POLITICA
|
|
Dubbi operativi per le op ortofrutticole |
I produttori chiedono certezze giuridiche.
L’impostazione delle attività delle organizzazioni di produttori nel 2008
solleva molte incertezze, perché la normativa è ancora troppo astratta.
L’elaborazione del Piano strategico nazionale.
Nella riforma dell’ocm ortofrutta un punto cardine, che modifica nella
sostanza le vecchie procedure, può essere considerato l’introduzione di una
strategia nazionale che lo Stato membro è chiamato a elaborare e rendere
vincolante in materia di programmi operativi sostenibili sul mercato
ortofrutticolo.
Questo Piano strategico nazionale (ai sensi del regolamento Ce n. 1182/2007,
art. 12, e del regolamento Ce n. 1580/2007, art. 57) deve contenere, in
particolare:
- analisi della situazione e strategia scelta con giustificazione delle
priorità selezionate;
- obiettivi e strumenti dei programmi operativi, con i relativi indicatori
di rendimento;
- designazione delle autorità competenti e degli organismi responsabili che
vengono incaricati sia della gestione, sia della sorveglianza e valutazione
della Strategia nazionale;
- descrizione dei sistemi di sorveglianza e valutazione, con indicatori di
rendimento, elencati negli allegati al Piano.
Ma non basta. Gli Stati membri sono, inoltre, chiamati a fissare le
percentuali massime delle risorse che possono essere spese per ogni singola
azione, per garantire un giusto equilibrio del programma operativo.
Una considerevole parte della strategia, poi, si occupa della disciplina
ambientale, materia sempre più all’attenzione di Bruxelles
Tra i contenuti della strategia e quelli dei piani di sviluppo rurale vi
dovrà essere, infine, coerenza e complementarietà. Questo è un punto
fondamentale del nuovo approccio strategico dell’Unione Europea, che si basa
sull’integrazione tra programmazione comunitaria, nazionale e regionale.
Tornando alle organizzazioni di produttori (op), dunque, se queste vogliono
usufruire delle nuove Misure e risorse dell’ocm riformata, devono adeguare i
loro programmi operativi, passando attraverso una nuova approvazione da
parte dello Stato membro, che verificherà la correttezza delle diverse
Azioni con quelle contenute nella sua Strategia nazionale.
Le difficoltà del 2008
Se questa costruzione teorica appare abbastanza chiara nella sua
formulazione generale, i problemi nascono quando si cerca di capire come
impostare, in pratica, l’attività delle op in questo periodo, che è a
cavallo tra il vecchio e il nuovo regime.
Molte incertezze e perplessità, infatti, emergono nell’affrontare i singoli
casi specifici, dato che il 2008 è considerato un anno di passaggio, in cui
la riforma è già entrata ufficialmente in vigore, mente la Strategia
nazionale può essere elaborata nel corso dell’anno (il termine ultimo per
essere formalizzata è l’1-1-2009). E a tale proposito alcune interpretazioni
della normativa non sempre sono quelle esatte, perché è proprio la normativa
a essere ancora troppo astratta.
Che fare, ad esempio, delle nuove Misure di prevenzione e gestione delle
crisi di mercato nel corso del 2008, se, appunto, la normativa prevede che
tali Misure, incluse nei programmi operativi, debbano seguire i dettami
della Strategia nazionale? Questo è solo uno dei tanti quesiti che, fino a
qualche settimana fa, creavano particolari apprensioni nelle op.
Negli ultimi Comitati di gestione a livello europeo la problematica è stata
discussa e ha portato, alla fine, a una nuova proposta legislativa della
Commissione che modifica il precedente regolamento n. 1580/2007, proprio per
permettere ai programmi operativi di includere già dall’inizio 2008 le
Misure anticrisi.
Queste norme transitorie, quindi, danno la facoltà agli Stati membri di
autorizzare fin dall’1-1-2008 ogni spesa contenuta nei programmi operativi
relativa alla prevenzione e gestione delle crisi di mercato, come, ad
esempio, la comunicazione, la promozione e valorizzazione dei prodotti, le
attività di formazione e, successivamente, durante la crisi, la raccolta
verde, la mancata raccolta e i ritiri.
Tutto ciò anche se la Strategia nazionale non fosse ancora entrata in
vigore, fermo restando che quest’ultima dovrà poi coprire a posteriori
l’attuazione di tali Misure con le modalità effettivamente seguite.
Per concertare le linee del Piano strategico nazionale, in Italia, come
anche negli altri Paesi europei, è stato istituito (dovrebbe uscire a tale
proposito un decreto) un Tavolo tecnico permanente (Ttp), di coordinamento,
costituito dal Mipaaf, dalle Regioni e dalle Provincie autonome, che
interloquisce con le Unioni nazionali delle op e con l’Organizzazione
interprofessionale ortofrutticola.
Le risposte europee
Sul versante comunitario, invece, nell’ambito del recente Gruppo consultivo
ortofrutticolo svoltosi a Bruxelles lo scorso 7 marzo, la Dg Agri (Direzione
generale agricoltura della Commissione europea) ha teso a rassicurare i
produttori europei sulla volontà di collaborare alla definizione dei casi
più controversi con il buonsenso necessario in questi casi.
A tutte le domande di chiarimento sui punti più controversi pervenute in
questi mesi alla Commissione verranno date risposte scritte. Eventuali
ritardi sono dovuti alle precisazioni relative ad alcune specifiche
questioni su cui la Dg Agri sta attendendo il parere dal suo Ufficio
legislativo.
Tale comportamento è sicuramente quello più razionale. In effetti, ciò di
cui le op hanno bisogno oggi è proprio la certezza giuridica delle loro
azioni, per poterle sostenere di fronte alle istituzioni, in qualunque
regione siano localizzate.
L’orientamento della Commissione è, quindi, quello di comunicare a breve
delle note interpretative che permettano di operare immediatamente e poi, a
fine anno, elaborare un testo normativo modificato.
Per ora ci si può ritenere soddisfatti dato che, nel corso del Gruppo
consultivo, la Dg Agri ha praticamente risposto in modo positivo ad alcune
delle principali questioni, ossia:
- le op che hanno programmi operativi in corso, già approvati nel 2007
secondo la vecchia normativa, possono adeguarli per alcune Misure e a certe
condizioni già dall’1-1-2008, anche se non vi è ancora una Strategia
nazionale pubblicata;
- in particolare, i programmi operativi già approvati nel 2007 secondo la
vecchia normativa e che includono anche l’acquisto di sementi/piantine
(misura non più finanziabile con la nuova riforma) possono ancora, per il
2008, essere finanziati per questa attività, dato che si tiene conto del
momento in cui sono stati approvati;
- allo stesso tempo, se gli stessi programmi operativi volessero includere
nuove Misure previste dalla riforma come, ad esempio, investimenti
nell’attività di trasformazione del prodotto, dovranno prima farsi approvare
i programmi operativi secondo la nuova normativa.
Questo potrà avvenire, presumibilmente, all’inizio dell’autunno e, quindi,
sempre nel 2008 potrà avere luogo anche questo tipo di investimenti.
|