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Vita in Campagna
Sommario rivista Approfondimento
07-08
Luglio-Agosto

  2004
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I LAVORI DI LUGLIO-AGOSTO
Il giardino


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Tappeto erboso 
Lavori 
Con l’aumento delle temperature la crescita del tappeto erboso subisce un naturale rallentamento. In linea generale è bene in questo periodo limitare al minimo o sospendere le concimazioni, in particolare quelle a base di azoto.
Grande importanza ha invece l’irrigazione perché il tappeto erboso possa mantenersi in ottime condizioni anche in estate. La cosa migliore è avere un impianto di irrigazione automatico che, una volta programmato, provvederà a bagnare negli orari stabiliti e nelle quantità corrette.
È comunque possibile bagnare anche con degli irrigatori mobili (che si possono spostare da una parte all’altra del tappeto erboso) collegati a un tubo di gomma, ma in questo caso è necessaria molta costanza.
Il fabbisogno d’acqua del prato viene calcolato sommando due fattori molto importanti: l’evaporazione e la traspirazione. Il primo fattore è la quantità d’acqua che passa direttamente dal terreno all’atmosfera. Il secondo, la traspirazione, è invece la quantità d’acqua che viene assorbita dalle radici e liberata nell’aria attraverso le foglioline d’erba. C’è anche un altro tipo di perdita, quella per «percolazione», costituita dall’acqua che si infiltra in profondità nel terreno. In realtà, salvo bagnature veramente eccessive, o in occasione di piogge abbondanti, questa perdita non esiste o è trascurabile.
Questi fattori possono variare secondo la stagione e la località. Nelle regioni del nord il fabbisogno d’acqua nei mesi più caldi è mediamente di 4 litri d’acqua per metro quadrato di prato al giorno, pari ad uno «spessore» d’acqua di 4 millimetri. Tuttavia questa quantità non consente di inumidire tutto lo strato di terreno esplorato dalle radici. Per questo motivo è bene aumentare il dosaggio apportato con una singola bagnatura fino a 8-12 millimetri, quantità sufficiente al fabbisogno di due o tre giorni. Sono questi dunque i quantitativi e l’intervallo giusto tra una bagnatura e l’altra.
L’unico metodo con il quale controllare se si sta somministrando il corretto quantitativo d’acqua è quello di disporre qua e là nel prato dei pluviometri (recipienti graduati). In mancanza usate dei contenitori cilindrici e poi, con un semplice righello, misurate lo spessore d’acqua. Con questo sistema potete anche valutare se l’impianto d’irrigazione funziona in modo ottimale e se distribuisce acqua in modo uniforme su tutta la superficie.
Le ore migliori per irrigare sono quelle della prima mattina, poiché le foglie dell’erba si asciugano in poco tempo al sorgere del sole; se si bagna la sera, invece, si favoriscono le malattie fungine, tanto frequenti e pericolose nei mesi estivi. Queste infatti si diffondono grazie alla prolungata bagnatura dell’erba. Può essere opportuno nelle ore centrali delle più limpide e calde giornate estive accendere per due o tre minuti gli impianti di irrigazione. Questa breve irrorazione d’acqua, chiamata «ciclo a siringa», ha il solo scopo di bagnare le foglie d’erba per abbassarne la temperatura.
Lotta alle malattie. In condizioni di clima caldo e umido il prato può essere colpito da malattie fungine in grado di provocare danni come chiazze gialle o addirittura disseccamenti più estesi, con o senza la formazione di muffe visibili soprattutto al mattino.
Al primo manifestarsi di sintomi sospetti è bene trattare con fungicidi ad esempio a base di propiconazolo-25 (come ad esempio Tilt 25 EC, non classificato, alla dose di 30-40 ml ogni 100 metri quadrati diluito in 10 litri d’acqua), efficace contro numerose malattie, oppure propamocarb-72 (come ad esempio Previcur, non classificato, alla dose di 100 ml ogni 100 metri quadrati diluito in 10-15 litri d’acqua), efficace contro il pericoloso Pythium blight, fungo che in condizioni favorevoli di alte temperature e umidità può distruggere un tappeto in pochi giorni.

Piante annuali,biennali e perenni
Lavori
Luglio e agosto sono i mesi più felici dell’estate perché permettono di godere appieno, durante il giorno, dell’ombra degli alberi e dei lucidi colori del primo mattino, dei tanti profumi che si offrono al tramonto e dell’abbondanza di fiori da ammirare. Ma tutta questa bellezza e ricchezza vanno mantenute, ed è l’impegno preminente dei due mesi più caldi dell’estate: la manutenzione, che non sarà troppo gravosa se effettuata nelle ore più fresche della giornata.
È facile che un giardino ben curato sia in questi mesi molto rigoglioso, anche troppo, tanto da diventare disordinato; osservatelo attentamente con occhio critico e procedete a lavorare di forbici. Recidete sistematicamente tutti i fiori secchi di petunie, Surfinie, lavanda, iperico, aubretia. Nelle perenni a fioritura precoce come l’aubretia questa pulizia serve non solo a migliorare l’estetica ma anche a rinforzare l’apparato verde. Nelle piante a fioritura prolungata come pratoline, Dianthus, tagete e zinnia la pulizia favorisce il continuo sbocciare di nuovi fiori.
Molte sono le perenni che in questi mesi tendono ad espandersi troppo, soffocando le loro vicine più deboli. Aster e Stachys lanata, molto belle e utili per riempire vuoti, vanno comunque mantenute negli spazi prefissati; procedete senza rimorso a eliminare gli eccessi, utilizzandoli se lo desiderate per ripopolare altri spazi vuoti.
