AGRICOLTURA BIOLOGICA - AMBIENTE |
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A Detmold abbiamo visto tutto ciò che serve per
lavorare i campi con i cavalli |
In Germania, a Detmold, si è tenuta lo scorso agosto una
manifestazione con esposizione di ogni tipo di attrezzatura agricola a
trazione animale. Hanno animato questa particolarissima fiera la gara di
aratura, la raccolta delle patate e le macchine costruite artigianalmente
dai coltivatori stessi
Se nel nostro Paese l’impiego del cavallo da tiro nelle aziende
agricole è solo per appassionati, negli Stati Uniti e nel Nord Europa
(Germania, Svezia) questo stupendo animale è molto usato nei lavori agricoli
e soprattutto nel bosco. In alcuni Stati europei (come ad esempio Germania,
Svezia, Belgio) l’accesso alle zone boscate per i lavori di esbosco nelle
aree tutelate o nei parchi è consentito solamente ai cavalli, in quanto
questo modo di lavorare preserva al massimo l’ambiente naturale e consente
di eseguire tutte le operazioni richieste per un corretto mantenimento della
foresta senza arrecare danni alla giovane vegetazione e allo strato di humus
che compone il terreno.
In Germania negli ultimi anni si è riscontrato un forte incremento dell’uso
della trazione animale con la conseguente necessità per gli agricoltori di
avere attrezzature specifiche.
In Germania la più grande manifestazione europea dedicata alle
attrezzature per la trazione animale
È nata quindi la necessità di mettere a disposizione degli utilizzatori
tutto ciò che di meglio si trova sul mercato e a questo scopo è nata a
Detmold (una cittadina posta nel Nord della Germania, nelle vicinanze di
Essen) la più grande manifestazione europea sulla trazione animale.
«Pferde Stark» è il nome di questa manifestazione, che ha cadenza biennale,
e che si svolge all’interno del museo etnografico «Westfälisches
Freilichtmuseum» di Detmold.
Nell’ultima edizione, che si è tenuta dal 27 al 28 agosto 2005 e che ha
visto la presenza di circa 20.000 visitatori, erano presenti e attivi più di
200 cavalli da tiro e macchinari di tutti i generi.
All’interno del museo, dove sono state ricostruite vecchie case, stalle e
strutture agricole dei secoli scorsi, ci si sposta solamente a piedi e in
questa occasione con taxi a cavallo messi a disposizione
dall’organizzazione.
Il museo occupa una superficie di parecchi ettari e l’area in cui si svolge
la manifestazione è un pianoro da cui si può ammirare il bellissimo panorama
delle colline circostanti, l’ambiente ideale per gustare uomini e cavalli al
lavoro in una immagine che sembra del secolo scorso.
Avvicinandosi al pianoro si vedono cavalli che arano, che lavorano il fieno,
che falciano, un movimento che entusiasma chi è appassionato del settore e
anche il curioso che con la famiglia vuole passare un fine settimana
diverso.
La gara di aratura
La gara di aratura è senz’altro il punto nevralgico. Una decina di coppie di
cavalli con diversi tipi di aratri sono condotte da altrettanti agricoltori
che portano dalle loro regioni e Stati esteri i segreti e gli strumenti per
essere i migliori.
Gli aratri sono di vari tipi, ma devono corrispondere a dei criteri generali
in modo da poter concorrere assieme; vengono controllate da esperti giudici
di gara le misure del vomere, dell’ala, la profondità di aratura e viene
valutata la capacità dell’aratro di accompagnare il terreno fino al solco
precedente, lasciando così la superficie lavorata molto regolare. In una
lavorazione così precisa si vede la perfetta intesa che il conducente ha con
i suoi animali, le redini quasi non servono, basta un sussurro a bassa voce
e il cavallo esegue precisamente ciò che il contadino gli ordina
evidenziando il rapporto di fiducia reciproca che li lega.
Nelle due giornate si succedono sul campo d’aratura tiri singoli, tiri a due
e anche un tiro a sei cavalli con bivomere.
