GIARDINO |
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Alcuni suggerimenti pratici per coltivare con
successo le passiflore |
Dopo avervi presentato nello scorso numero alcune
interessanti specie e/o varietà di passiflora che resistono al
gelo – anche degli inverni della pianura padana – ecco qualche
consiglio su come coltivarle sia in piena terra che in vaso. Vi
precisiamo qui quando, come e dove piantarle, quale terriccio
preferiscono, come concimarle, innaffiarle, potarle,
moltiplicarle e difenderle dai parassiti
Le passiflore sono piante per la maggior parte dotate di
portamento rampicante e per questo motivo hanno bisogno di sostegni che
assecondino il loro vivacissimo sviluppo.
Sia le passiflore coltivate in piena terra che quelle coltivate in vaso
necessitano di supporti a cui addossarsi: le prime crescono infatti
superbamente se messe a dimora in prossimità di ringhiere, pergolati,
treillage, gazebo, ecc. (vedi i disegni riportati qui a fianco); le seconde,
invece, hanno bisogno di strutture più semplici, inserite nel vaso stesso e
realizzate con comuni tutori, pur sempre efficaci a sostenerle (vedi il
disegno riportato qui a fianco, in basso a destra).
La coltivazione in vaso permette di allargare la gamma di passiflore da
tenere in giardino, purché nella stagione fredda le si ricoveri in locali
riparati, anche non necessariamente riscaldati. Per quanto riguarda i vasi,
i migliori sono quelli in terracotta: garantiscono la traspirazione e sono
più stabili al vento.
Quando, come e dove metterle a dimora
Il momento migliore per mettere a dimora in piena terra le passiflore va da
maggio sino alla metà di giugno; in questo modo le piante avranno tutta
l’estate per affrancare l’apparato radicale e per irrobustire la parte aerea
prima che sopraggiunga la brutta stagione.
Per quanto riguarda la messa a dimora in vaso si può procedere in qualsiasi
momento dell’anno, evitando però i periodi freddi come quelli di grande
calura.
Le passiflore sono piante ideali sia per la coltivazione in giardino che per
quella su terrazzi e balconi, basta assicurare loro un terriccio abbastanza
leggero misto a sabbia o altro materiale inerte, tipo pomice o agriperlite
(5-10 %).
Per la coltivazione in vaso vi consigliamo di utilizzare, preparandovelo da
voi, un terriccio costituito da una parte di terriccio per cactacee, una
parte di terriccio universale (con pH pari a 6-6,5) e una parte di sabbia.
Se desiderate coltivare in piena terra alcune passiflore, come ad esempio la
Passiflora incarnata e la passiflora «Guglielmo Betto», sappiate che
crescono egregiamente anche in terreni poveri e sabbiosi; la Passiflora
caerulea accetta perfino suoli sassosi, crescendo però rigogliosa ed
invadente in quelli profondi e ricchi di sostanza organica.
Scavate una buca di dimensioni almeno doppie rispetto a quelle del vaso di
coltivazione e riempitela in parte della stessa terra di risulta mescolata
per metà con terriccio universale di sacco. Ponetevi la passiflora,
aggiungetevi l’altra parte di terra, sempre mescolata al 50% con terriccio
universale di sacco, ed assicuratevi che il colletto della pianta si trovi
allo stesso livello che aveva nel vaso.
Innaffiate abbondantemente e tenete bagnato il terreno per tutta la stagione
sino ai caldi del primo autunno, passati i quali dovrete predisporre al
piede della pianta uno strato di pacciamatura naturale (foglie secche,
corteccia, ecc.) di almeno 20 centimetri di spessore.
Tutte le passiflore gradiscono un’esposizione in pieno sole, ma sopportano
anche la mezz’ombra.
La concimazione, l’innaffiatura e la potatura
Concimazione. Le passiflore, per dare il meglio di sé, hanno bisogno di
essere concimate con concimi minerali composti in polvere. Eccellente è ad
esempio il Flortis Energy verde universale in polvere idrosolubile NPK
(azoto, fosforo e potassio) 20-20-20, da somministrare nei primi mesi
dell’anno ogni 10 giorni alla dose di un misurino ogni 5 litri d’acqua.
