I LAVORI DI LUGLIO-AGOSTO |
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Il giardino |
Tappeto erboso
Lavori
Con l’aumento delle temperature la crescita del tappeto erboso subisce un
naturale rallentamento. In linea generale è bene in questo periodo limitare al
minimo o sospendere le concimazioni, in particolare quelle a base di azoto.
Grande importanza ha invece
l’irrigazione perché il tappeto erboso possa mantenersi in ottime condizioni
anche in estate. La cosa migliore è avere un impianto di irrigazione
automatico che, una volta programmato, provvederà a bagnare negli orari
stabiliti e nelle quantità corrette.
È comunque
possibile bagnare anche con degli irrigatori mobili (che si possono spostare da
una parte all’altra del tappeto erboso) collegati a un tubo di gomma, ma in
questo caso è necessaria molta costanza.
Il fabbisogno d’acqua del
prato viene calcolato sommando due fattori molto
importanti: l’evaporazione e la traspirazione. Il primo fattore è la quantità
d’acqua che passa direttamente dal terreno all’atmosfera. Il secondo, la
traspirazione, è invece la quantità d’acqua che viene
assorbita dalle radici e liberata nell’aria attraverso le foglioline d’erba.
C’è anche un altro tipo di perdita, quella per «percolazione», costituita
dall’acqua che si infiltra in profondità nel terreno.
In realtà, salvo bagnature veramente eccessive, o in occasione di piogge
abbondanti, questa perdita non esiste o è trascurabile.
Questi fattori possono
variare secondo la stagione e la località. Nelle regioni del nord il fabbisogno
d’acqua nei mesi più caldi è mediamente di 4 litri d’acqua per metro quadrato
di prato al giorno, pari ad uno «spessore» d’acqua di
4 millimetri. Tuttavia questa quantità non consente di
inumidire tutto lo strato di terreno esplorato dalle radici. Per questo
motivo è bene aumentare il dosaggio apportato con una singola bagnatura fino a
8-12 millimetri, quantità sufficiente al fabbisogno di due o tre giorni. Sono
questi dunque i quantitativi e l’intervallo giusto tra
una bagnatura e l’altra.
L’unico metodo con il quale
controllare se si sta somministrando il corretto quantitativo d’acqua è quello
di disporre qua e là nel prato dei pluviometri (recipienti graduati). In mancanza usate dei contenitori cilindrici e poi, con un
semplice righello, misurate lo spessore d’acqua. Con questo sistema potete
anche valutare se l’impianto d’irrigazione funziona in modo
ottimale e se distribuisce acqua in modo uniforme su tutta la
superficie.
Le ore migliori per irrigare sono quelle della prima mattina, poiché le foglie dell’erba
si asciugano in poco tempo al sorgere del sole; se si bagna la sera, invece, si
favoriscono le malattie fungine, tanto frequenti e pericolose nei mesi estivi.
Queste infatti si diffondono grazie alla prolungata
bagnatura dell’erba. Può essere opportuno nelle ore centrali delle più limpide
e calde giornate estive accendere per due o tre minuti gli impianti di irrigazione. Questa breve irrorazione d’acqua, chiamata
«ciclo a siringa», ha il solo scopo di bagnare le foglie d’erba per abbassarne
la temperatura.
Lotta alle malattie. In
condizioni di clima caldo e umido il prato può essere colpito da malattie
fungine in grado di provocare danni come chiazze gialle o addirittura
disseccamenti più estesi, con o senza la formazione di muffe visibili
soprattutto al mattino.
Al primo manifestarsi di
sintomi sospetti è bene trattare con fungicidi ad esempio a base di
propiconazolo-25 (come ad esempio Tilt 25 EC, non
classificato, alla dose di 30-40 ml ogni 100 metri quadrati diluito in 10 litri
d’acqua), efficace contro numerose malattie, oppure
propamocarb-72 (come ad esempio Previcur, non
classificato, alla dose di 100 ml ogni 100 metri quadrati diluito in 10-15
litri d’acqua), efficace contro il pericoloso Pythium
blight, fungo che in condizioni favorevoli di alte
temperature e umidità può distruggere un tappeto in pochi giorni.
Piante annuali,biennali e perenni
Lavori
Luglio e agosto sono i mesi
più felici dell’estate perché permettono di godere appieno, durante il giorno,
dell’ombra degli alberi e dei lucidi colori del primo mattino, dei tanti
profumi che si offrono al tramonto e dell’abbondanza di fiori da ammirare. Ma tutta questa bellezza e ricchezza vanno mantenute, ed è
l’impegno preminente dei due mesi più caldi dell’estate: la manutenzione, che
non sarà troppo gravosa se effettuata nelle ore più fresche della giornata.
È facile che un giardino ben
curato sia in questi mesi molto rigoglioso, anche
troppo, tanto da diventare disordinato; osservatelo attentamente con occhio
critico e procedete a lavorare di forbici. Recidete sistematicamente tutti i
fiori secchi di petunie, Surfinie, lavanda, iperico, aubretia. Nelle perenni a fioritura precoce come l’aubretia
questa pulizia serve non solo a migliorare l’estetica ma anche a rinforzare
l’apparato verde. Nelle piante a fioritura prolungata come pratoline, Dianthus, tagete e zinnia la
pulizia favorisce il continuo sbocciare di nuovi
fiori.
Molte sono le perenni che in
questi mesi tendono ad espandersi troppo, soffocando le loro vicine più deboli.
Aster e Stachys lanata,
molto belle e utili per riempire vuoti, vanno comunque
mantenute negli spazi prefissati; procedete senza rimorso a eliminare gli
eccessi, utilizzandoli se lo desiderate per ripopolare altri spazi vuoti.
