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Considerando le sempre maggiori carenze idriche, il Crpa ha messo a
confronto due tecniche irrigue del prato stabile: aspersione e
scorrimento. I risultati non evidenziano significative differenze ma il
risparmio idrico è circa dieci volte superiore
I prati stabili si localizzano nelle aree di alta e media pianura
dell’Italia settentrionale dove si coniuga la presenza dell’allevamento
bovino con l’abbondanza d’acqua. Il sistema di irrigazione maggiormente
utilizzato è quello a scorrimento, che prevede un volume irriguo per
ogni adacquata in piena stagione di 800-1.000 m3/ha,un turno di 10-15
giorni, 10-15 interventi e un conseguente volume stagionale di
8.000-15.000 m3/ha.
In area destra Po la situazione irrigua è certamente problematica a
causa della limitatezza della risorsa idrica di provenienza appenninica
e dei costi energetici molto elevati necessari a sollevare l’acqua dal
fiume. Sul versante sinistro, invece, l’acqua è un fattore meno
limitante, per la relativa abbondanza e il costo più contenuto.
Quello idrico è un problema che si è aggravato negli ultimi anni a causa
del ripetuto verificarsi di annate siccitose. Il punto di massima
difficoltà è stato toccato nell’estate 2003, quando sono stati messi in
grave crisi, come si ricorderà, sia il settore agricolo sia quello
energetico.
di M. Ligabue, E. Bortolazzo, M. Davoli, R. Davolio, A. Battilani |