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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
13
 28 Mar - 3 Apr

  2008
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Attualità, L'Informatore Agrario POLITICA

Semine boom per i frumenti

Dopo le quotazioni record degli ultimi mesi.
Gli investimenti a grano duro in Italia hanno toccato il massimo storico, con 1,7 milioni di ettari a coltura. È cresciuta del 14% anche la superficie destinata a frumento tenero. Sensibili incrementi anche nel resto d’Europa.


stime superfici frumentoLe semine dei cereali nell’autunno del 2007 sono state assai diverse dagli anni immediatamente precedenti.
Gli agricoltori italiani hanno reagito in modo evidente a due eventi di fondamentale importanza: l’impennata delle quotazioni delle materie agricole di base, con particolare riferimento al frumento duro e agli altri cereali, e la decisione dell’Unione Europea di fissare a zero il tasso percentuale di set aside obbligatorio per i raccolti del corrente anno.

Aumenti attesi
Da diverse settimane era diffusa la consapevolezza che quest’anno ci sarebbe stato un forte aumento delle semine dei cereali.
Ora quella che era solo un’impressione è diventata una concreta realtà, alla luce dei risultati dell’indagine condotta da Ismea, in collaborazione con Unione seminativi, sull’evoluzione della coltivazione nazionale di cereali autunno-vernini nella campagna di semina 2007-2008.
C’è stata un’esplosione delle semine di frumento duro e tenero e una parziale riduzione delle superfici investite a orzo.

Grano duro
Per il frumento duro l’indagine conoscitiva ha evidenziato una crescita delle superfici del 18% con un aumento del numero di ettari coltivati pari a circa 260.000, arrivando così a sfiorare la soglia di 1,7 milioni di ettari che è anche il massimo storico toccato dalla coltura negli ultimi anni in Italia.
Da notare la forte crescita della coltivazione di grano duro nelle regioni settentrionali, con incrementi superiori al 100% in Piemonte e in Veneto, al 70% in Emilia-Romagna e pare al 27% in Lombardia.

Frumento tenero e orzo
Per il frumento tenero le previsioni di Ismea indicano una superficie investita di 750.000 ha, grazie a un incremento di 92.000 ha rispetto al 2007, con un balzo del 14%.
Per quanto riguarda l’orzo, c’è stata una riduzione di 43.000 ha, pari al 13%.
Il documento Ismea sulle previsioni di semina per la corrente campagna riporta anche l’evoluzione temporale dei prezzi all’origine dei cereali, rilevando che dal 2003 a oggi c’è stata una lunga fase di stabilità che è durata fino alla metà del 2007, alla quale è poi seguita una fase di rapida e consistente lievitazione dei prezzi.
A fronte di quotazioni medie che si attestano attorno a 150 euro/t, nel corso del periodo giugno 2003 giugno 2007, l’attuale quotazione del frumento duro in Italia si attesta attorno a 500 euro/t.
Inferiore è stato l’incremento del prezzo del frumento tenero, che a febbraio 2008 si è attestato a 278 euro/t, con un aumento del 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e dell’orzo quotato 262 euro/t.

Cosa succede in Europa
Anche nel resto d’Europa si è registrato un incremento della superficie coltivata a cereali nel corso della corrente campagna di commercializzazione.
La Commissione europea ha recentemente calcolato un aumento delle semine di cereali di 2,9 milioni di ettari, per un incremento complessivo del 5,2% rispetto all’annata precedente.
Tutti i cereali sono in crescita, con incrementi percentuali compresi da un minimo del 2,4% per l’orzo, a un massimo del 10,1% per la segale.
Le proiezioni della Commissione calcolano un aumento della superficie a frumento tenero, nell’Unione Europea a 27 Paesi membri, di 1,5 milioni di ettari e un incremento della coltivazione di mais di 400.000 ha (+5,3%).
Per quanto riguarda l’andamento della produzione stimata, la Commissione europea prevede un aumento dell’offerta cerealicola complessiva del 10,3%, a fronte di un incremento delle superfici del 5,2%.
Evidentemente si conta su un favorevole andamento climatico e su un aumento delle rese rispetto alla campagna di commercializzazione precedente.
Gli agricoltori europei hanno in tal modo reagito alla favorevole congiuntura di mercato, che ha prodotto un aumento dell’indice dei prezzi all’origine dei prodotti cerealicoli del 50,3% nel corso del 2007 (fonte Eurostat), a fronte di un più modesto incremento del 7,5% dell’indice che rappresenta la totalità dei prodotti agricoli e zootecnici.
Di contro, sempre nel 2007 e per l’intera Unione Europea a 27, si è verificato un incremento dell’indice dei prezzi dei fattori produttivi utilizzati nell’azienda agricola, per un importo pari al 6,1% per i beni e servizi correnti e per gli investimenti in agricoltura. Pertanto, l’aumento dei costi di produzione è risultato inferiore a quello dei prezzi di vendita dei prodotti agricoli, almeno per quanto riguarda il settore dei cereali.
La notizia dell’incremento delle semine dei cereali in Italia e in Europa è stata giudicata favorevolmente dagli operatori economici e dall’opinione pubblica, entrambi preoccupati di avere garantito un adeguato approvvigionamento di materie prime di base e, possibilmente, di tenere sotto controllo il fenomeno dell’aumento dei prezzi che sta causando, in Europa e nel mondo, la crescita del tasso di inflazione alimentare.
 

Sommario C.Di.


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