Rampicanti come le bignonie e
il caprifoglio o perenni come Campanula persicifolia e le molte varietà di clematide necessitano di
sostegno: guidate le prime su graticci e legate le seconde a tutori che devono
essere robusti ma sottili in modo da non rovinare l’estetica dei fiori.
Se in primavera il vostro giardino chiedeva nutrimento,
oggi vuole acqua. Innaffiate sistematicamente all’alba o al tramonto, evitando
ristagni che sprecano acqua e sono comunque dannosi
per le piante. Un utile accorgimento per mantenere più a lungo il terreno umido
alla base delle perenni è quello di ricorrere a una
lieve (3 cm) pacciamatura, senza esagerare perché uno strato spesso potrebbe
favorire marciumi vari.
Considerando che il trapianto
in piena terra di perenni coltivate in vaso è
possibile in ogni stagione, potete arricchire le vostre aiole o le fasce
informali con le piante che meglio si inseriscono nell’insieme, sia per
dimensioni sia per periodo e colore di fioritura. Molto importanti a questo
scopo sono le tappezzanti, perenni facili da coltivare, spesso sempreverdi, di altezza variabile da 5 a un massimo di 25-30 centimetri.
Tra le tante perenni oggi disponibili è di particolare
interesse il genere dei Sedum che comprende oltre 400
specie di annuali, biennali e perenni. Robusti e di poche pretese i Sedum offrono una scelta di specie talmente ampia da
rispondere a ogni esigenza. I Sedum
hanno foglie di solito carnose, piacevoli al tatto, lucide, perfette come
contrasto a piante dalle foglie grigie come la rigogliosa Artemisia abrotanum, l’elegante Artemisia «Powis Castle», l’argentea
Artemisia stelleriana, il Chrisantemum
densum dalle belle foglie piumate. I Sedum offrono in estate e in autunno
fiori in genere stellati, pannocchiette,
corimbi con colori che vanno dal bianco del Sedum
album «Coral carpet», al
giallo vivo del Sedum floriferum
«Weinerstepich gold» al rosa scuro del
Sedum spurium «Summer glory».
Ma, oltre ai Sedum, lasciatevi tentare dalle tante specie inusuali che possono personalizzare le aiole fiorite, le
fasce informali, gli spazi vuoti sotto le siepi e ai piedi dei rosai: foglie e
fioriture diverse che saranno una gioia per gli occhi e, ancor meglio,
inibiranno la crescita di infestanti riducendo il lavoro di pulitura, l’eterna
penitenza che ogni giardiniere patisce.
Per il pieno sole e le basse
bordure potete scegliere l’Armeria marittima «Splendens», con delicati fiori rosa da
maggio a luglio, oppure il Cerastium tomentosum, o il Cerastium lanatum «Alpinum», con le
sue foglie ricoperte da una lieve peluria argentea, oppure ancora la Veronica
prostrata che offre foglie piccole e lucide di un verde intenso e fiori a
«piattino» che vanno dall’azzurro al blu.
Se volete un’altezza maggiore optate per l’Erigeron karvinskianus, una perenne davvero importante come bordura,
robusta, espansiva, con una fioritura abbondante e prolungata di delicate
margheritine: formerà nel volgere di una stagione un denso cuscino adattissimo
per suddividere zone diverse del giardino.
Forse l’aspetto più eccitante del giardinaggio è la necessità di guardare al
futuro, programmare nuove fioriture, ideare nuove prospettive, nuovi scenari. In
luglio e agosto potete dimenticare l’inverno che si avvicina e preparare le
fioriture che dipingeranno la primavera 2005: ripulite e zappettate le aiole e
seminate primule, viole, ellebori, aquilegie. Non
dimenticate di evidenziare le semine con opportune etichette in modo da evitare
più tardi di smuovere il terreno ed estirpare giovani piantine.
Un ultimo consiglio: non
lasciate appassire i fiori più belli e profumati sulla pianta ma recideteli
appena prima che sbiadiscano, scegliendo le ore più calde della giornata;
raccoglietene i petali e fateli seccare in una stanza ariosa, conserveranno il
loro colore e il loro profumo per offrirveli intatti
durante l’inverno.
Interventi fitosanitari
Le rugiade notturne possono
mantenere bagnata la vegetazione per diverse ore della giornata, favorendo in
tal modo lo sviluppo di alcune malattie. Tra queste
sono indubbiamente le ruggini quelle che più comunemente possono attaccare le
vostre piante. Le piante di iperico
(Hypericum calicinum) sono
frequentemente interessate dalle infezioni della ruggine Melampsora
hypericorum. Questa si manifesta sulla pagina
inferiore delle foglie con la comparsa di numerose piccole pustole di colore
giallo-arancione, mentre la pagina superiore è disseminata di piccole macchie
giallastre. Le foglie colpite poi ingialliscono e disseccano, per cui le piante si defogliano e
finiscono per perdere la loro funzione estetica.
I pelargoni possono essere
interessati dalle infezioni dell’omonima ruggine (Puccinia
pelargonii-zonalis), che si manifesta sulla pagina
inferiore con pustole rugginose disposte in anelli concentrici.
In questo periodo sono molto comuni le infezioni di mal bianco, favorite
dall’elevata umidità relativa dell’aria. Particolarmente colpite sono le piante
che vegetano in posizioni ombreggiate e poco ventilate, come le piante di
margherite e crisantemi, suscettibili alle infezioni di Oidium chrysanthemi.
