POLITICA
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Aiuto di Stato a rilento per il pomodoro |
Già stanziati 10 milioni di euro.
Tarda la definizione delle procedure di assegnazione delle risorse, che
devono essere spese non oltre la metà di giugno prossimo poiché sono di
competenza della campagna 2007-2008.
Il decreto attuativo, che disciplina il periodo transitorio di aiuti
parzialmente accoppiati al settore del pomodoro da industria, è stato
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 41 del 18-2-2008. Quello che riguarda
la frutta trasformata (esclusi gli agrumi) è oggetto, in questi giorni, di
ultime limature e probabilmente diventerà definitivo a breve.
Tutti e due i decreti hanno dovuto superare lo scoglio della definizione di
una resa minima a ettaro (nel caso del pomodoro, diversa per area
geografica) per fissare un tetto di consegna minima della materia prima
all’industria. L’entità del tetto è stato oggetto di concertazione tra la
filiera ortofrutticola e il Mipaaf.
Sta
volgendo al termine anche la ricognizione preventiva tra i produttori
ortofrutticoli italiani, condotta in questi mesi su tutto il territorio
nazionale dai Caa (Centri di assistenza agricola) per poter quantificare,
per ogni singola azienda, l’entità del titolo a ettaro che verrà
riconosciuto in base alle quantità di prodotto consegnate all’industria nei
periodi di riferimento. Anche in questo caso Agea sta valutando alcune
richieste dei produttori di riconoscimento di particolari casistiche
eccezionali ai fini del calcolo dell’aiuto. È materia, ovviamente complessa,
ma in via di definizione.
Insieme alla ricognizione sta andando avanti anche il censimento, che sempre
i Caa stanno svolgendo al fine di identificare quei soggetti che, non avendo
mai prodotto per l’industria e, quindi, non avendo mai percepito aiuti
diretti, non figurano nella banca dati di Agea.
Come noto, una prima importante ricaduta di questo lavoro di certificazione
dei nuovi soggetti sarà l’assegnazione, già da quest’anno, di un titolo a
ettaro a quegli agricoltori che producono agrumi per il mercato del fresco
senza aver mai percepito aiuti diretti in passato.
Analoghi effetti positivi del censimento per gli altri produttori
ortofrutticoli non sono ancora stati chiariti dal Ministero, ma si può dire
che, nella sostanza, costituiscono un primo passo verso l’acquisizione di
futuri diritti, quando la pac verrà ulteriormente riformata, come è già in
calendario.
Aiuti in sospeso
Ciò che, invece, è ancora rimasto in sospeso (verrebbe da dire stranamente),
è l’aiuto di Stato che il nuovo regolamento comunitario dell’ocm ortofrutta
(n. 1182/2007, art. 43) ha autorizzato per due Stati membri (Spagna e
Italia), al fine di «aiutare il settore della trasformazione dei pomodori ad
adeguarsi alle nuove disposizioni della riforma».
La possibilità di concedere un aiuto di Stato una tantum ai produttori di
pomodoro, per la campagna di commercializzazione 2007-2008, era stata
richiesta, in realtà, solo dalla Spagna, dato che era fondamentale
un’integrazione di aiuto ai produttori spagnoli che, in seguito a precedenti
splafonamenti del tetto massimo di trasformazione, si vedevano decurtare in
quella campagna di due terzi il contributo comunitario.
Pur essendo migliore la situazione italiana, dove le penalizzazioni lo
scorso anno hanno comportato una più modesta riduzione dell’aiuto da 34,5 a
27 euro/t circa, la Commissione europea ha concesso al nostro Governo
un’autorizzazione analoga per non discriminare i produttori italiani sul
mercato internazionale.
C’è da dire che gli spagnoli si avvalsero immediatamente di tale
opportunità, ripartendo tra tutti i produttori della campagna in questione
un aiuto di Stato integrativo del contributo comunitario.
In Italia, invece, le procedure concrete di assegnazione di tale aiuto non
sono ancora state avviate, mentre lo stanziamento delle risorse (10 milioni
di euro) è già avvenuto con la legge 222 del 29-11-2007. La situazione non
appare particolarmente complessa, ma mancano ancora alcuni tasselli. Vediamo
quali.
Se andiamo a leggere la legge 222 (art.42, comma 2) vengono, in effetti,
previste «misure nazionali a supporto della riforma dell’ocm ortofrutta, nei
limiti di 10 milioni di euro per l’anno 2007».
Tali risorse vengono ricavate da una corrispondente riduzione di
un’agevolazione prevista per le imprese agricole e agroalimentari dalla
Finanziaria del 2007 (legge 296 del 27-12-2006). In particolare, in quella
Finanziaria, al comma 289, si prevedeva un fondo triennale per il periodo
2007-2008-2009, destinato a credito d’imposta a beneficio delle aziende
soggette al regime obbligatorio di certificazione e controllo della qualità
(reg. 2092/1991 e 510/2006).
Nel novembre scorso, visto che tali risorse finanziarie non erano ancora
state utilizzate, si è pensato di decurtarle per finanziare, appunto, questa
nuova voce di spesa relativa all’aiuto di Stato.
Come mai, allora, dal novembre scorso non è ancora partita alcuna procedura
di assegnazione di tale aiuto ai produttori?
In sostanza, si tratta della stessa operazione effettuata dal Governo
spagnolo a fine 2007. Una procedura assolutamente semplice e non onerosa,
oltre a essere doverosa nei confronti dei nostri produttori.
Non si tratterà, c’è chi dice, di una grande cifra, perché, tenendo conto
della materia prima consegnata lo scorso anno, l’integrazione sarebbe poco
più di 2 euro/t, ma questo era già noto quando si decise per tale aiuto e,
comunque, può alleviare di un minimo le difficoltà dei produttori di
pomodoro che, gradualmente, vedono lievitare i propri costi di produzione o
per carenze idriche, come nel Foggiano, o per l’innalzamento generalizzato
dei prezzi, compresi i canoni di locazione dei terreni.
I due tasselli mancanti
In pratica, alla procedura mancano ancora, inspiegabilmente, due tasselli:
- l’attivazione delle misure, prevista dalla legge 222, da parte di Agea;
- un decreto ministeriale, previsto anch’esso dalla stessa legge, che
stabilisca i criteri per il riparto di tali risorse tra le regioni
interessate.
In una recente riunione presso il Mipaaf, si è affrontata la questione,
ricordando che, cosa non marginale, le risorse possono essere spese non
oltre la metà di giugno, dato che sono di competenza della campagna pomodoro
2007-2008. Non possono, quindi, essere finalizzate a investimenti specifici
dei produttori nell’ambito della nuova campagna.
Resta, quindi, da capire, cosa stia aspettando Agea ad attivare le risorse
per riassegnarle proporzionalmente ai produttori di pomodoro da industria
che la scorsa campagna hanno effettivamente trasformato il prodotto.
Se si tratta, come è probabile, di dover procedere a un semplice sblocco
burocratico dello stanziamento, ancora presso il Ministero del tesoro,
crediamo che sia il caso di avviare tali procedure con rapidità, dato il
tempo limitato rimasto.
L’altro tassello, infine, relativo alla mancata ripartizione regionale dei
fondi tramite decreto del ministro, si potrebbe forse azzardare che è
francamente superfluo, dato che tale ripartizione avverrà automaticamente
attraverso l’assegnazione delle risorse ai legittimi percettori della scorsa
campagna.
Se il decreto è, comunque, un atto dovuto, sarà facilmente predisposto dopo
l’attivazione delle risorse.
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