Rampicanti come le bignonie e il caprifoglio o perenni come Campanula persicifolia e le molte varietà di clematide necessitano di sostegno: guidate le prime su graticci e legate le seconde a tutori che devono essere robusti ma sottili in modo da non rovinare l’estetica dei fiori.
Se
in primavera il vostro giardino chiedeva nutrimento, oggi vuole acqua. Innaffiate sistematicamente all’alba o al tramonto, evitando ristagni che sprecano acqua e sono comunque dannosi per le piante. Un utile accorgimento per mantenere più a lungo il terreno umido alla base delle perenni è quello di ricorrere a una lieve (3 cm) pacciamatura, senza esagerare perché uno strato spesso potrebbe favorire marciumi vari.
Considerando che il trapianto in piena terra di perenni coltivate in vaso è possibile in ogni stagione, potete arricchire le vostre aiole o le fasce informali con le piante che meglio si inseriscono nell’insieme, sia per dimensioni sia per periodo e colore di fioritura. Molto importanti a questo scopo sono le tappezzanti, perenni facili da coltivare, spesso sempreverdi, di altezza variabile da 5 a un massimo di 25-30 centimetri. Tra le tante perenni oggi disponibili è di particolare interesse il genere dei Sedum che comprende oltre 400 specie di annuali, biennali e perenni. Robusti e di poche pretese i Sedum offrono una scelta di specie talmente ampia da rispondere a ogni esigenza. I Sedum hanno foglie di solito carnose, piacevoli al tatto, lucide, perfette come contrasto a piante dalle foglie grigie come la rigogliosa Artemisia abrotanum, l’elegante Artemisia «Powis Castle», l’argentea Artemisia stelleriana, il Chrisantemum densum dalle belle foglie piumate. I Sedum offrono in estate e in autunno fiori in genere stellati, pannocchiette, corimbi con colori che vanno dal bianco del Sedum album «Coral carpet», al giallo vivo del Sedum floriferum «Weinerstepich gold» al rosa scuro del Sedum spurium «Summer glory».
Ma, oltre ai Sedum, lasciatevi tentare dalle tante specie inusuali che possono personalizzare le aiole fiorite, le fasce informali, gli spazi vuoti sotto le siepi e ai piedi dei rosai: foglie e fioriture diverse che saranno una gioia per gli occhi e, ancor meglio, inibiranno la crescita di infestanti riducendo il lavoro di pulitura, l’eterna penitenza che ogni giardiniere patisce.
Per il pieno sole e le basse bordure potete scegliere l’Armeria marittima «Splendens», con delicati fiori rosa da maggio a luglio, oppure il Cerastium tomentosum, o il Cerastium lanatum «Alpinum», con le sue foglie ricoperte da una lieve peluria argentea, oppure ancora la Veronica prostrata che offre foglie piccole e lucide di un verde intenso e fiori a «piattino» che vanno dall’azzurro al blu.
Se volete un’altezza maggiore optate per l’Erigeron karvinskianus, una perenne davvero importante come bordura, robusta, espansiva, con una fioritura abbondante e prolungata di delicate margheritine: formerà nel volgere di una stagione un denso cuscino adattissimo per suddividere zone diverse del giardino.
Forse l’aspetto più eccitante del giardinaggio è la necessità di guardare al futuro, programmare nuove fioriture, ideare nuove prospettive, nuovi scenari. In luglio e agosto potete dimenticare l’inverno che si avvicina e preparare le fioriture che dipingeranno la primavera 2005: ripulite e zappettate le aiole e seminate primule, viole, ellebori, aquilegie. Non dimenticate di evidenziare le semine con opportune etichette in modo da evitare più tardi di smuovere il terreno ed estirpare giovani piantine.
Un ultimo consiglio: non lasciate appassire i fiori più belli e profumati sulla pianta ma recideteli appena prima che sbiadiscano, scegliendo le ore più calde della giornata; raccoglietene i petali e fateli seccare in una stanza ariosa, conserveranno il loro colore e il loro profumo per offrirveli intatti durante l’inverno.
Interventi fitosanitari
Le rugiade notturne possono mantenere bagnata la vegetazione per diverse ore della giornata, favorendo in tal modo lo sviluppo di alcune malattie. Tra queste sono indubbiamente le ruggini quelle che più comunemente possono attaccare le vostre piante. Le piante di iperico (Hypericum calicinum) sono frequentemente interessate dalle infezioni della ruggine Melampsora hypericorum. Questa si manifesta sulla pagina inferiore delle foglie con la comparsa di numerose piccole pustole di colore giallo-arancione, mentre la pagina superiore è disseminata di piccole macchie giallastre. Le foglie colpite poi ingialliscono e disseccano, per cui le piante si defogliano e finiscono per perdere la loro funzione estetica.
I pelargoni possono essere interessati dalle infezioni dell’omonima ruggine (Puccinia pelargonii-zonalis), che si manifesta sulla pagina inferiore con pustole rugginose disposte in anelli concentrici.
In questo periodo sono molto comuni le infezioni di mal bianco, favorite dall’elevata umidità relativa dell’aria. Particolarmente colpite sono le piante che vegetano in posizioni ombreggiate e poco ventilate, come le piante di margherite e crisantemi, suscettibili alle infezioni di Oidium chrysanthemi.
