, attenzione al consumatore e alle sue esigenze, orientamento al mercato e sempre meno condizionamenti derivanti dalla pac».
Così Sergio Marini, presidente di Coldiretti, ha aperto i lavori del Forum organizzato assieme allo Studio Ambrosetti dal titolo «Dal territorio la salute per la nuova Europa» svoltosi a Bruxelles lo scorso 5 giugno con cui Coldiretti ha celebrato la Giornata mondiale dell’ambiente.
L’organizzazione sindacale continua la riflessione sul futuro dell’agricoltura italiana ed europea. Un futuro che non può essere slegato da quanto sta accadendo al pianeta a livello ambientale e climatico, ma anche all’uomo occidentale sempre più afflitto da problemi di salute dovuti a cattiva alimentazione e inquinamento.
E dietro a quel «territorio» richiamato nel titolo del Forum si può senz’altro vedere il settore che provvede alla produzione di derrate alimentari e alla conservazione e gestione dell’ambiente: l’agricoltura.
«Nell’Unione un bambino su quattro è affetto da obesità – ha dichiarato Paola Testori Coggi, direttore generale aggiunto della Dg salute e tutela dei consumatori della Commissione Ue – e l’alimentazione oggi è diventata il principale rischio di morte nei Paesi della Comunità».
Servono politiche per promuovere la consapevolezza dei consumatori e su questo fronte «il dialogo con il comparto agricolo è fondamentale».

Dopo il 2013 una pac agroalimentare
Agricoltura-alimentazione-salute, un asse che diventerà sempre più forte e qualificante per l’agricoltura europea anche secondo Klaus Dieter Borchardt, capo di gabinetto del commissario Mariann Fischer Boel.
«Possiamo continuare - si chiede Borchardt - con una pac orientata solo al settore agricolo?». «Non è ora che la pac si occupi di tutta la catena alimentare» con un approccio politico «integrato» – ha continuato Borchardt – che incentivi l’intera filiera (agricoltura, trasformazione e commercio)?
Le politiche dopo il 2013 necessitano di credibilità e giustificazioni agli occhi della pubblica opinione, pena un attacco frontale al bilancio agricolo.
«Dobbiamo salvare la struttura della nostra agricoltura, diversa da quella industriale degli Stati Uniti - ha proseguito Borchardt - anche dopo il 2013». «La nostra agricoltura è fatta di grandi aziende ma anche di tante piccole imprese famigliari» in grado di rispondere ai principi della multifunzionalità e dell’ecocompatibilità. «L’agricoltura europea - ha continuato Borchardt - dovrà sempre più soddisfare la domanda di sicurezza alimentare, di qualità, di benessere animale dei consumatori».
Ma con la stessa decisione con cui dichiara la necessità di tutelare anche le piccole aziende agricole, il capo di gabinetto si schiera per una agricoltura sempre più orientata al mercato. Il che si traduce in una graduale riduzione dei pagamenti diretti, nell’eliminazione entro il 2015 di quote di produzione, set aside, aiuti accoppiati, distillazioni, restituzioni all’export, diritti di impianto.

Agricoltura sempre più orientata al mercato
Su questa linea anche Fabrizio De Filippis dell’Università di Roma.
«È necessario completare la riforma iniziata nel 2003 – ha dichiarato il professore – e in tal senso auspico il disaccoppiamento totale subito per l’ocm ortofrutta».
L’orientamento al mercato secondo De Filipps non deve mostrare indecisioni, per questo «i pagamenti unici aziendali vanno regionalizzati». In altre parole fissati per aree omogenee, indipendentemente dai dati produttivi aziendali del triennio di riferimento (2000-2002).
E ancora bisognerà applicare con più coraggio la condizionalità «perché il sostegno – ha dichiarato De Filippips – alla lunga è giustificabile solo se subordinato in modo visibile ad azioni virtuose su temi sensibili ai cittadini».
Anche Borchardt insiste sulle produzioni sostenibili e sulla tutela dell’ambiente. «I pagamenti diretti – ha affermato – non possono essere legati alla tutela del prezzo, ma devono essere rivolti a coprire beni e servizi pubblici generati dall’agricoltura e non remunerati dal mercato».
«Bisogna rafforzare il secondo pilastro anche ridefinendo la modulazione – ha rilanciato De Filippis – che potrebbe essere spinta oltre il 10%».
Gli fa eco Gianni Pittella, membro della Commissione per i bilanci del Parlamento europeo, che prospetta anche un cofinanziamento alla spesa agricola nella misura del 10% da parte degli Stati nazionali. «La struttura della spesa Ue – ha dichiarato Pittella – non può continuare a vedere circa il 50% delle risorse destinato all’agricoltura».
È necessario reperire fondi per la ricerca, l’innovazione e la competitività.
Su questa linea anche Jean Paul Fitoussi, presidente dell’Osservatorio francese delle congiunture economiche. Anzi, Fitoussi si spinge oltre ed evidenzia la necessità di «creare una comunità economica dell’energia, della tecnologia e dell’ambiente» sul modello della comunità economica del carbone e dell’acciaio.
«Questa – ha proseguito Fitoussi – è la vera alternativa alla sudditanza energetica dell’Unione Europea e in particolare al leader russo Vladimir Putin. La maggior indipendenza energetica dell’Unione ne aumenterebbe il peso politico e anche su questo aspetto l’agricoltura può giocare un ruolo chiave».
Insomma, dal Forum di Bruxelles emergono indicazioni chiare sul futuro ruolo chiave dell’agricoltura europea, alla base di un ambiente sano e vivibile e fonte di alimenti di qualità e sicuri.

Coldiretti punta alla trasparenza
Ma sono emersi anche alcuni aspetti critici molto concreti per l’agricoltura e ci ha pensato Marini, a conclusione dei lavori, a ricordare al modo politico e istituzionale quali sono le istanze di Coldiretti per assicurare un futuro «imprenditoriale» all’agricoltura europea.
Innanzitutto l’indicazione d’origine in etichetta. «L’organizzazione è assolutamente determinata e continuerà questa battaglia – ha asserito Marini – in difesa della volontà dei consumatori. La mancanza dell’indicazione d’origine non è un ostacolo al libero scambio come afferma l’Unione, anzi rappresenta una carenza di trasparenza e in quanto tale una limitazione della concorrenza tra prodotti e produttori».
E riprendendo i concetti con cui aveva aperto i lavori Marini elenca ciò che l’organizzazione si aspetta dall’Unione Europea: «Innanzitutto politiche che premino l’agricoltura dai comportamenti virtuosi, che garantiscano la riconoscibilità dei prodotti e della loro orig5ne, unico strumento per permettere la valorizzazione del legame con il territorio.

 

Sommario rivista

di Antonio Boschetti


la ricerca

trova 

© 2024 Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. - Tutti i diritti riservati