Per contenere le infezioni di
ruggini e mal bianco effettuate alcuni trattamenti
(2-3 o anche più in funzione delle condizioni di rischio infettivo),
intervallati fra loro di 10-12 giorni, impiegando bitertanolo-45,5 (non
classificato, alla dose di millilitri 6 per 10 litri d’acqua). Nei confronti
delle sole infezioni di mal bianco potete utilizzare comuni zolfi (bagnabili, micronizzati,
colloidali), come ad esempio zolfo bagnabile-80 (bio,
non classificato) alle dosi indicate in etichetta.
Per gli interventi con zolfo
astenetevi dal trattare durante le ore più calde della giornata onde evitare possibili ustioni alla vegetazione.
Piante acidofile
Lavori
I mesi estivi di luglio ed
agosto sono solitamente i più caldi e siccitosi ed è quindi importante tenere
sotto controllo le piante acidofile affinché non
soffrano per insufficienza d’acqua o eccessive insolazioni.
Le acidofile, sempreverdi e a foglia caduca, in questo periodo hanno ormai portato a termine il
loro sviluppo vegetativo e sono impegnate nella maturazione dei nuovi germogli
prodotti, che da teneri ed erbacei diventano più robusti e legnosi.
In questo periodo vi è la
definitiva formazione delle gemme a fiore che rimarranno poi dormienti per
tutto il periodo autunnale e invernale fino a riportare le colorate ed
abbondanti fioriture primaverili.
Uniche eccezioni nel campo
delle acidofile sono le ortensie e le gardenie che
continuano a far sbocciare i loro fiori durante l’estate, portando i boccioli fiorali sui germogli formatisi durante la primavera stessa.
Per quanto riguarda le
ortensie di varietà di Hydrangea macrophylla,
se desiderate
avere fiori blu intenso dovete eseguire alcune operazioni di correzione
dell’acidità del terreno. Il colore blu dei fiori è
essenzialmente dovuto alla quantità di alluminio che la pianta è in
grado di assorbire. L’alluminio, che è normalmente presente nel terreno in
buona quantità, si rende disponibile per l’assorbimento da parte delle piante
solo a pH bassi; se il pH del vostro terreno è già naturalmente acido, potete
godere dei colori azzurri e blu intenso, altrimenti dovete acidificare il
terreno. Aggiungete, prima che le infiorescenze si colorino, correttivi
acidificanti o direttamente solfato di alluminio in
soluzione al 2-2,5 per mille, ripetendo tale operazione ogni due settimane fino
a fine fioritura.
I fiori di gardenia, invece,
hanno una fioritura scalare: potete quindi reciderne alcuni man mano che
fioriscono per mantenere la vostra casa sempre profumata.
Tutte le altre acidofile, soprattutto le sempreverdi
come camelie, rododendri, azalee, pieris, skimmie e kalmie, sono in un
periodo di riposo vegetativo e non è necessario effettuare particolari
operazioni colturali.
Sospendete in questo periodo
concimazioni e potature, se non per eliminare i rami secchi. Fate invece
attenzione ad offrire alle vostre piante adeguate innaffiature
e ad evitare eccessive insolazioni. Il substrato in vaso o il terreno deve
avere sempre una giusta umidità, in modo tale da essere sempre fresco, ma non
eccessivamente bagnato. La traspirazione delle piante in questo periodo è molto
elevata e l’acqua di-sponibile viene utilizzata anche
per raffreddare le foglie durante le giornate più calde con irradiazione
diretta del sole. Se le piante non hanno più disponibilità d’acqua possono
essere soggette a stress idrico con arresto della fotosintesi e incremento
della temperatura interna, che porta a scottature. Sole diretto e siccità
causano nelle piante acidofile bruciature fogliari,
con sintomi sulle foglie che diventano più opache e scure e poi si ricoprono di
aloni con riflessi bronzei e poi marroni.
Per evitare quanto appena
descritto, mantenete sempre un buon apporto d’acqua con frequenti irrigazioni e
proteggete le piante dal sole diretto durante le ore centrali della giornata.
Se le piante sono in terra ed in pieno sole cercate di proteggerle con delle
reti ombreggianti, se invece sono in vaso spostatele in zone più fresche e
riparate dalla calura estiva.
State attenti, nel caso della
coltivazione in vaso, ad evitare che i contenitori di plastica, soprattutto se
di colore nero, si surriscaldino troppo ai raggi diretti del sole. In questo
caso cercate di proteggere i vasi dal sole diretto eventualmente interrando i
vasi stessi o ricoprendoli di materiale che serva da coibente.
Per evitare un’eccessiva
evaporazione d’acqua dai vasi o dal terreno, collocate o mantenete uno strato
di pacciamatura dello spessore di 5-10 cm alla base della pianta. Questo
servirà a mantenere più fresco il terreno e ad evitare lo svilupparsi di erbe
infestanti che possano competere con le vostre piante per le sostanze nutritive
e per le risorse idriche.
Durante i mesi estivi è anche
possibile procedere alla propagazione per talea delle camelie. Normalmente si
utilizzano i germogli che stanno lignificando e,
quindi, cambiando colore da verde a marrone.
Raccogliete dei germogli
semilegnosi lunghi 10-15 cm, praticando un taglio obliquo in corrispondenza di
un nodo fogliare. La talea deve avere al massimo due foglie (eliminate
eventualmente quelle in eccesso) e possibilmente non portare il bocciolo fiorale in posizione terminale, che può inibire la
successiva fase di radicazione. Il substrato ideale per le talee è la torba con
aggiunta di materiale drenante come sabbia e/o agriperlite
nella proporzione di 1/3. La pratica del taleaggio va
eseguita in ambiente protetto (piccolo cassonetto di vetro o serra) e le talee
in radicazione vanno costantemente mantenute umide attraverso un’irrigazione
finemente nebulizzata e un’alta umidità relativa all’interno della serra. Se
tutto va per il verso giusto per il mese di ottobre-novembre le talee saranno
radicate e pronte per essere trapiantate in un altro vasetto.
