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L’innovazione riguarda soprattutto la possibilità d’impiego delle macchine su diversi tipi di foraggi. Particolare attenzione è stata riservata ai sistemi di sicurezza e alla qualità del foraggio, soprattutto in riferimento alle pressioni esercitate nelle varie parti della balla, alla lunghezza di taglio e alle perdite di prodotto

La necessità di aumentare la polivalenza d’impiego delle attrezzature ha spesso rappresentato il principale aspetto per cercare di avere macchine capaci di operare possibilmente senza interventi di adeguamento significativi su più colture, a diverso livello di umidità e su residui colturali.
Nell’ambito delle imballatrici le versioni che per ridotto impegno economico e praticità d’impiego trovano maggior apprezzamento presso gli utilizzatori sono le rotoimballatrici, spesso anche a discapito delle imballatrici prismatiche di grandi dimensioni (big-baler) che, pur dotate di maggior capacità di lavoro, hanno ancora significative limitazioni sotto alcuni aspetti gestionali prevalentemente legati alla frequente necessità di un rapido stoccaggio al coperto del prodotto raccolto.
Già alcuni decenni addietro si era assistito alla presentazione di modelli di rotoimballatrici con soluzioni mirate ad aumentare la polivalenza d’impiego e soprattutto a operare su foraggi di diversi livelli di umidità, anche se la stentata affermazione di tali tecniche di raccolta ne ha spesso seriamente limitato la diffusione.
Inoltre la maggior complessità costruttiva e funzionale, le maggiori necessità di manutenzione e assistenza unite a impegni economici non trascurabili per l’acquisto hanno rappresentato ulteriori limiti a una significativa affermazione di queste macchine. La semplicità costruttiva delle versioni di rotoimballatrici tradizionali a camera fissa e allo stesso tempo la possibilità d’intervento diretto da parte degli utilizzatori ha frequentemente rappresentato un parametro di scelta non secondario che in molti mercati ha portato all’affermazione dei modelli meno complessi...