POLITICA
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A Bologna scoppia la guerra del Caip |
Coldiretti contro tutti.
Il Consorzio agrario di Bologna e Modena si è clamorosamente spaccato: da
una parte il presidente Pancaldi con la Coldiretti, dall’altra tutti gli
altri con scambi di accuse pesanti.
È da tempo ormai che la guerra tra la Coldiretti e le altre Organizzazioni
professionali va avanti neanche tanto sottotraccia: scelte diverse, prese di
posizione contrarie (comprese manifestazioni contro ministri della politiche
agricole in casa loro), ma mai una frattura diretta ed evidente. Oggi siamo
arrivati allo scontro vero e proprio.
Il terreno di gioco è il Consorzio agrario interprovinciale di Bologna e
Modena (Caip), ma le regole del gioco non ci sono: valgono anche i colpi
bassi. E infatti, temendo colpi di mano, il presidente del Caip, Marco
Pancaldi, già presidente provinciale Coldiretti, ha piazzato un paio di
guardie giurate davanti alla direzione del Consorzio. Entrano solo gli
autorizzati.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’adesione di Assocap,
l’Associazione nazionale dei Consorzi, presieduta dallo stesso Pancaldi,
alla Coldiretti lasciando di stucco tutti gli altri, soprattutto
Confcooperative, che aveva ospitato nella sede nazionale gli uffici di
Assocap. Un’operazione presa molto male dai consiglieri del Consorzio
bolognese di estrazione Cia, Confagricoltura e Copagri, che da oltre un anno
avevano rapporti molto tesi con il presidente, anche se in apparenza tutto
sembrava filare in perfetta armonia: poco più di un mese fa è stato
approvato un bilancio che per la prima volta dopo anni presentava degli
utili.
Ma l’evidente forzatura di Pancaldi, si sono detti in Cia, in
Confagricoltura e in Copagri bolognesi, non poteva essere trascurata. E così
i consiglieri hanno richiesto la convocazione di un consiglio
d’amministrazione che avesse al primo punto l’esame della vicenda Assocap e
al secondo punto la messa in discussione del presidente con la richiesta
delle sue dimissioni.
Come tutta risposta Pancaldi ha avviato a tamburo battente una raccolta di
firme tra i coldiretti per chiedere un’assemblea straordinaria per il
rinnovo delle cariche (che sarebbero scadute naturalmente nel maggio 2010).
L’assemblea è prevista per il 17 luglio. Ma i consiglieri Confagricoltura e
Cia hanno impugnato la convocazione affermando che, secondo lo statuto, deve
essere il Consiglio di amministrazione a convocare l’assemblea e non il
presidente. Così il vicepresidente, Romano Bertuzzi, ha convocato l’8 luglio
un cda che ha dichiarato l’illegalità dell’assemblea del 17 luglio.
La difesa di Pancaldi
Pancaldi risponde di aver agito nella massima correttezza istituzionale e si
affida agli avvocati, oltre che ai vigilantes. Avvocati in campo anche
dall’altra parte.
Quindi in tutto questo fragore d’armi c’è una certezza: chiunque esca
vincitore dall’assemblea sarà immediatamente contestato dagli sconfitti a
suon di citazioni e carte bollate. Con tanti saluti alla gestione unitaria e
solidale del Consorzio bolognese-modenese, che andrà comunque in frantumi.
I presidenti di Confagricoltura Bologna, Antonio Caliceti, e della Cia, Gian
Luca Cristoni, sono concordi nell’affermare che i margini di trattativa sono
ormai inesistenti. Sembra che sia stato proposto un accordo: presidenza a un
esponente Coldiretti, ma via Pancaldi. Da Palazzo Rospigliosi è arrivato un
secco no e si andrà alla conta.
Il clima è arroventato e siamo ormai arrivati agli appelli ai soci a suon di
pagine a pagamento sui quotidiani locali. Da parte sua Pancaldi è
tranquillo. La macchina organizzativa della Coldiretti è in movimento con la
sua proverbiale efficienza e si prepara a issare il vessillo bianco-giallo
sugli impianti di via Mattei.
Ma anche sull’altro fronte la mobilitazione è forte, con la speranza segreta
che gruppi di Coldiretti rompano il fronte. Il presidente Pancaldi rimanda
la palla nel campo avversario e si dice vittima di un complotto politico
diretto a escludere la Coldiretti dal Caip. E l’adesione a freddo di Assocap
alla Coldiretti? Pancaldi risponde che i soci bolognesi del Caip non hanno
alcun titolo a occuparsi di Assocap. E, per quanto riguarda l’adesione
dell’associazione nazionale alla Coldiretti, lo stesso Pancaldi la mette
così: «I Consorzi sono cooperative, afferma, ma cooperative anomale che
esigono una legislazione particolare. In principio si pensava di far
confluire i Consorzi in Confcooperative, ma in seguito ci si è accorti che
per rafforzare le strutture con mezzi economici e con una normativa speciale
era più adatta la Coldiretti. La nostra adesione alla Coldiretti, conclude
Pancaldi, non è onerosa, così come l’uso degli uffici. E neppure i
rappresentanti di Confagricoltura si sono opposti».
Sembra evidente che Bologna sia stata scelta come banco di prova per lo
scontro Coldiretti-resto del mondo agricolo. Dall’esito dipenderà
probabilmente il grado di conflittualità futura tra le Organizzazioni
professionali.
Intanto, come primo risultato dello scontro bolognese, si registra un
ulteriore avvicinamento tra Cia e Confagricoltura nazionali. Già in questi
giorni si sono svolti incontri per approfondire temi e iniziative comuni.
Non è certo in vista una fusione, ma l’esigenza di far fronte comune
potrebbe avere risultati fino a oggi non previsti.
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