Interventi fitosanitari
In questo periodo le piante
non sono esposte a particolari problemi fitosanitari.
I ripetuti apporti irrigui con l’impiego di acqua domestica possono però
determinare la comparsa di clorosi più o meno intense. Raccogliete e utilizzate
per quanto possibile acqua piovana onde evitare che, con il tempo, il terriccio
diventi eccessivamente alcalino.
In questo periodo evitate di
correggere il pH con l’apporto di acidificanti al
terreno, in quanto essi finirebbero per innalzare la concentrazione di sali
nella soluzione circolante nel suolo e il loro accumulo nel tessuti fogliari,
in seguito al quale possono manifestarsi disseccamenti delle punte o delle
porzioni periferiche delle foglie. Se necessario ricorrete all’applicazione,
per via fogliare, di prodotti ferro-chelati
commerciali alle dosi indicate sulle confezioni.
Bulbose e tuberose
Lavori
È il momento di piantare
alcune bulbose a fioritura autunnale come ad esempio il Colchicum
autunnale per una splendente fioritura tra settembre e novembre.
Il bulbo del Colchicum autunnale deve essere piantato in agosto o, al
più tardi, nei primi giorni di settembre. Il terreno migliore è un composto
argilloso-siliceo arricchito con letame ben maturo. Questi bulbi sono soggetti
ideali per la naturalizzazione e crescono bene, in posizione assolata o a
mezz’ombra, con un buon tasso di umidità.
Piantate i bulbi a una
profondità di circa 10-15 cm mantenendo una distanza di 20-25 cm tra un bulbo e
l’altro. I bulbi possono rimanere a dimora per diversi anni, fino a quando non
diminuiscono la produzione dei fiori; solo allora si possono estirpare, dopo
l’appassimento delle foglie che coincide con la fine di giugno. Si possono
quindi staccare i bulbilli che si sono formati
attorno al bulbo principale e li si può piantare con le stesse modalità
descritte sopra.
È bene tenere a mente che il colchicum può provocare irritazioni alla pelle: è
consigliabile quindi usare dei guanti al momento della messa a dimora.
Vi consigliamo di piantare il
Colchicum autunnale accanto a piante di azalee,
rododendri, eriche, ai margini di una bordura mista o sotto alberi solitari per
dare una bel tocco di colore quando il bulbo è in fiore.
Una curiosità: come
distinguere un colchicum da un crocus?
La differenza più evidente è rappresentata dai bulbi: sono ovali quelli dei colchicum e appiattiti, o tondeggianti, quelli dei crocus. Inoltre le foglie dei colchicum
sono più lunghe e larghe di quelle dei crocus.
Altra meravigliosa e
scenografica bulbosa che vi consigliamo di mettere a dimora nel vostro giardino
di campagna è l’Amaryllis belladonna che colorerà gli
spazi aperti nelle prime giornate, ancora tiepide, dell’autunno.
Sul finire di agosto
piantatene i grossi bulbi quasi a livello del suolo, o poco sotto, in un
terreno ben drenato, tenendoli distanziati di circa 20-30 cm l’uno dall’altro.
Gli steli fiorali
sono nudi, robusti, pieni e, nei bulbi adulti, portano da 6 a 10 fiori.
Ricordate di innaffiare in abbondanza se le giornate sono ancora calde. Dopo la
fioritura, tagliate lo stelo fiorale, lasciando
ingiallire le foglie (che toglierete non appena secche).
Il bulbo lo potete lasciare
interrato, ma in questo caso lo dovrete coprire, in prossimità del tardo
autunno, con torba o foglie per proteggerlo dalle gelate della brutta stagione.
Interventi fitosanitari
I gladioli sono esposti alle
infezioni della ruggine trasversale (Uromyces transversalis), che si manifesta con pustole fogliari,
prima aranciate, quindi bruno-nerastre, che causano la successiva comparsa di
disseccamenti fogliari. Le infezioni si sviluppano in seguito a bagnature
fogliari di almeno cinque ore per effetto di piogge o forti rugiade notturne.
Se esistono condizioni di rischio infettivo o, al più tardi, alla comparsa
delle prime pustole, intervenite con bitertanolo-45,5 (non classificato, ml 6
per 10 litri d’acqua).
Questo preparato può essere
utilizzato anche sulle begonie interessate da infezioni di mal bianco (Oidium begoniae).
Rosai
Lavori
Nei mesi di luglio e agosto,
terminata la vistosa fioritura di maggio-giugno, i rosai rallentano la
crescita, soprattutto quelli non rifiorenti che iniziano un periodo di riposo;
continuate la loro potatura, per sollecitare la crescita dei nuovi rami che
porteranno i fiori la primavera prossima (vedi «i Lavori» di lu-glio-agosto 2002, pag. 9).
Anche i rosai che
rifioriranno a settembre-ottobre entrano in riposo, mentre le varietà a
fioritura continua, pur con un leggero rallentamento dato dalla temperatura
molto calda, continueranno ad emettere nuovi getti e a far sbocciare nuove
rose.
Per ottenere nuovi fiori più
velocemente continuate ad eliminare le rose appassite da questi arbusti
rifiorenti, asportando circa 1/3 del ramo, sopra una foglia completa, rivolta verso l’esterno
del cespuglio, che abbia una bella e vigorosa gemma all’ascella. Sugli arbusti
con fogliame molto fitto, effettuate la potatura verde, per eliminare parte del
verde che cresce al centro dell’arbusto ed impedire così le infezioni fungine.