Per contenere le infezioni di ruggini e mal bianco effettuate alcuni trattamenti (2-3 o anche più in funzione delle condizioni di rischio infettivo), intervallati fra loro di 10-12 giorni, impiegando bitertanolo-45,5 (non classificato, alla dose di millilitri 6 per 10 litri d’acqua). Nei confronti delle sole infezioni di mal bianco potete utilizzare comuni zolfi (bagnabili, micronizzati, colloidali), come ad esempio zolfo bagnabile-80 (bio, non classificato) alle dosi indicate in etichetta.
Per gli interventi con zolfo astenetevi dal trattare durante le ore più calde della giornata onde evitare possibili ustioni alla vegetazione.

Piante acidofile
Lavori
I mesi estivi di luglio ed agosto sono solitamente i più caldi e siccitosi ed è quindi importante tenere sotto controllo le piante acidofile affinché non soffrano per insufficienza d’acqua o eccessive insolazioni.
Le acidofile, sempreverdi
e a foglia caduca, in questo periodo hanno ormai portato a termine il loro sviluppo vegetativo e sono impegnate nella maturazione dei nuovi germogli prodotti, che da teneri ed erbacei diventano più robusti e legnosi.
In questo periodo vi è la definitiva formazione delle gemme a fiore che rimarranno poi dormienti per tutto il periodo autunnale e invernale fino a riportare le colorate ed abbondanti fioriture primaverili.
Uniche eccezioni nel campo delle acidofile sono le ortensie e le gardenie che continuano a far sbocciare i loro fiori durante l’estate, portando i boccioli fiorali sui germogli formatisi durante la primavera stessa.
Per quanto riguarda le ortensie di varietà di Hydrangea macrophylla, se  desiderate avere fiori blu intenso dovete eseguire alcune operazioni di correzione dell’acidità del terreno. Il colore blu dei fiori è essenzialmente dovuto alla quantità di alluminio che la pianta è in grado di assorbire. L’alluminio, che è normalmente presente nel terreno in buona quantità, si rende disponibile per l’assorbimento da parte delle piante solo a pH bassi; se il pH del vostro terreno è già naturalmente acido, potete godere dei colori azzurri e blu intenso, altrimenti dovete acidificare il terreno. Aggiungete, prima che le infiorescenze si colorino, correttivi acidificanti o direttamente solfato di alluminio in soluzione al 2-2,5 per mille, ripetendo tale operazione ogni due settimane fino a fine fioritura.
I fiori di gardenia, invece, hanno una fioritura scalare: potete quindi reciderne alcuni man mano che fioriscono per mantenere la vostra casa sempre profumata.
Tutte le altre acidofile, soprattutto le sempreverdi come camelie, rododendri, azalee, pieris, skimmie e kalmie, sono in un periodo di riposo vegetativo e non è necessario effettuare particolari operazioni colturali.
Sospendete in questo periodo concimazioni e potature, se non per eliminare i rami secchi. Fate invece attenzione ad offrire alle vostre piante adeguate innaffiature e ad evitare eccessive insolazioni. Il substrato in vaso o il terreno deve avere sempre una giusta umidità, in modo tale da essere sempre fresco, ma non eccessivamente bagnato. La traspirazione delle piante in questo periodo è molto elevata e l’acqua di-sponibile viene utilizzata anche per raffreddare le foglie durante le giornate più calde con irradiazione diretta del sole. Se le piante non hanno più disponibilità d’acqua possono essere soggette a stress idrico con arresto della fotosintesi e incremento della temperatura interna, che porta a scottature. Sole diretto e siccità causano nelle piante acidofile bruciature fogliari, con sintomi sulle foglie che diventano più opache e scure e poi si ricoprono di aloni con riflessi bronzei e poi marroni.
Per evitare quanto appena descritto, mantenete sempre un buon apporto d’acqua con frequenti irrigazioni e proteggete le piante dal sole diretto durante le ore centrali della giornata. Se le piante sono in terra ed in pieno sole cercate di proteggerle con delle reti ombreggianti, se invece sono in vaso spostatele in zone più fresche e riparate dalla calura estiva.
State attenti, nel caso della coltivazione in vaso, ad evitare che i contenitori di plastica, soprattutto se di colore nero, si surriscaldino troppo ai raggi diretti del sole. In questo caso cercate di proteggere i vasi dal sole diretto eventualmente interrando i vasi stessi o ricoprendoli di materiale che serva da coibente.
Per evitare un’eccessiva evaporazione d’acqua dai vasi o dal terreno, collocate o mantenete uno strato di pacciamatura dello spessore di 5-10 cm alla base della pianta. Questo servirà a mantenere più fresco il terreno e ad evitare lo svilupparsi di erbe infestanti che possano competere con le vostre piante per le sostanze nutritive e per le risorse idriche.
Durante i mesi estivi è anche possibile procedere alla propagazione per talea delle camelie. Normalmente si utilizzano i germogli che stanno lignificando e, quindi, cambiando colore da verde a marrone.
Raccogliete dei germogli semilegnosi lunghi 10-15 cm, praticando un taglio obliquo in corrispondenza di un nodo fogliare. La talea deve avere al massimo due foglie (eliminate eventualmente quelle in eccesso) e possibilmente non portare il bocciolo fiorale in posizione terminale, che può inibire la successiva fase di radicazione. Il substrato ideale per le talee è la torba con aggiunta di materiale drenante come sabbia e/o agriperlite nella proporzione di 1/3. La pratica del taleaggio va eseguita in ambiente protetto (piccolo cassonetto di vetro o serra) e le talee in radicazione vanno costantemente mantenute umide attraverso un’irrigazione finemente nebulizzata e un’alta umidità relativa all’interno della serra. Se tutto va per il verso giusto per il mese di ottobre-novembre le talee saranno radicate e pronte per essere trapiantate in un altro vasetto.
