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2008 |
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Ma per competere sui mercati esteri servono ricerca e organizzazione
- Concentrare l’offerta della produzione nazionale
- Ricerca e genetica al servizio del melicoltore
- Mele biologiche vincenti in qualità
- Agrofarmaci, trasparenza e tracciabilità
È un buon momento per le mele italiane: il mercato estero apprezza
sempre di più le nostre produzioni, tanto che l’export è cresciuto del
20% dal 2003 al 2007.
A fare da traino a questa positiva congiuntura sono le realtà ad alta
vocazione, come la melicoltura trentina, che spuntano quotazioni
decisamente più alte della maggior parte delle varietà minori.
Il rovescio della medaglia? C’è anche in questo caso, ed è rappresentato
dagli elevati costi di produzione per ettaro (da 14.000 euro fino a
oltre 20.000 euro per le produzioni di montagna).
Ricerca e innovazione varietale devono inoltre rispondere alle esigenze
dei consumatori, orientati verso frutti a colorazione intensa, di buona
e uniforme pezzatura, ma soprattuto di qualità organolettiche sempre più
elevate. In questo senso i Consorzi di valorizzazione e i Club di
varietà possono aiutare adeguatamente a promuoverne il consumo. |
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