Controllate sempre la
crescita dei selvatici che nascono sotto il punto di innesto (hanno foglie più
piccole e la foglia è formata da 7 foglioline anziché 5); la loro presenza non
offre nessun interesse, anzi col tempo sono in grado di prendere il sopravvento
facendo morire la rosa innestata.
Mantenete sempre pulite le
aiole dalle piante infestanti, rinnovando la pacciamatura che si fosse
impoverita e irrigate abbondantemente ogni 8 giorni, durante le ore serali,
soprattutto i rosai piantati a primavera per aiutarli a mantenere le radici in
profondità.
Solamente verso la fine
d’agosto, quando la temperatura inizia a farsi più mite, somministrate un
concime specifico per rosai (come ad esempio il Compo
Concime per rose, contenente guano, o Baycote Concime
per rose, seguendo le indicazioni riportate sulle confezioni) o un concime
chimico tipo Nitrophoska (in ragione di una manciata
per arbusto di media grandezza) ai rosai che hanno terminato in ritardo la
prima fioritura, e non sono quindi già stati fertilizzati nel mese di giugno, e
a quelli che hanno continuato a fiorire, per prepararli alla fioritura
autunnale; sarchiate leggermente il terreno per incorporare il concime e
irrigate.
Controllate sempre la
crescita dei rampicanti e se desiderate far assumere a un ramo molto diritto e
già indurito una posizione arcuata, appendete un peso a circa 1/3 del ramo
partendo dalla punta, lasciandovelo per molto tempo ed aumentandolo
gradualmente, sino a raggiungere la curvatura desiderata.
Gli ibridatori, per ottenere nuove varietà di
rose, effettuano manualmente ciò che la natura compie con l’impollinazione, un
evento spontaneo che avviene grazie al vento e agli insetti pronubi.
Il polline prodotto dagli
stami feconda gli ovuli che, a maturazione, altro non sono che i semi contenuti
nei frutti (cinorrodi), ossia le bacche colorate che
si vedono su alcuni rosai in autunno.
La tecnica dell’ibridazione è
abbastanza semplice, ma occorre scegliere due rosai fertili (cioè due arbusti
su cui sono comparse le bacche nell’anno precedente).
Si trasferisce quindi il
polline di una pianta (quella scelta per essere il padre), sull’ovario di
un’altra (la pianta madre): i semi che matureranno su quest’ultima, daranno
origine a piante con le caratteristiche di entrambi i genitori.
Interventi fitosanitari
Le infezioni più comuni che
possono colpire i rosai sono quelle del mal bianco (Spaherotheca
pannosa rosae), della
ticchiolatura o macchie nere (Marssonina rosae) e della ruggine (Phragmidium
mucronatum).
La prima malattia si sviluppa
in presenza di elevata umidità ambientale, per cui colpisce le piante che
vegetano in posizioni ombreggiate e poco ventilate, mentre è ostacolata dalle
piogge. La seconda trova condizioni favorevoli per il suo sviluppo nella
prolungata bagnatura della vegetazione per effetto di forti rugiade notturne.
Per il contemporaneo contenimento delle infezioni di mal bianco e della ruggine
potete impiegare bitertanolo-45,5 (non classificato, ml 6 per 10 litri
d’acqua), mentre contro la ticchiolatura utilizzate un comune ossicloruro di rame-50 (bio,
irritante) o solfato di rame tribasico-15,2 (bio, non
classificato), alla dose, per entrambi, di grammi 30 per 10 litri d’acqua.
Contro le suddette malattie
intervenite almeno due-tre volte consecutive, con intervalli di 8-10 giorni tra
un trattamento e l’altro.
Siepi, arbusti e alberi
Lavori
Con il mese di luglio arriva
il grande caldo che può risultare letale o fortemente dannoso per gli alberi e
gli arbusti messi a dimora durante la scorsa primavera. Prima di questo periodo
vi consigliamo di fasciare i tronchi degli alberi con della juta al fine di
proteggere la corteccia da forti insolazioni e vento caldo che potrebbero
causare ferite e necrosi ai tessuti. Per gli alberi con diametro del tronco
superiore a 12-15 centimetri è opportuno intervenire con una irrigazione sotto
chioma tramite irrigatori che, nebulizzando l’acqua, tengano sempre umida la
juta e di conseguenza il tronco.
In generale, comunque, in
questo mese tenete costantemente sotto controllo l’impianto di irrigazione a
goccia sia per quanto riguarda il suo regolare funzionamento sia, in
particolare, facendo attenzione che non si chiudano gli ugelli.
È poi molto importante prima
dei grandi caldi pacciamare sia gli alberi che gli
arbusti utilizzando erba falciata ed essiccata o corteccia di pino facilmente
reperibile in commercio: eviterete così una eccessiva evaporazione dell’acqua
somministrata tramite l’irrigazione e ridurrete lo sviluppo delle erbe
infestanti, proteggendo al tempo stesso le radici dai danni provocati da una
eccessiva ventilazione calda o dal sole diretto.
Se in giardino avete specie
coltivate in vaso che non amano il sole eccessivo (come ad esempio ortensie,
camelie, azalee, ecc.), è bene che provvediate a spostarle nel caso si trovino
in zone troppo esposte.
In questi mesi caldi sono poi
assolutamente da evitare potature e concimazioni che potrebbero provocare seri
danni sia ad alberi che ad arbusti.
Interventi fitosanitari
Durante questo periodo le
infezioni più frequenti sono quelle di mal bianco (Sphaerotheca
pannosa) su siepi ombreggiate di piracanta,
lauroceraso, lauro e mahonia.