Interventi fitosanitari
In questo periodo le piante non sono esposte a particolari problemi fitosanitari. I ripetuti apporti irrigui con l’impiego di acqua domestica possono però determinare la comparsa di clorosi più o meno intense. Raccogliete e utilizzate per quanto possibile acqua piovana onde evitare che, con il tempo, il terriccio diventi eccessivamente alcalino.
In questo periodo evitate di correggere il pH con l’apporto di acidificanti al terreno, in quanto essi finirebbero per innalzare la concentrazione di sali nella soluzione circolante nel suolo e il loro accumulo nel tessuti fogliari, in seguito al quale possono manifestarsi disseccamenti delle punte o delle porzioni periferiche delle foglie. Se necessario ricorrete all’applicazione, per via fogliare, di prodotti ferro-chelati commerciali alle dosi indicate sulle confezioni.
Bulbose e tuberose
Lavori
È il momento di piantare alcune bulbose a fioritura autunnale come ad esempio il Colchicum autunnale per una splendente fioritura tra settembre e novembre.
Il bulbo del Colchicum autunnale deve essere piantato in agosto o, al più tardi, nei primi giorni di settembre. Il terreno migliore è un composto argilloso-siliceo arricchito con letame ben maturo. Questi bulbi sono soggetti ideali per la naturalizzazione e crescono bene, in posizione assolata o a mezz’ombra, con un buon tasso di umidità.
Piantate i bulbi a una profondità di circa 10-15 cm mantenendo una distanza di 20-25 cm tra un bulbo e l’altro. I bulbi possono rimanere a dimora per diversi anni, fino a quando non diminuiscono la produzione dei fiori; solo allora si possono estirpare, dopo l’appassimento delle foglie che coincide con la fine di giugno. Si possono quindi staccare i bulbilli che si sono formati attorno al bulbo principale e li si può piantare con le stesse modalità descritte sopra.
È bene tenere a mente che il colchicum può provocare irritazioni alla pelle: è consigliabile quindi usare dei guanti al momento della messa a dimora.
Vi consigliamo di piantare il Colchicum autunnale accanto a piante di azalee, rododendri, eriche, ai margini di una bordura mista o sotto alberi solitari per dare una bel tocco di colore quando il bulbo è in fiore.
Una curiosità: come distinguere un colchicum da un crocus? La differenza più evidente è rappresentata dai bulbi: sono ovali quelli dei colchicum e appiattiti, o tondeggianti, quelli dei crocus. Inoltre le foglie dei colchicum sono più lunghe e larghe di quelle dei crocus.
Altra meravigliosa e scenografica bulbosa che vi consigliamo di mettere a dimora nel vostro giardino di campagna è l’Amaryllis belladonna che colorerà gli spazi aperti nelle prime giornate, ancora tiepide, dell’autunno.
Sul finire di agosto piantatene i grossi bulbi quasi a livello del suolo, o poco sotto, in un terreno ben drenato, tenendoli distanziati di circa 20-30 cm l’uno dall’altro.
Gli steli fiorali sono nudi, robusti, pieni e, nei bulbi adulti, portano da 6 a 10 fiori. Ricordate di innaffiare in abbondanza se le giornate sono ancora calde. Dopo la fioritura, tagliate lo stelo fiorale, lasciando ingiallire le foglie (che toglierete non appena secche).
Il bulbo lo potete lasciare interrato, ma in questo caso lo dovrete coprire, in prossimità del tardo autunno, con torba o foglie per proteggerlo dalle gelate della brutta stagione.
Interventi fitosanitari
I gladioli sono esposti alle infezioni della ruggine trasversale (Uromyces transversalis), che si manifesta con pustole fogliari, prima aranciate, quindi bruno-nerastre, che causano la successiva comparsa di disseccamenti fogliari. Le infezioni si sviluppano in seguito a bagnature fogliari di almeno cinque ore per effetto di piogge o forti rugiade notturne. Se esistono condizioni di rischio infettivo o, al più tardi, alla comparsa delle prime pustole, intervenite con bitertanolo-45,5 (non classificato, ml 6 per 10 litri d’acqua).
Questo preparato può essere utilizzato anche sulle begonie interessate da infezioni di mal bianco (Oidium begoniae).

Rosai
Lavori
Nei mesi di luglio e agosto, terminata la vistosa fioritura di maggio-giugno, i rosai rallentano la crescita, soprattutto quelli non rifiorenti che iniziano un periodo di riposo; continuate la loro potatura, per sollecitare la crescita dei nuovi rami che porteranno i fiori la primavera prossima (vedi «i Lavori» di lu-glio-agosto 2002, pag. 9).
Anche i rosai che rifioriranno a settembre-ottobre entrano in riposo, mentre le varietà a fioritura continua, pur con un leggero rallentamento dato dalla temperatura molto calda, continueranno ad emettere nuovi getti e a far sbocciare nuove rose.
Per ottenere nuovi fiori più velocemente continuate ad eliminare le rose appassite da questi arbusti rifiorenti, asportando circa 1/3 del ramo, sopra  una foglia completa, rivolta verso l’esterno del cespuglio, che abbia una bella e vigorosa gemma all’ascella. Sugli arbusti con fogliame molto fitto, effettuate la potatura verde, per eliminare parte del verde che cresce al centro dell’arbusto ed impedire così le infezioni fungine.
Controllate sempre la crescita dei selvatici che nascono sotto il punto di innesto (hanno foglie più piccole e la foglia è formata da 7 foglioline anziché 5); la loro presenza non offre nessun interesse, anzi col tempo sono in grado di prendere il sopravvento facendo morire la rosa innestata.
