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La pac taglia gli «spiccioli»: niente più aiuti
sotto i 50 euro |
Dal 2008 il limite sarà posto a 100 euro
Il provvedimento, che rientra nella strategia di semplificazione della
pac, andrà a regime in due anni e interesserà circa 150.000 domande. Il
decreto prevede anche l’eliminazione delle trattenute sui trasferimenti dei
titoli disaccoppiati
Sta per essere pubblicato un decreto ministeriale che apporta importanti
modifiche in materia di pagamenti diretti della pac. Il provvedimento è
stato valutato nel corso dell’ultima Conferenza Stato-Regioni e ora deve
solo essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Gli argomenti in oggetto sono essenzialmente tre:
- l’introduzione, per la prima volta da quando è stato istituito il regime
dei pagamenti diretti della pac, della soglia minima di aiuto richiesto al
di sotto della quale non è corrisposto alcun pagamento (plafonamento verso
il basso);
- la gestione delle superfici ritirate dalla produzione;
- le trattenute da effettuare ogni qual volta si verifica un trasferimento
di titoli disaccoppiati da un agricoltore a un altro.
Il nuovo provvedimento ministeriale, da tempo allo studio, si muove lungo
due fondamentali direttrici: la semplificazione nell’applicazione della pac
e lo snellimento delle disposizioni applicative, anche per consentire il
pieno utilizzo dei titoli ed evitare, come capitato nel corso del 2005, di
lasciare nelle casse dell’Unione Europea delle risorse finanziarie
altrimenti destinate ai nostri agricoltori.
Un taglio in due tappe
Per quanto riguarda la soglia minima di aiuto richiesto nella domanda unica
per dare luogo alla effettiva erogazione del premio, il decreto Mipaaf che
ha ottenuto il via libera della Conferenza Stato-Regioni prevede un
approccio graduale in due tappe.
Nel 2007 si inizia con un limite di 50 euro per domanda, che sarà innalzato
a 100 a partire dall’anno successivo. Pertanto, i richiedenti che presentano
domande con pagamenti minimi dell’entità indicata non riceveranno alcun
pagamento.
Il raggiungimento della soglia da parte del singolo richiedente deve essere
calcolato tenendo conto della somma tra pagamenti disaccoppiati (valore dei
titoli utilizzati) e pagamenti accoppiati (ad esempio articolo 69, premio
qualità grano duro, aiuto per le colture energetiche).
La disposizione è stata formulata in coerenza con l’articolo 70 del
regolamento comunitario 796/2004 ed è pertanto perfettamente coerente con il
diritto europeo. Infatti è data la facoltà ai Paesi membri di non concedere
alcun aiuto in caso di domande di importi inferiori a 100 euro.
Ma cosa implica questa scelta a livello italiano? La conseguenza è semplice:
per i richiedenti con importi minimi non c’è alcuna possibilità di incassare
gli aiuti e per il sistema amministrativo italiano ciò comporta una forte
riduzione del numero delle pratiche da gestire.
Le prime stime indicano che potrebbero essere interessate circa 150.000
domande, il 10% rispetto al numero complessivo di istanze che sono state
presentate nel corso del 2006. Un bel po’ di lavoro in meno per gli
organismi pagatori e per le società di servizi in agricoltura che assistono
gli operatori nel difficile compito di assicurare il regolare accesso al
sostegno della pac.
Quanto agli importi che potrebbero non essere più erogati, si parla di circa
2 milioni di euro per il corrente anno e di 10 milioni dal 2008 in poi. Ma
in questo caso siamo in presenza di stime tutte da verificare, perché non
tengono conto delle possibili strategie attive messe in atto dagli
agricoltori per rispondere al nuovo strumento dei pagamenti minimi.
Più libero il mercato dei titoli
La seconda novità del nuovo provvedimento ministeriale riguarda le
trattenute che Agea attua in caso di movimentazione dei titoli disaccoppiati.
A oggi, la maggior parte dei trasferimenti è assoggettata a prelievo lineare
che serve per alimentare la riserva nazionale. Si può andare anche fino al
50% di riduzione del valore del titolo trasferito, in caso di compravendita
senza terra eseguito dal terzo anno di applicazione del regime del pagamento
unico aziendale.
La nuova disciplina sancita azzera le trattenute e comporta una
generalizzata liberalizzazione del mercato dei titoli, i quali potranno
passare di mano senza subire alcuna decurtazione.
Si tratta di una regola che sicuramente sarà accolta con favore dagli
agricoltori e che darà vigore a un mercato dei trasferimenti che fino a oggi
è stato frenato e scoraggiato. Alla base di tale scelta c’è la volontà
politica di favorire il passaggio dei titoli da chi non ha terreno a
sufficienza verso coloro che, invece, dispongono della necessaria superficie
ammissibile. In tal modo, secondo chi ha proposto l’iniziativa, si dovrebbe
rimediare al fenomeno del mancato utilizzo annuale dei diritti pac
disaccoppiati.
Infine, c’è la norma sul set aside che, in presenza di calamità naturali
ufficialmente riconosciute con circolare ministeriale, consente l’utilizzo
delle superfici ritirate dalla produzione per coltivazioni da destinare per
l’alimentazione del bestiame, a patto che il foraggio prodotto su tali
superfici non sia venduto.
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