Le foglie, soprattutto quelle
più giovani, vengono invase dalla vegetazione farinosa dei funghi responsabili,
si accartocciano, ingialliscono e disseccano. Le foglie del lauroceraso colpite
dal mal bianco presentano perfino perforazioni e frastagliature del lembo e,
con la loro caduta, lasciano spogli di vegetazione i rametti. Per il
contenimento delle infezioni effettuate 3-4 trattamenti, con intervalli di
10-12 giorni, utilizzando zolfi bagnabili, micronizzati, colloidali (ad esempio
zolfo bagnabile-80, bio, non classificato) alle dosi
indicate in etichetta, oppure impiegate bitertanolo-45,5 (non classificato, ml
6 per 10 litri d’acqua).
All’inizio di luglio nascono
le neanidi delle cocciniglie cerose (Ceroplastes japonicus e Ceroplastes ceriferus). Potete
sottoporre le piante infestate ad un intervento con olio bianco estivo-96,5 (bio, non classificato), alla dose di 150 millilitri per 10
litri d’acqua, con l’eventuale aggiunta di buprofezin-40,5 (irritante, dose ml
10 per 10 litri d’acqua).
In luglio sono presenti anche
le infestazioni delle larve della seconda generazione del bruco americano (Hyphantria cunea, vedi articolo pubblicato sul n. 5/2004,
pag. 20), contro le quali potete effettuare un trattamento fogliare con Bacillus thuringiensis kurstaki (bio, non classificato),
alla dose di grammi 100 per 100 litri d’acqua. Intervenite durante le ore del
tardo pomeriggio, meglio ancora di sera, al fine di preservare l’insetticida
dall’azione negativa esercitata dai raggi ultravioletti, ripetendo l’intervento
se piove entro due-tre giorni.
Piante in vaso da fiore per terrazzo e balcone (fucsie, gerani, lantane e
verbene)
Lavori
In questo periodo fucsie,
gerani, lantane e verbene sono nel massimo del loro splendore: sviluppano al
meglio la loro vegetazione e allo stesso tempo si coprono di fiori in grande
quantità.
Innaffiature. Durante luglio ed agosto la richiesta di acqua è
massima e non si può tralasciare nemmeno una innaffiatura,
pena la morte o un grave danno alle piante. Il terriccio deve essere sempre
umido, mai troppo bagnato; l’acqua può rimanere nei sottovasi al massimo per
mezza giornata, poi deve scomparire; inoltre dovete somministrarla, se
possibile, a temperatura ambiente, evitando di bagnare la vegetazione,
specialmente la sera. Generalmente se la pianta è innaffiata regolarmente e non
è troppo asciutta potete bagnare dal tramonto fino a tarda sera, oppure sino
alle prime ore del mattino se avete predisposto un impianto di irrigazione
automatica. Evitate di innaffiare il pomeriggio quando fa ancora troppo caldo;
se possibile è meglio bagnare la sera, o la notte, per permettere alla pianta
di reidratarsi per bene prima di una nuova giornata torrida.
Se vedete che la pianta
appassisce e la terra è asciutta aspettate, se possibile, che passino le ore
più calde; nel caso non fosse possibile innaffiate leggermente, ma senza
bagnare la vegetazione.
Nel caso la pianta non sia
stata innaffiata per alcuni giorni e manifesti un evidente stato di sofferenza
portatela, se possibile, in una posizione ombreggiata o ombreggiatela con una
stuoia o un cannicciato prima di innaffiarla.
Non lasciatevi ingannare
dalla vista di una pianta appassita: controllate sempre prima di innaffiare che
il terriccio non sia già sufficientemente umido; infatti si potrebbe verificare
uno dei due seguenti casi:
– la pianta ha sete perché il
terriccio è secco e allora innaffiatela;
– la pianta ha il terriccio
umido, le radici sane, ma fa troppo caldo o c’è troppo vento e per questi
motivi la capacità di assorbimento delle radici è scarsa; in questa caso non
fate nulla.
Concimazioni. Se volete avere
delle belle piante ed avere una fioritura continua dovete concimarle con un
prodotto specifico per piante fiorite (in commercio ve ne sono diversi).
Soprattutto durante questi
mesi caldi fucsie, gerani, lantane e verbene abbisognano di una regolare
concimazione almeno due-tre volte la settimana.
È assolutamente
sconsigliabile eseguire concimazioni ogni due settimane impiegando dosi
«abbondanti».
Altre cure. Valgono le stesse
cure suggerite per gli scorsi mesi.
È buona norma pulire le
piante dai fiori secchi, non solo per una ragione estetica, ma anche perché si
evita di impoverire la pianta con la produzione di semi: se non produce semi la
pianta produrrà molti più fiori!
Fucsie e gerani dal
portamento ricadente e verbene hanno il difetto di «spogliarsi» alla base e
produrre fiori solo all’estremità della vegetazione; per ovviare a ciò è buona
norma cimare sempre uno-due rami ogni settimana in modo da stimolare la pianta
a produrre nuovi germogli e fiori.
In certe zone di montagna per
proteggere le piante dai forti temporali estivi ci sono degli appassionati che
stendono protezioni di plastica sopra le piante. In questo modo non si rovina
la fioritura a causa degli acquazzoni.
Ma che fare nel caso le piante «subiscano» una grandinata? Purtroppo la grandine può rovinare
in pochi minuti il lavoro di mesi di amorevole cura. Nel caso vi capiti tale
sfortuna dovete pulire le piante da foglie e rami rovinati, asportando perciò
tutta la parte danneggiata. Spruzzate poi la vegetazione con un fungicida, come
ad esempio il solfato di rame tribasico (bio, non classificato) alla dose di grammi 20 per 10 litri
d’acqua: questo serve a disinfettare le ferite e ad evitare l’insorgenza di
malattie di origine fungina. Diminuite il numero e le quantità d’acqua delle innaffiature in quanto la vegetazione è stata ridotta in
modo più o meno consistente; continuate però a concimare due-tre volte la
settimana.
