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2007 |
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GUIDA ILLUSTRATA ALLA PROPAGAZIONE DELLE PIANTE DA FRUTTO E DELLA VITE
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La moltiplicazione per innesto |
La moltiplicazione per innesto consiste nel fare in modo che parti di due piante (bionti), opportunamente accostate fra loro o inserite l’una nell’altra, si colleghino stabilmente a costituire una nuova, unica pianta.
La pianta che fornisce le radici viene chiamata soggetto o portinnesto; la parte dell’altra pianta che viene accostata al portinnesto o inserita in esso per fornire la chioma, o una parte di questa, viene detta marza o nesto o calma o gentile.
Affinché l’unione (attecchimento) delle due parti si verifichi regolarmente è ne¬cessario che si realizzino alcune condizioni fondamentali, e cioè:
• che esista affinità fra i due bionti; questa il più delle volte è determinata dalla vicinanza botanica, vale a dire che di solito l’affinità è massima fra le varietà appartenenti alla stessa specie botanica e diminuisce quando si cerca di unire specie diverse o addirittura generi botanici differenti. Vi sono tuttavia molte eccezioni; per esempio:
– il pero non si innesta sul melo, ma si può innestare su cotogno e biancospino;
– il cotogno però non si può innestare sul pero;
– il melo può attecchire sul pero ma si sviluppa male;
– il nespolo del Giappone si può innestare su cotogno o su biancospino, ma non è possibile il contrario;
– gli agrumi in generale si innestano su arancio amaro, ma questo non ha affinità con il limone Monachello;
• che la marza, di qualunque tipo essa sia, e il portinnesto vengano preparati in modo perfetto secondo le modalità che di volta in volta vengono indicate per ogni tipo di innesto;
• che le zone del tessuto cambiale delle due parti vengano a trovarsi in contatto; infatti dal cambio, che è un tessuto generatore sempre molto attivo, si svilupperanno nel punto di innesto i nuovi tessuti che permetteranno di stabilire la comunicazione fra marza e soggetto;
• che esistano condizioni di temperatura e di umidità adatte al tipo di innesto;
• che ogni tipo di innesto sia effettuato nella stagione opportuna (vedi tabella a pag. 14) e che lo stato vegetativo del portinnesto, per gli innesti primaverili, sia più avanzato di quello della marza;
• che si applichi la marza sempre rispettandone la polarità, cioè la posizione che essa aveva sulla pianta da cui è stata prelevata, con le gemme rivolte verso l’alto;
• che, subito dopo l’esecuzione, al punto di innesto vengano applicate le protezioni adatte a favorire l’attecchimento.
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