Mantenete sempre pulite le aiole dalle piante infestanti, rinnovando la pacciamatura che si fosse impoverita e irrigate abbondantemente ogni 8 giorni, durante le ore serali, soprattutto i rosai piantati a primavera per aiutarli a mantenere le radici in profondità.
Solamente verso la fine d’agosto, quando la temperatura inizia a farsi più mite, somministrate un concime specifico per rosai (come ad esempio il Compo Concime per rose, contenente guano, o Baycote Concime per rose, seguendo le indicazioni riportate sulle confezioni) o un concime chimico tipo Nitrophoska (in ragione di una manciata per arbusto di media grandezza) ai rosai che hanno terminato in ritardo la prima fioritura, e non sono quindi già stati fertilizzati nel mese di giugno, e a quelli che hanno continuato a fiorire, per prepararli alla fioritura autunnale; sarchiate leggermente il terreno per incorporare il concime e irrigate.
Controllate sempre la crescita dei rampicanti e se desiderate far assumere a un ramo molto diritto e già indurito una posizione arcuata, appendete un peso a circa 1/3 del ramo partendo dalla punta, lasciandovelo per molto tempo ed aumentandolo gradualmente, sino a raggiungere la curvatura desiderata.
Gli ibridatori, per ottenere nuove varietà di rose, effettuano manualmente ciò che la natura compie con l’impollinazione, un evento spontaneo che avviene grazie al vento e agli insetti pronubi.
Il polline prodotto dagli stami feconda gli ovuli che, a maturazione, altro non sono che i semi contenuti nei frutti (cinorrodi), ossia le bacche colorate che si vedono su alcuni rosai in autunno.
La tecnica dell’ibridazione è abbastanza semplice, ma occorre scegliere due rosai fertili (cioè due arbusti su cui sono comparse le bacche nell’anno precedente).
Si trasferisce quindi il polline di una pianta (quella scelta per essere il padre), sull’ovario di un’altra (la pianta madre): i semi che matureranno su quest’ultima, daranno origine a piante con le caratteristiche di entrambi i genitori.
Interventi fitosanitari
Le infezioni più comuni che possono colpire i rosai sono quelle del mal bianco (Spaherotheca pannosa rosae), della ticchiolatura o macchie nere (Marssonina rosae) e della ruggine (Phragmidium mucronatum).
La prima malattia si sviluppa in presenza di elevata umidità ambientale, per cui colpisce le piante che vegetano in posizioni ombreggiate e poco ventilate, mentre è ostacolata dalle piogge. La seconda trova condizioni favorevoli per il suo sviluppo nella prolungata bagnatura della vegetazione per effetto di forti rugiade notturne. Per il contemporaneo contenimento delle infezioni di mal bianco e della ruggine potete impiegare bitertanolo-45,5 (non classificato, ml 6 per 10 litri d’acqua), mentre contro la ticchiolatura utilizzate un comune ossicloruro di rame-50 (bio, irritante) o solfato di rame tribasico-15,2 (bio, non classificato), alla dose, per entrambi, di grammi 30 per 10 litri d’acqua.
Contro le suddette malattie intervenite almeno due-tre volte consecutive, con intervalli di 8-10 giorni tra un trattamento e l’altro.

Siepi, arbusti e alberi
Lavori
Con il mese di luglio arriva il grande caldo che può risultare letale o fortemente dannoso per gli alberi e gli arbusti messi a dimora durante la scorsa primavera. Prima di questo periodo vi consigliamo di fasciare i tronchi degli alberi con della juta al fine di proteggere la corteccia da forti insolazioni e vento caldo che potrebbero causare ferite e necrosi ai tessuti. Per gli alberi con diametro del tronco superiore a 12-15 centimetri è opportuno intervenire con una irrigazione sotto chioma tramite irrigatori che, nebulizzando l’acqua, tengano sempre umida la juta e di conseguenza il tronco.
In generale, comunque, in questo mese tenete costantemente sotto controllo l’impianto di irrigazione a goccia sia per quanto riguarda il suo regolare funzionamento sia, in particolare, facendo attenzione che non si chiudano gli ugelli.
È poi molto importante prima dei grandi caldi pacciamare sia gli alberi che gli arbusti utilizzando erba falciata ed essiccata o corteccia di pino facilmente reperibile in commercio: eviterete così una eccessiva evaporazione dell’acqua somministrata tramite l’irrigazione e ridurrete lo sviluppo delle erbe infestanti, proteggendo al tempo stesso le radici dai danni provocati da una eccessiva ventilazione calda o dal sole diretto.
Se in giardino avete specie coltivate in vaso che non amano il sole eccessivo (come ad esempio ortensie, camelie, azalee, ecc.), è bene che provvediate a spostarle nel caso si trovino in zone troppo esposte.
In questi mesi caldi sono poi assolutamente da evitare potature e concimazioni che potrebbero provocare seri danni sia ad alberi che ad arbusti.
Interventi fitosanitari
Durante questo periodo le infezioni più frequenti sono quelle di mal bianco (Sphaerotheca pannosa) su siepi ombreggiate di piracanta, lauroceraso, lauro e mahonia.