Cosa fare prima di partire
per le vacanze? Vi suggeriamo una tecnica che vi permetterà di ritornare dalle
vacanze con piante ancora più belle di quando le avete lasciate. Pochi giorni
prima della partenza effettuate una «energica» potatura asportando 1/3 circa
della vegetazione; è importante che togliate uniformemente tutti i rami alla
stessa lunghezza in modo da avere una ricrescita equilibrata della pianta. Dopo
la potatura spruzzate sulla vegetazione un fungicida, come ad esempio il
solfato di rame tribasico (bio,
non classificato) alla dose di grammi 20 per 10 litri d’acqua, per disinfettare
le ferite ed eseguite un’abbondante innaffiatura.
Con questa operazione
diminuiranno drasticamente i consumi d’acqua per almeno per 10-15 giorni, le
piante si rigeneranno e al vostro ritorno le
troverete con un rinnovato splendore.
Interventi fitosanitari
Afidi (Aphis
gossypii), aleurodidi (Trialeurodes vaporariorum) e
cocciniglie farinose (Planococcus citri,
Pseudococcus longispinus)
sono gli insetti più comuni sulle piante in vaso in questo periodo. Le loro
infestazioni causano rallentamenti vegetativi, ingiallimenti fogliari e
favoriscono lo sviluppo della fumaggine. Per
combattere tutti i suddetti insetti potete intervenire con imidacloprid-17,8
(non classificato) alla dose di millilitri 7,5 per 10 litri d’acqua.
Agrumi in vaso
Lavori
Durante il periodo estivo il
controllo costante dell’irrigazione è particolarmente importante e diventa
vitale se avete piante di agrumi in vasi piuttosto piccoli. In questi mesi
caldi infatti le piante, oltre ad essere costantemente in vegetazione, stanno
anche portando avanti la formazione dei frutti e necessitano quindi di
abbondanti e frequenti innaffiature.
Se, innaffiando, vedete
uscire l’acqua dal foro di drenaggio del vaso non significa necessariamente che
il terriccio abbia raggiunto la saturazione: infatti, quando la zolla si secca
troppo tende a restringersi, lasciando spazio tra terriccio e vaso, e la prima
acqua che si versa scende verso il fondo uscendo rapidamente dal foro di
drenaggio; in tal caso è utile ripetere l’innaffiatura
a distanza di alcuni minuti riempiendo il vaso anche tre-quattro volte.
Durante le vacanze può
risultare impraticabile innaffiare regolarmente le piante di agrumi: in questi
casi è bene garantire alle piante una sorgente di approvvigionamento in grado
di assicurarne la sopravvivenza. Tra i metodi più semplici vi consigliamo di
riempire di acqua un comune recipiente dove immergere la pianta facendo
attenzione che il livello dell’acqua non superi i 2/3 dell’altezza del vaso.
Questa operazione è fattibile nel caso si abbiano contenitori di piccole o
medie dimensioni, ed è una pratica sufficiente a garantire alla pianta una
disponibilità d’acqua per 3-4 giorni.
Per i vasi di grandi
dimensioni, il cui sollevamento risulterebbe difficoltoso, è opportuno
installare un impianto di irrigazione a goccia con timer; in commercio sono
reperibili impianti di facile programmazione e a costi contenuti.
Proprio a causa delle
frequenti innaffiature all’inizio dell’estate è
importante eseguire una ulteriore concimazione con un prodotto specifico a
lenta cessione contenente azoto, fosforo, potassio (13-7-13) e microelementi
(tra cui il ferro) rispettando le dosi consigliate in etichetta.
Inoltre in questo periodo
dell’anno è importante integrare la concimazione minerale con quella organica
(stallatico ben maturo) avendo cura di cospargere tutta la superficie del vaso
con uno spessore di circa 2-3 centimetri.
Durante questi mesi estivi
dovete inoltre eliminare costantemente alla base i succhioni,
al fine di permettere alla luce e all’aria di penetrare all’interno della
chioma impedendo il ristagno di umidità fra le foglie. Così facendo, oltre a
favorire l’attività di fotosintesi della pianta creerete condizioni sfavorevoli
alla vita dei parassiti.
Interventi fitosanitari
In piena estate le piante
possono essere interessate dalle infestazioni di ragnetti
(Tetranychus urticae), a
seguito delle quali le foglie si depigmentano,
ingialliscono e cadono. Alla comparsa delle infestazioni intervenite con
exitiazox-24 (non classificato) o con tebufenpirad-25 (non classificato) alle
rispettive dosi di 2 millilitri e 5 grammi per 10 litri d’acqua. Nei confronti
di eventuali attacchi di cocciniglie (Coccus hesperidum e Planococcus citri) potete utilizzare olio bianco estivo-96,5 (bio, non classificato), alla dose di 150 millilitri per 10
litri d’acqua.
Piante d’appartamento
Lavori
Durante la buona stagione le
piante d’appartamento stanno benissimo all’aperto, in posizione ombreggiata
(solo le cactacee amano il sole diretto): innaffiate abbondantemente e
regolarmente e concimate.
La permanenza all’aperto
porterà un gran giovamento alla vegetazione: le foglie lavate e ripulite dalla
pioggia riprenderanno nuovo vigore e i bei colori brillanti che durante
l’inverno in casa sono più spenti ed opachi per via della polvere, della luce
scarsa e dell’eccessivo calore degli ambienti.