Durante il periodo della fioritura è opportuno invece concimarle con
prodotti particolarmente ricchi di fosforo e potassio, come quelli per
piante fiorite. Un ottimo prodotto è ad esempio il Flortis Energy rosso per
piante fiorite in polvere idrosolubile NPK (azoto, fosforo e potassio)
10-16-25, da somministrare ogni 7-10 giorni alla dose di un misurino ogni 5
litri d’acqua.
Innaffiatura. Le passiflore, essendo piante originarie di zone tropicali
e/o sub-tropicali, hanno bisogno di un terreno umido. Le innaffiature devono
essere adeguate sia alla stagione che alla crescita delle piante;
innaffiatele perciò abbondantemente dalla primavera sino al primo autunno,
quando il terreno è asciutto e quando la pianta non presenta ancora evidenti
segni di appassimento.
Gli esemplari coltivati in vaso vanno seguiti con costanza; evitate solo i
ristagni d’acqua alle radici, ponendo il vaso direttamente sul pavimento
oppure in portavasi bucati.
Potatura. La potatura delle passiflore è un’operazione facile ed
intuitiva. Queste piante fioriscono essenzialmente sulla nuova vegetazione;
per stimolarle perciò a produrne di nuova spuntate poco sopra una foglia,
prima della ripresa vegetativa, tutti i tralci per una lunghezza di circa
5-6 nodi.
Se l’esemplare diventa troppo invadente, specialmente quando è coltivato in
vaso e non vi è spazio per lasciarlo crescere in modo naturale, ricorrete ad
una potatura di contenimento eliminando i tralci vecchi e quelli che
danno alla pianta un aspetto scomposto.
A fine inverno, se necessario, effettuate una potatura di pulizia per
togliere i tralci secchi e/o danneggiati dal gelo.
Come difenderle dai parassiti che le colpiscono
Le passiflore sono piante piuttosto resistenti ai parassiti, anche se tra i
loro più frequenti nemici vi sono i nematodi galligeni, le cocciniglie ed i
ragnetti rossi. Occasionalmente le foglie possono essere attaccate anche da
afidi, mosche bianche e limacce.
I nematodi galligeni (Meloidogyne, in particolare) sono
microrganismi comunemente noti con il nome di «anguillule» che attaccano le
radici causando la formazione di noduli e piccoli tumori. Lentamente le
radici si riempiono di queste formazioni e cessano di svolgere la loro
funzione portando a morte la pianta. In questo caso, per non perdere
l’esemplare, occorre moltiplicare per tempo la pianta per talea e
utilizzare, per l’impianto in vaso, terriccio nuovo non infestato dai
nematodi. Si può tentare di salvare la pianta spargendo sulla superficie del
terriccio un nematocida a base di benfuracarb-4,7, come il Furacon granulare
della ditta Siapa (non classificato), che va poi leggermente ricoperto con
un sottile strato di terriccio e infine innaffiato.
Le cocciniglie farinose (soprattutto Pseudococcus
longispinus, mm 2,5) attaccano preferibilmente la pagina inferiore delle
foglie, l’attaccatura del picciolo e il colletto (la parte più bassa del
fusto al di sotto della quale inizia l’apparato radicale) di piante
coltivate in vaso, specialmente in inverno quando sono ricoverate al chiuso.
Le passiflore dalle foglie lucide e coriacee (come ad esempio la
Passiflora alata) possono invece essere interessate dagli attacchi della
cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae, mm
1,5-5) che persistono sulle piante per tutto l’anno. Contro questi
parassiti, alla comparsa delle infestazioni, intervenite con buprofezin-40,5
(ad esempio Applaud 40 SC della Sipcam, non classificato), alle dose di ml 1
per litro d’acqua, ripetendo il trattamento in caso di reinfestazioni.
I ragnetti rossi (come ad esempio Tetranychus urticae,
mm 0,7) attaccano in particolare le passiflore coltivate in vaso in ambiente
chiuso e con atmosfera secca. Si riproducono con rapidità incredibile e
rivestono la pagina inferiore delle foglie (facendole accartocciare) ed i
piccoli tralci di sottili ragnatele.
Le loro infestazioni si limitano con frequenti vaporizzazioni d’acqua ed
alta umidità atmosferica, oppure con prodotti a base di fenpyroximate-5,04
(ad esempio Miro della Bayer CropScience, non classificato) alla dose di 1
ml per litro d’acqua.
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