Le foglie, soprattutto quelle più giovani, vengono invase dalla vegetazione farinosa dei funghi responsabili, si accartocciano, ingialliscono e disseccano. Le foglie del lauroceraso colpite dal mal bianco presentano perfino perforazioni e frastagliature del lembo e, con la loro caduta, lasciano spogli di vegetazione i rametti. Per il contenimento delle infezioni effettuate 3-4 trattamenti, con intervalli di 10-12 giorni, utilizzando zolfi bagnabili, micronizzati, colloidali (ad esempio zolfo bagnabile-80, bio, non classificato) alle dosi indicate in etichetta, oppure impiegate bitertanolo-45,5 (non classificato, ml 6 per 10 litri d’acqua).
All’inizio di luglio nascono le neanidi delle cocciniglie cerose (Ceroplastes japonicus e Ceroplastes ceriferus). Potete sottoporre le piante infestate ad un intervento con olio bianco estivo-96,5 (bio, non classificato), alla dose di 150 millilitri per 10 litri d’acqua, con l’eventuale aggiunta di buprofezin-40,5 (irritante, dose ml 10 per 10 litri d’acqua).
In luglio sono presenti anche le infestazioni delle larve della seconda generazione del bruco americano (Hyphantria cunea, vedi articolo pubblicato sul n. 5/2004, pag. 20), contro le quali potete effettuare un trattamento fogliare con Bacillus thuringiensis kurstaki (bio, non classificato), alla dose di grammi 100 per 100 litri d’acqua. Intervenite durante le ore del tardo pomeriggio, meglio ancora di sera, al fine di preservare l’insetticida dall’azione negativa esercitata dai raggi ultravioletti, ripetendo l’intervento se piove entro due-tre giorni.

Piante in vaso da fiore per terrazzo e balcone (fucsie, gerani, lantane e verbene)
Lavori
In questo periodo fucsie, gerani, lantane e verbene sono nel massimo del loro splendore: sviluppano al meglio la loro vegetazione e allo stesso tempo si coprono di fiori in grande quantità.
Innaffiature
. Durante luglio ed agosto la richiesta di acqua è massima e non si può tralasciare nemmeno una innaffiatura, pena la morte o un grave danno alle piante. Il terriccio deve essere sempre umido, mai troppo bagnato; l’acqua può rimanere nei sottovasi al massimo per mezza giornata, poi deve scomparire; inoltre dovete somministrarla, se possibile, a temperatura ambiente, evitando di bagnare la vegetazione, specialmente la sera. Generalmente se la pianta è innaffiata regolarmente e non è troppo asciutta potete bagnare dal tramonto fino a tarda sera, oppure sino alle prime ore del mattino se avete predisposto un impianto di irrigazione automatica. Evitate di innaffiare il pomeriggio quando fa ancora troppo caldo; se possibile è meglio bagnare la sera, o la notte, per permettere alla pianta di reidratarsi per bene prima di una nuova giornata torrida.
Se vedete che la pianta appassisce e la terra è asciutta aspettate, se possibile, che passino le ore più calde; nel caso non fosse possibile innaffiate leggermente, ma senza bagnare la vegetazione.
Nel caso la pianta non sia stata innaffiata per alcuni giorni e manifesti un evidente stato di sofferenza portatela, se possibile, in una posizione ombreggiata o ombreggiatela con una stuoia o un cannicciato prima di innaffiarla.
Non lasciatevi ingannare dalla vista di una pianta appassita: controllate sempre prima di innaffiare che il terriccio non sia già sufficientemente umido; infatti si potrebbe verificare uno dei due seguenti casi:
– la pianta ha sete perché il terriccio è secco e allora innaffiatela;
– la pianta ha il terriccio umido, le radici sane, ma fa troppo caldo o c’è troppo vento e per questi motivi la capacità di assorbimento delle radici è scarsa; in questa caso non fate nulla.
Concimazioni. Se volete avere delle belle piante ed avere una fioritura continua dovete concimarle con un prodotto specifico per piante fiorite (in commercio ve ne sono diversi).
Soprattutto durante questi mesi caldi fucsie, gerani, lantane e verbene abbisognano di una regolare concimazione almeno due-tre volte la settimana.
È assolutamente sconsigliabile eseguire concimazioni ogni due settimane impiegando dosi «abbondanti».
Altre cure. Valgono le stesse cure suggerite per gli scorsi mesi.
È buona norma pulire le piante dai fiori secchi, non solo per una ragione estetica, ma anche perché si evita di impoverire la pianta con la produzione di semi: se non produce semi la pianta produrrà molti più fiori!
Fucsie e gerani dal portamento ricadente e verbene hanno il difetto di «spogliarsi» alla base e produrre fiori solo all’estremità della vegetazione; per ovviare a ciò è buona norma cimare sempre uno-due rami ogni settimana in modo da stimolare la pianta a produrre nuovi germogli e fiori.
In certe zone di montagna per proteggere le piante dai forti temporali estivi ci sono degli appassionati che stendono protezioni di plastica sopra le piante. In questo modo non si rovina la fioritura a causa degli acquazzoni.
Ma che fare nel caso le piante «subiscano» una grandinata? Purtroppo la grandine può rovinare in pochi minuti il lavoro di mesi di amorevole cura. Nel caso vi capiti tale sfortuna dovete pulire le piante da foglie e rami rovinati, asportando perciò tutta la parte danneggiata. Spruzzate poi la vegetazione con un fungicida, come ad esempio il solfato di rame tribasico (bio, non classificato) alla dose di grammi 20 per 10 litri d’acqua: questo serve a disinfettare le ferite e ad evitare l’insorgenza di malattie di origine fungina. Diminuite il numero e le quantità d’acqua delle innaffiature in quanto la vegetazione è stata ridotta in modo più o meno consistente; continuate però a concimare due-tre volte la settimana.
