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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
21
 23 - 29 Mag.

  2008
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Attualità, L'Informatore Agrario POLITICA

La suinicoltura italiana a rischio serrata

Appuntamento al mipaaf il 28 maggio.
Se non ci saranno schiarite sul fronte dei prezzi pagati agli allevatori si bloccherà la filiera dei salumi dop.


Da alcune settimane gli allevatori, in segno di protesta contro i bassi prezzi dei suini nazionali inseriti nel circuito dei Consorzi di Parma e San Daniele, hanno dato vita, con il sostegno delle organizzazioni agricole nazionali Cia, Coldiretti e Confagricoltura, al cosiddetto «sciopero del prosciutto» che consiste nel consegnare i suini privi della certificazione dop.
I certificati intermedi relativi agli animali sono stati, infatti, consegnati alle Apa che si sono rese disponibili a raccoglierli rilasciando una ricevuta. Ogni Apa ha poi trasmesso ad Anas il numero di suinicoltori che hanno aderito, con il totale delle loro produzioni annuali di suinetti e di suini grassi.
Con questa protesta gli allevatori hanno inteso attirare l’attenzione delle istituzioni e dei consumatori sul fatto che il prodotto di qualità viene retribuito meno di quello anonimo di importazione. E uno dei primi temi che verrà posto all’attenzione del nuovo ministro Luca Zaia sarà certamente la grave e preoccupante crisi del comparto suinicolo: l’incontro al Ministero con tutta la filiera suinicola è già stato fissato per il 28 maggio.
La protesta ha riscosso sempre più adesioni da parte degli allevatori, segno del disagio crescente. All’ultimo appuntamento, tenutosi il 20 maggio a Reggio Emilia, sono stati consegnati al Comitato di coordinamento i timbri per certificati di oltre 1.200 allevamenti.
Il Comitato di coordinamento, partecipato dalle Organizzazioni agricole nazionali, soddisfatto del risultato finora raggiunto, ha spiegato le ragioni della protesta al fine di incontrare i rappresentanti dei macellatori e dei trasformatori, oltre ai due principali Consorzi del Prosciutto di Parma e San Daniele, per verificare tutte le possibili azioni da sottoporre alle Amministrazioni nazionali e comunitarie per il rilancio della filiera.
In particolare il Comitato ha steso un promemoria nel quale ha riportato i sette punti in cui sono state riassunte le seguenti rivendicazioni dei suinicoltori.
- Una precisa distinzione della filiera dop da altri tipi di produzione.
- Il rafforzamento dell’identificazione e della comunicazione dell’origine italiana del prodotto (etichettatura, decollo del marchio Gsp - Gran suino padano, igp che prevedano l’utilizzo di carni suine italiane, ecc.).
- La programmazione quanti-qualitativa dei circuiti dop.
- La previsione di una differenziazione di prezzo per i suini certificati per le dop.
- La rivisitazione del cosiddetto «decreto salumi» a tutela dei salumi prodotti con carni di suini nati ed allevati in Italia e a favore di una trasparente informazione del consumatore.
- La valutazione della fattibilità, in particolare dal punto di vista economico, dell’implementazione di una filiera per la produzione di un suino medio-pesante di 130-135 kg con destinazione diversa dal circuito dop e con l’obiettivo di diversificare la produzione italiana.
- L’individuazione dei contenuti di un provvedimento da chiedere al Governo finalizzato a favorire il riequilibrio dei rapporti economici tra i produttori e i trasformatori con la distribuzione e in particolare la grande distribuzione organizzata.
La Cia ha definito lo sciopero del prosciutto come «una mobilitazione per redditi più equi e contro costi di produzione che rischiano praticamente di mettere fuori mercato le nostre produzioni di pregio».
Gli allevatori – è stato ribadito anche dal Comitato di coordinamento nazionale a Reggio Emilia – sono allo stremo e non possono più operare in queste condizioni, con i redditi che in poco tempo si sono dimezzati. Sono, quindi, nell’impossibilità di proseguire la produzione di suini pesanti, stante un prezzo di mercato che non li differenzia dal prodotto leggero da macelleria e, soprattutto, da quelli esteri che sono meglio pagati.
 

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