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Sol, l’altra faccia del successo |
Protagonista anche l'olio extravergine d'oliva.
Se si concluderà positivamente la questione dell’origine in etichetta si
sarà fatto un bel passo in avanti, ma poi occorrerà «riempire» di qualità
certa il concetto di italianità.
Se
Vinitaly cresce di anno in anno in numeri e in prestigio, bisogna dire che
Sol, il Salone dell’olio extravergine di oliva, non è da meno. Nato come
«accessorio» alla kermesse del vino, si è conquistato un ruolo di primo
piano ed è cresciuto di pari passo con il prestigio nel mondo dell’olio
italiano.
L’edizione di quest’anno ha confermato il successo sia della manifestazione
che del prodotto, con una folta presenza di pubblico e di operatori italiani
ed esteri. Le degustazioni hanno fatto registrare il tutto esaurito ed è
bello segnalare l’applauso seguito all’assaggio degli oli vincitori del
concorso Sol d’Oro.
Buone notizie per l’origine in etichetta
Da Verona è rimbalzata la notizia che forse l’Unione Europea sta finalmente
arrivando a condividere la posizione italiana sull’indicazione in etichetta
dell’origine della materia prima, cioè delle olive.
Come ha illustrato nel corso di un convegno il direttore di Unaprol -
Consorzio olivicolo italiano, Ranieri Filo della Torre, il lungo braccio di
ferro che per dieci anni ha opposto l’Italia alla Commissione, con tanto di
deferimenti alla Corte di giustizia, sembra aver trovato finalmente un
ragionevole punto di incontro. Il Comitato di gestione oli e grassi sta
infatti discutendo una modifica al regolamento 1019/02 che prevede quattro
diverse tipologie di etichettatura:
-
il prodotto realizzato al 100% con materia prima di un Paese membro (ad
esempio il made in Italy);
- la miscela di prodotti comunitari;
- la miscela di oli provenienti in parte dall’Ue e in parte da Paesi terzi;
- il prodotto realizzato con oli provenienti solo da Paesi extracomunitari.
Si tratta di un notevole passo in avanti, anche se bisognerà vigilare
affinché la cosa vada in porto e non ci siano «sorprese» come
l’autorizzazione a usare miscele con oli di semi.
Durante il convegno Unaprol è stato detto chiaramente, a cominciare dal
presidente Massimo Gargano, che per sfruttare il momento positivo del
mercato (da qui al 2017 si stima un raddoppio dei consumi) è necessario
rendere la tipicità del prodotto, l’italianità, la qualità e la diversità
dei sapori il perno principale delle nostre strategie di mercato.
Per ottenere questi risultati è necessario che le aziende italiane
investano, perché nel resto del mondo, non solo in Spagna ma anche nel
Maghreb, già lo stanno facendo.
Solo chi investe può guardare al proprio futuro con fiducia.
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