Cosa fare prima di partire per le vacanze? Vi suggeriamo una tecnica che vi permetterà di ritornare dalle vacanze con piante ancora più belle di quando le avete lasciate. Pochi giorni prima della partenza effettuate una «energica» potatura asportando 1/3 circa della vegetazione; è importante che togliate uniformemente tutti i rami alla stessa lunghezza in modo da avere una ricrescita equilibrata della pianta. Dopo la potatura spruzzate sulla vegetazione un fungicida, come ad esempio il solfato di rame tribasico (bio, non classificato) alla dose di grammi 20 per 10 litri d’acqua, per disinfettare le ferite ed eseguite un’abbondante innaffiatura.
Con questa operazione diminuiranno drasticamente i consumi d’acqua per almeno per 10-15 giorni, le piante si rigeneranno e al vostro ritorno le troverete con un rinnovato splendore.
Interventi fitosanitari
Afidi (Aphis gossypii), aleurodidi (Trialeurodes vaporariorum) e cocciniglie farinose (Planococcus citri, Pseudococcus longispinus) sono gli insetti più comuni sulle piante in vaso in questo periodo. Le loro infestazioni causano rallentamenti vegetativi, ingiallimenti fogliari e favoriscono lo sviluppo della fumaggine. Per combattere tutti i suddetti insetti potete intervenire con imidacloprid-17,8 (non classificato) alla dose di millilitri 7,5 per 10 litri d’acqua.

Agrumi in vaso
Lavori
Durante il periodo estivo il controllo costante dell’irrigazione è particolarmente importante e diventa vitale se avete piante di agrumi in vasi piuttosto piccoli. In questi mesi caldi infatti le piante, oltre ad essere costantemente in vegetazione, stanno anche portando avanti la formazione dei frutti e necessitano quindi di abbondanti e frequenti innaffiature.
Se, innaffiando, vedete uscire l’acqua dal foro di drenaggio del vaso non significa necessariamente che il terriccio abbia raggiunto la saturazione: infatti, quando la zolla si secca troppo tende a restringersi, lasciando spazio tra terriccio e vaso, e la prima acqua che si versa scende verso il fondo uscendo rapidamente dal foro di drenaggio; in tal caso è utile ripetere l’innaffiatura a distanza di alcuni minuti riempiendo il vaso anche tre-quattro volte.
Durante le vacanze può risultare impraticabile innaffiare regolarmente le piante di agrumi: in questi casi è bene garantire alle piante una sorgente di approvvigionamento in grado di assicurarne la sopravvivenza. Tra i metodi più semplici vi consigliamo di riempire di acqua un comune recipiente dove immergere la pianta facendo attenzione che il livello dell’acqua non superi i 2/3 dell’altezza del vaso. Questa operazione è fattibile nel caso si abbiano contenitori di piccole o medie dimensioni, ed è una pratica sufficiente a garantire alla pianta una disponibilità d’acqua per 3-4 giorni.
Per i vasi di grandi dimensioni, il cui sollevamento risulterebbe difficoltoso, è opportuno installare un impianto di irrigazione a goccia con timer; in commercio sono reperibili impianti di facile programmazione e a costi contenuti.
Proprio a causa delle frequenti innaffiature all’inizio dell’estate è importante eseguire una ulteriore concimazione con un prodotto specifico a lenta cessione contenente azoto, fosforo, potassio (13-7-13) e microelementi (tra cui il ferro) rispettando le dosi consigliate in etichetta.
Inoltre in questo periodo dell’anno è importante integrare la concimazione minerale con quella organica (stallatico ben maturo) avendo cura di cospargere tutta la superficie del vaso con uno spessore di circa 2-3 centimetri.
Durante questi mesi estivi dovete inoltre eliminare costantemente alla base i succhioni, al fine di permettere alla luce e all’aria di penetrare all’interno della chioma impedendo il ristagno di umidità fra le foglie. Così facendo, oltre a favorire l’attività di fotosintesi della pianta creerete condizioni sfavorevoli alla vita dei parassiti.
Interventi fitosanitari
In piena estate le piante possono essere interessate dalle infestazioni di ragnetti (Tetranychus urticae), a seguito delle quali le foglie si depigmentano, ingialliscono e cadono. Alla comparsa delle infestazioni intervenite con exitiazox-24 (non classificato) o con tebufenpirad-25 (non classificato) alle rispettive dosi di 2 millilitri e 5 grammi per 10 litri d’acqua. Nei confronti di eventuali attacchi di cocciniglie (Coccus hesperidum e Planococcus citri) potete utilizzare olio bianco estivo-96,5 (bio, non classificato), alla dose di 150 millilitri per 10 litri d’acqua.

Piante d’appartamento
Lavori
Durante la buona stagione le piante d’appartamento stanno benissimo all’aperto, in posizione ombreggiata (solo le cactacee amano il sole diretto): innaffiate abbondantemente e regolarmente e concimate.
La permanenza all’aperto porterà un gran giovamento alla vegetazione: le foglie lavate e ripulite dalla pioggia riprenderanno nuovo vigore e i bei colori brillanti che durante l’inverno in casa sono più spenti ed opachi per via della polvere, della luce scarsa e dell’eccessivo calore degli ambienti.
Durante tutta l’estate le innaffiature e le nebulizzazioni devono essere regolari. Se adoperate l’acqua del rubinetto e volete eliminare il calcare presente, procuratevi del solfato di ammonio (si trova nelle drogherie): un cucchiaio in 10 litri d’acqua non solo elimina il calcare, ma possiede anche proprietà nutritive per le piante. L’ideale per le innaffiature è comunque l’acqua piovana che potete raccogliere durante i temporali estivi mediante delle cisterne (esistono pratici sistemi di raccolta da collegare ai pluviali di casa, vedi «i Lavori» di luglio-agosto 2002).
