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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
12
 21 - 27 Mar

  2008
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Attualità, L'Informatore Agrario POLITICA

Dubbi operativi per le op ortofrutticole

I produttori chiedono certezze giuridiche.
L’impostazione delle attività delle organizzazioni di produttori nel 2008 solleva molte incertezze, perché la normativa è ancora troppo astratta. L’elaborazione del Piano strategico nazionale.


Nella riforma dell’ocm ortofrutta un punto cardine, che modifica nella sostanza le vecchie procedure, può essere considerato l’introduzione di una strategia nazionale che lo Stato membro è chiamato a elaborare e rendere vincolante in materia di programmi operativi sostenibili sul mercato ortofrutticolo.
Questo Piano strategico nazionale (ai sensi del regolamento Ce n. 1182/2007, art. 12, e del regolamento Ce n. 1580/2007, art. 57) deve contenere, in particolare:
- analisi della situazione e strategia scelta con giustificazione delle priorità selezionate;
- obiettivi e strumenti dei programmi operativi, con i relativi indicatori di rendimento;
- designazione delle autorità competenti e degli organismi responsabili che vengono incaricati sia della gestione, sia della sorveglianza e valutazione della Strategia nazionale;
- descrizione dei sistemi di sorveglianza e valutazione, con indicatori di rendimento, elencati negli allegati al Piano.
Ma non basta. Gli Stati membri sono, inoltre, chiamati a fissare le percentuali massime delle risorse che possono essere spese per ogni singola azione, per garantire un giusto equilibrio del programma operativo.
Una considerevole parte della strategia, poi, si occupa della disciplina ambientale, materia sempre più all’attenzione di Bruxelles
Tra i contenuti della strategia e quelli dei piani di sviluppo rurale vi dovrà essere, infine, coerenza e complementarietà. Questo è un punto fondamentale del nuovo approccio strategico dell’Unione Europea, che si basa sull’integrazione tra programmazione comunitaria, nazionale e regionale.
Tornando alle organizzazioni di produttori (op), dunque, se queste vogliono usufruire delle nuove Misure e risorse dell’ocm riformata, devono adeguare i loro programmi operativi, passando attraverso una nuova approvazione da parte dello Stato membro, che verificherà la correttezza delle diverse Azioni con quelle contenute nella sua Strategia nazionale.

Le difficoltà del 2008
Se questa costruzione teorica appare abbastanza chiara nella sua formulazione generale, i problemi nascono quando si cerca di capire come impostare, in pratica, l’attività delle op in questo periodo, che è a cavallo tra il vecchio e il nuovo regime.
Molte incertezze e perplessità, infatti, emergono nell’affrontare i singoli casi specifici, dato che il 2008 è considerato un anno di passaggio, in cui la riforma è già entrata ufficialmente in vigore, mente la Strategia nazionale può essere elaborata nel corso dell’anno (il termine ultimo per essere formalizzata è l’1-1-2009). E a tale proposito alcune interpretazioni della normativa non sempre sono quelle esatte, perché è proprio la normativa a essere ancora troppo astratta.
Che fare, ad esempio, delle nuove Misure di prevenzione e gestione delle crisi di mercato nel corso del 2008, se, appunto, la normativa prevede che tali Misure, incluse nei programmi operativi, debbano seguire i dettami della Strategia nazionale? Questo è solo uno dei tanti quesiti che, fino a qualche settimana fa, creavano particolari apprensioni nelle op.
Negli ultimi Comitati di gestione a livello europeo la problematica è stata discussa e ha portato, alla fine, a una nuova proposta legislativa della Commissione che modifica il precedente regolamento n. 1580/2007, proprio per permettere ai programmi operativi di includere già dall’inizio 2008 le Misure anticrisi.
Queste norme transitorie, quindi, danno la facoltà agli Stati membri di autorizzare fin dall’1-1-2008 ogni spesa contenuta nei programmi operativi relativa alla prevenzione e gestione delle crisi di mercato, come, ad esempio, la comunicazione, la promozione e valorizzazione dei prodotti, le attività di formazione e, successivamente, durante la crisi, la raccolta verde, la mancata raccolta e i ritiri.
Tutto ciò anche se la Strategia nazionale non fosse ancora entrata in vigore, fermo restando che quest’ultima dovrà poi coprire a posteriori l’attuazione di tali Misure con le modalità effettivamente seguite.
Per concertare le linee del Piano strategico nazionale, in Italia, come anche negli altri Paesi europei, è stato istituito (dovrebbe uscire a tale proposito un decreto) un Tavolo tecnico permanente (Ttp), di coordinamento, costituito dal Mipaaf, dalle Regioni e dalle Provincie autonome, che interloquisce con le Unioni nazionali delle op e con l’Organizzazione interprofessionale ortofrutticola.

Le risposte europee
Sul versante comunitario, invece, nell’ambito del recente Gruppo consultivo ortofrutticolo svoltosi a Bruxelles lo scorso 7 marzo, la Dg Agri (Direzione generale agricoltura della Commissione europea) ha teso a rassicurare i produttori europei sulla volontà di collaborare alla definizione dei casi più controversi con il buonsenso necessario in questi casi.
A tutte le domande di chiarimento sui punti più controversi pervenute in questi mesi alla Commissione verranno date risposte scritte. Eventuali ritardi sono dovuti alle precisazioni relative ad alcune specifiche questioni su cui la Dg Agri sta attendendo il parere dal suo Ufficio legislativo.
Tale comportamento è sicuramente quello più razionale. In effetti, ciò di cui le op hanno bisogno oggi è proprio la certezza giuridica delle loro azioni, per poterle sostenere di fronte alle istituzioni, in qualunque regione siano localizzate.
L’orientamento della Commissione è, quindi, quello di comunicare a breve delle note interpretative che permettano di operare immediatamente e poi, a fine anno, elaborare un testo normativo modificato.
Per ora ci si può ritenere soddisfatti dato che, nel corso del Gruppo consultivo, la Dg Agri ha praticamente risposto in modo positivo ad alcune delle principali questioni, ossia:
- le op che hanno programmi operativi in corso, già approvati nel 2007 secondo la vecchia normativa, possono adeguarli per alcune Misure e a certe condizioni già dall’1-1-2008, anche se non vi è ancora una Strategia nazionale pubblicata;
- in particolare, i programmi operativi già approvati nel 2007 secondo la vecchia normativa e che includono anche l’acquisto di sementi/piantine (misura non più finanziabile con la nuova riforma) possono ancora, per il 2008, essere finanziati per questa attività, dato che si tiene conto del momento in cui sono stati approvati;
- allo stesso tempo, se gli stessi programmi operativi volessero includere nuove Misure previste dalla riforma come, ad esempio, investimenti nell’attività di trasformazione del prodotto, dovranno prima farsi approvare i programmi operativi secondo la nuova normativa.
Questo potrà avvenire, presumibilmente, all’inizio dell’autunno e, quindi, sempre nel 2008 potrà avere luogo anche questo tipo di investimenti.
 

Sommario Giuliana Roncolini


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