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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
13
 30 Mar. - 5 Apr.

  2007
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Attualità POLITICA

La pac taglia gli «spiccioli»: niente più aiuti sotto i 50 euro

Dal 2008 il limite sarà posto a 100 euro
Il provvedimento, che rientra nella strategia di semplificazione della pac, andrà a regime in due anni e interesserà circa 150.000 domande. Il decreto prevede anche l’eliminazione delle trattenute sui trasferimenti dei titoli disaccoppiati

Sta per essere pubblicato un decreto ministeriale che apporta importanti modifiche in materia di pagamenti diretti della pac. Il provvedimento è stato valutato nel corso dell’ultima Conferenza Stato-Regioni e ora deve solo essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Gli argomenti in oggetto sono essenzialmente tre:
- l’introduzione, per la prima volta da quando è stato istituito il regime dei pagamenti diretti della pac, della soglia minima di aiuto richiesto al di sotto della quale non è corrisposto alcun pagamento (plafonamento verso il basso);
- la gestione delle superfici ritirate dalla produzione;
- le trattenute da effettuare ogni qual volta si verifica un trasferimento di titoli disaccoppiati da un agricoltore a un altro.
Il nuovo provvedimento ministeriale, da tempo allo studio, si muove lungo due fondamentali direttrici: la semplificazione nell’applicazione della pac e lo snellimento delle disposizioni applicative, anche per consentire il pieno utilizzo dei titoli ed evitare, come capitato nel corso del 2005, di lasciare nelle casse dell’Unione Europea delle risorse finanziarie altrimenti destinate ai nostri agricoltori.

Un taglio in due tappe
Per quanto riguarda la soglia minima di aiuto richiesto nella domanda unica per dare luogo alla effettiva erogazione del premio, il decreto Mipaaf che ha ottenuto il via libera della Conferenza Stato-Regioni prevede un approccio graduale in due tappe.
Nel 2007 si inizia con un limite di 50 euro per domanda, che sarà innalzato a 100 a partire dall’anno successivo. Pertanto, i richiedenti che presentano domande con pagamenti minimi dell’entità indicata non riceveranno alcun pagamento.
Il raggiungimento della soglia da parte del singolo richiedente deve essere calcolato tenendo conto della somma tra pagamenti disaccoppiati (valore dei titoli utilizzati) e pagamenti accoppiati (ad esempio articolo 69, premio qualità grano duro, aiuto per le colture energetiche).
La disposizione è stata formulata in coerenza con l’articolo 70 del regolamento comunitario 796/2004 ed è pertanto perfettamente coerente con il diritto europeo. Infatti è data la facoltà ai Paesi membri di non concedere alcun aiuto in caso di domande di importi inferiori a 100 euro.
Ma cosa implica questa scelta a livello italiano? La conseguenza è semplice: per i richiedenti con importi minimi non c’è alcuna possibilità di incassare gli aiuti e per il sistema amministrativo italiano ciò comporta una forte riduzione del numero delle pratiche da gestire.
Le prime stime indicano che potrebbero essere interessate circa 150.000 domande, il 10% rispetto al numero complessivo di istanze che sono state presentate nel corso del 2006. Un bel po’ di lavoro in meno per gli organismi pagatori e per le società di servizi in agricoltura che assistono gli operatori nel difficile compito di assicurare il regolare accesso al sostegno della pac.
Quanto agli importi che potrebbero non essere più erogati, si parla di circa 2 milioni di euro per il corrente anno e di 10 milioni dal 2008 in poi. Ma in questo caso siamo in presenza di stime tutte da verificare, perché non tengono conto delle possibili strategie attive messe in atto dagli agricoltori per rispondere al nuovo strumento dei pagamenti minimi.

Più libero il mercato dei titoli
La seconda novità del nuovo provvedimento ministeriale riguarda le trattenute che Agea attua in caso di movimentazione dei titoli disaccoppiati. A oggi, la maggior parte dei trasferimenti è assoggettata a prelievo lineare che serve per alimentare la riserva nazionale. Si può andare anche fino al 50% di riduzione del valore del titolo trasferito, in caso di compravendita senza terra eseguito dal terzo anno di applicazione del regime del pagamento unico aziendale.
La nuova disciplina sancita azzera le trattenute e comporta una generalizzata liberalizzazione del mercato dei titoli, i quali potranno passare di mano senza subire alcuna decurtazione.
Si tratta di una regola che sicuramente sarà accolta con favore dagli agricoltori e che darà vigore a un mercato dei trasferimenti che fino a oggi è stato frenato e scoraggiato. Alla base di tale scelta c’è la volontà politica di favorire il passaggio dei titoli da chi non ha terreno a sufficienza verso coloro che, invece, dispongono della necessaria superficie ammissibile. In tal modo, secondo chi ha proposto l’iniziativa, si dovrebbe rimediare al fenomeno del mancato utilizzo annuale dei diritti pac disaccoppiati.
Infine, c’è la norma sul set aside che, in presenza di calamità naturali ufficialmente riconosciute con circolare ministeriale, consente l’utilizzo delle superfici ritirate dalla produzione per coltivazioni da destinare per l’alimentazione del bestiame, a patto che il foraggio prodotto su tali superfici non sia venduto.
 

 

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