In luglio e agosto innaffiate frequentemente le piante, evitando però di provocare ristagni nel sottovaso che potrebbero causare marciumi in brevissimo tempo. Da luglio a metà agosto innaffiate tutti i giorni, la sera e con generosità, lentamente e a più riprese, sino a quando l’acqua esce dal foro di drenaggio. Nella seconda metà di agosto di solito il tempo si rinfresca un po’ e cominciano a verificarsi temporali; allora si potranno diradare le innaffiature.
Il terriccio dei vasi deve mantenersi soffice e poroso, per cui rimuovete spesso la terra per rompere l’eventuale crosta e mantenere libera dalle erbacce la superficie (all’aperto è facile che nascano); meglio ancora è approntare un bello strato di pacciamatura torbosa dello spessore di 2 cm circa che manterrà il terriccio più fresco riducendo l’evaporazione.
Una volta alla settimana concimate con un prodotto liquido tipo Geovital per piante verdi della Zapi o Concime per piante verdi della Bayer. Esistono anche fertilizzanti a cessione programmata come Nutrigoccia per piante verdi della Valagro (si tratta di fialette il cui contenuto dura un mese intero), oppure Osmocote Exact della Scotts che rilascia lentamente le sostanze nutrienti contenute nei granuli ogni volta che si innaffia.
Uno dei problemi principali dell’estate per le piante da appartamento è comunque l’irrigazione, soprattutto quando si parte per le vacanze. Per conservare al meglio le piante d’appartamento durante brevi periodi d’assenza senza particolari sistemi di irrigazione è meglio riunire tutte assieme quelle che hanno esigenze simili in un luogo fresco e umido, per esempio il bagno. Collocatele vicino ad una finestra (che deve lasciare filtrare la luce attraverso una tenda) in un contenitore grande e basso riempito con acqua e argilla espansa nella quale affonderete leggermente i vasi. Se si tratta di assentarsi per un periodo più lungo, dovete porre le piante nelle migliori condizioni possibili per resistere a un certo periodo di siccità, tenendo presente che questo potrà essere limitato al massimo a una ventina di giorni per piante tipo le felci se lasciate in casa, anche meno per le piante in terrazzo, poiché all’aperto l’evaporazione è altissima.
Nel caso di vacanze lunghe, è preferibile ricorrere agli impianti automatici di irrigazione regolati da una centralina. In commercio ne esistono di diversi tipi, come l’«Idro kit per fioriere» della Gardena (vedi indirizzi a fine rubrica), veloce da installare e facile da ampliare se si acquistano nuove piante, che, se si adotta il metodo della goccia, riduce i consumi e gli sprechi; oppure il «Set vacanze», sempre della Gardena, dotato di timer, minipompa, erogatori, tubi di portata, ecc. Altrettanto efficace e pratico è «Aquagenius» (vedi indirizzi a fine rubrica), un sistema autonomo (funziona senza batterie, senza corrente elettrica e senza allacciamenti e rubinetti) che consente di innaffiare da un minimo di 3-4 vasi di media dimensione fino a 16 vasi sempre di medie dimensioni per 15-20 giorni. È provvisto di un contenitore da 18 litri e di un erogatore-programmatore che può distribuire da uno a due litri di acqua al giorno a intervalli regolari. Prima di partire eliminate i fiori dalle piante d’appartamento che li producono, per evitare che consumino inutilmente acqua durante la vostra assenza; coprite infine il terriccio dei vasi con uno strato di 3 cm circa di argilla espansa, corteccia sminuzzata o torba umida per ridurre l’evaporazione. Al rientro ripulirete le piante dalle foglie ingiallite e secche, innaffierete a fondo e dopo qualche giorno inizierete di nuovo le consuete concimazioni.
Interventi fitosanitari
Le cocciniglie farinose (Planococcus citri e Pseudococcus longispinus) e la cocciniglia bassa degli agrumi (Coccus hesperidum) conservano la loro insidiosità su diverse piante (ficus, afelandra, clivia, croton, dieffenbachia, kentia, ecc.). Esse determinano deperimenti vegetativi e ingiallimenti fogliari, mentre  la loro melata imbratta la vegetazione e favorisce lo sviluppo di fumaggine che deturpa ulteriormente l’aspetto estetico delle piante e ostacola la funzione clorofilliana. Per il contenimento delle loro infestazioni  intervenite con olio bianco-80 (bio, non classificato) alla dose di 10 ml per litro d’acqua). Se ponete le piante all’aria aperta ad asciugare dopo il trattamento abbiate la precauzione di sistemarle in posizioni ombreggiate al fine di evitare che sotto l’azione del sole si verifichino ustioni fogliari.
Nei confronti di eventuali attacchi di afidi (Aphis gossypii in particolare) intervenite con imidacloprid-17,8 (non classificato), alla dose di millilitri 0,5 per litro d’acqua. Considerati i frequenti apporti di acqua per compensare le perdite per evaporazione e traspirazione sono temibili i disseccamenti del bordo e della punta delle foglie conseguenti all’accumulo di sali nel substrato dei vasi e nelle foglie.
Evitate, per quanto possibile, l’impiego dell’acqua domestica ed utilizzate invece l’acqua piovana raccolta e conservata in recipienti chiusi al fine di impedire che la suddetta diventi il substrato di sviluppo delle fastidiose zanzare.

 

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