Le attrezzature studiate per i cavalli presenti alla manifestazione
Piccole attrezzature – come sarchiatrici, erpici, estirpatori – si vedono in
opera nel piccolo vigneto creato appositamente per mostrare le varie
lavorazioni superficiali del terreno che servono soprattutto per tenerlo
pulito dalle erbe infestanti.
L’associazione francese «Prommata», che si occupa della formazione teorica e
pratica promuovendo dei corsi che consentono di conoscere e utilizzare il
cavallo nei lavori agricoli, ha presentato varie piccole attrezzature
studiate appositamente per i piccoli agricoltori che lavorano nelle zone
marginali e nel terzo mondo, che non hanno grandi disponibilità economiche.
Le attrezzature sono totalmente meccaniche e semplici nella costruzione e
non necessitano di nessuna chiave per le regolazioni e la sostituzione degli
utensili, che viene eseguita solo con le mani.
Quello della raccolta delle patate con un vecchio cavapatate è stato il
momento che più ha coinvolto il pubblico. Prima di iniziare la raccolta sono
stati distribuiti dei sacchetti di carta e dopo il passaggio dell’attrezzo i
ragazzini, sotto l’occhio vigile dei genitori, si sono gettati sul solco
lasciando il terreno perfettamente pulito.
Le attrezzature costruite dagli agricoltori e...
Alla manifestazione erano presenti anche le attrezzature costruite
direttamente da quegli agricoltori che si sono trovati davanti ad un
problema da risolvere e che si sono dati da fare non trovando sul mercato la
macchina giusta che li potesse aiutare.
...dalle ditte
Non mancavano comunque le ditte (svedesi, inglesi, francesi, svizzere,
tedesche e americane) che si dedicano allo studio e alla realizzazione di
moderne macchine per la trazione animale.
Da qualche anno vi sono in commercio nuove attrezzature che si avvalgono
anche di un motore a scoppio. Questa cosa ha un po’ diviso coloro che usano
il cavallo per lavorare la terra. C’è, infatti, chi ha fatto questa scelta
per avvicinarsi il più possibile alla natura, senza rumori inutili, senza
inquinamento e lontano dai ritmi frenetici a cui le macchine ci portano,
quindi attrezzi che funzionano solamente con il moto che prendono dal
rotolamento delle ruote a terra; altri invece pensano che sia necessario
adeguarsi e che un piccolo motore non tolga nulla all’armonia del lavoro.
Probabilmente non c’è nessuno che ha ragione e nessuno che ha torto, ognuna
di queste opinioni è supportata da motivazioni ben precise.
Costruire una falciatrice che funzioni con il solo moto delle ruote è molto
costoso e la richiesta del mercato non raggiunge quantità sufficienti a
consentire un abbattimento dei costi; invece costruire un telaio
porta-attrezzi con un motore che permette di usare una barra falciante di
quelle che comunemente si usano con il trattore e che hanno costi contenuti,
e che nello stesso tempo consente di usare altre attrezzature, diventando
così versatile e di conseguenza più facilmente ammortizzabile, è una
soluzione che piace a molti.
A Detmold erano presenti varie tipologie di porta-attrezzi con motore a
scoppio, costruiti in Germania, in Inghilterra e negli Stati Uniti.
Il principio è sempre lo stesso, cambiano solo il sistema costruttivo e
alcune soluzioni tecniche. I telai costruiti negli Stati Uniti solitamente
montano motori più potenti per il fatto che vengono usati per lavorare con
grosse macchine (gli Amish, i maggiori utilizzatori del cavallo, impiegano
nei loro campi grosse rotopresse, falciacondizionatrici ed erpici rotanti, e
queste macchine hanno bisogno di una notevole potenza per funzionare). I
modelli europei sono più piccoli, con motori di minore potenza, più adatti
alle nostre realtà e a volte si dimostrano più interessanti anche per gli
americani.
La prossima edizione della manifestazione di Detmold si terrà a fine agosto
2007.
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