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- Dimensione dell’acino e qualità dell’uva
- La sfogliatura precoce
La relazione tra la dimensione dell’acino e la qualità dell’uva, in
termini di equilibrio tra i componenti della bacca, non è scontata.
Sulle basi fisiologiche dei rapporti tra buccia, polpa e vinaccioli
indaga il primo articolo dello Speciale, sgombrando il campo da alcuni
luoghi comuni. L’acino piccolo, infatti, non è di per sé fattore di
qualità, perché in condizioni normali all’aumentare del suo peso il
rapporto tra buccia e polpa rimane invariato.
Diversamente, dal lavoro emerge come «forzando» la vite, per esempio
sottoponendola a stress idrico precoce in post-invaiatura o
defogliandola precocemente, si possa indurre un effetto differenziale
sulla crescita delle varie componenti dell’acino, «sbilanciando»
l’equilibrio verso il tanto ricercato aumento del rapporto tra buccia e
peso totale della bacca apportatore di qualità. È nella buccia, infatti,
che sono contenuti in larga maggioranza i costituenti più nobili e
gustativamente più importanti per la qualità del vino.
Alcuni altri aspetti della qualità dell’uva, come la sanità – in
particolare relativamente alla migliore efficacia dei trattamenti e alla
minore incidenza degli attacchi di botrite – oltre che l’assenza di
scottature, si giovano della sfogliatura precoce. L’indicazione che
emerge dal secondo articolo dello Speciale è generalizzabile, provenendo
da indagini svolte su numerosi vigneti differenti tra loro per varietà,
portinnesto, forma di allevamento ed esposizione.
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