Durante tutta l’estate le innaffiature e le nebulizzazioni devono essere regolari. Se
adoperate l’acqua del rubinetto e volete eliminare il calcare presente,
procuratevi del solfato di ammonio (si trova nelle drogherie): un cucchiaio in
10 litri d’acqua non solo elimina il calcare, ma possiede anche proprietà
nutritive per le piante. L’ideale per le innaffiature
è comunque l’acqua piovana che potete raccogliere durante i temporali estivi
mediante delle cisterne (esistono pratici sistemi di raccolta da collegare ai
pluviali di casa, vedi «i Lavori» di luglio-agosto 2002).
In luglio e agosto innaffiate
frequentemente le piante, evitando però di provocare ristagni nel sottovaso che
potrebbero causare marciumi in brevissimo tempo. Da luglio a metà agosto
innaffiate tutti i giorni, la sera e con generosità, lentamente e a più riprese,
sino a quando l’acqua esce dal foro di drenaggio. Nella seconda metà di agosto
di solito il tempo si rinfresca un po’ e cominciano a verificarsi temporali;
allora si potranno diradare le innaffiature.
Il terriccio dei vasi deve
mantenersi soffice e poroso, per cui rimuovete spesso la terra per rompere
l’eventuale crosta e mantenere libera dalle erbacce la superficie (all’aperto è
facile che nascano); meglio ancora è approntare un bello strato di pacciamatura
torbosa dello spessore di 2 cm circa che manterrà il
terriccio più fresco riducendo l’evaporazione.
Una volta alla settimana
concimate con un prodotto liquido tipo Geovital per
piante verdi della Zapi o Concime per piante verdi
della Bayer. Esistono anche fertilizzanti a cessione
programmata come Nutrigoccia per piante verdi della Valagro (si tratta di fialette il cui contenuto dura un
mese intero), oppure Osmocote Exact
della Scotts che rilascia lentamente le sostanze
nutrienti contenute nei granuli ogni volta che si innaffia.
Uno dei problemi principali
dell’estate per le piante da appartamento è comunque l’irrigazione, soprattutto
quando si parte per le vacanze. Per conservare al meglio le piante
d’appartamento durante brevi periodi d’assenza senza particolari sistemi di
irrigazione è meglio riunire tutte assieme quelle che hanno esigenze simili in
un luogo fresco e umido, per esempio il bagno. Collocatele vicino ad una
finestra (che deve lasciare filtrare la luce attraverso una tenda) in un
contenitore grande e basso riempito con acqua e argilla espansa nella quale
affonderete leggermente i vasi. Se si tratta di assentarsi per un periodo più
lungo, dovete porre le piante nelle migliori condizioni possibili per resistere
a un certo periodo di siccità, tenendo presente che questo potrà essere
limitato al massimo a una ventina di giorni per piante tipo le felci se
lasciate in casa, anche meno per le piante in terrazzo, poiché all’aperto
l’evaporazione è altissima.
Nel caso di vacanze lunghe, è
preferibile ricorrere agli impianti automatici di irrigazione regolati da una
centralina. In commercio ne esistono di diversi tipi, come l’«Idro kit per fioriere» della Gardena (vedi indirizzi a fine
rubrica), veloce da installare e facile da ampliare se si acquistano nuove
piante, che, se si adotta il metodo della goccia, riduce i consumi e gli
sprechi; oppure il «Set vacanze», sempre della Gardena, dotato di timer,
minipompa, erogatori, tubi di portata, ecc. Altrettanto efficace e pratico è «Aquagenius» (vedi indirizzi a fine rubrica), un sistema
autonomo (funziona senza batterie, senza corrente elettrica e senza
allacciamenti e rubinetti) che consente di innaffiare da un minimo di 3-4 vasi
di media dimensione fino a 16 vasi sempre di medie dimensioni per 15-20 giorni.
È provvisto di un contenitore da 18 litri e di un erogatore-programmatore che
può distribuire da uno a due litri di acqua al giorno a intervalli regolari.
Prima di partire eliminate i fiori dalle piante d’appartamento che li
producono, per evitare che consumino inutilmente acqua durante la vostra assenza;
coprite infine il terriccio dei vasi con uno strato di 3 cm circa di argilla
espansa, corteccia sminuzzata o torba umida per ridurre l’evaporazione. Al
rientro ripulirete le piante dalle foglie ingiallite e secche, innaffierete a
fondo e dopo qualche giorno inizierete di nuovo le consuete concimazioni.
Interventi fitosanitari
Le cocciniglie farinose (Planococcus citri e Pseudococcus longispinus) e la
cocciniglia bassa degli agrumi (Coccus hesperidum) conservano la loro insidiosità su diverse
piante (ficus, afelandra, clivia, croton, dieffenbachia, kentia, ecc.).
Esse determinano deperimenti vegetativi e ingiallimenti fogliari, mentre la loro melata imbratta la vegetazione e
favorisce lo sviluppo di fumaggine che deturpa
ulteriormente l’aspetto estetico delle piante e ostacola la funzione
clorofilliana. Per il contenimento delle loro infestazioni intervenite con olio bianco-80 (bio, non classificato) alla dose di 10 ml per litro
d’acqua). Se ponete le piante all’aria aperta ad asciugare dopo il trattamento
abbiate la precauzione di sistemarle in posizioni ombreggiate al fine di
evitare che sotto l’azione del sole si verifichino ustioni fogliari.
Nei confronti di eventuali
attacchi di afidi (Aphis gossypii
in particolare) intervenite con imidacloprid-17,8 (non classificato), alla dose
di millilitri 0,5 per litro d’acqua. Considerati i frequenti apporti di acqua
per compensare le perdite per evaporazione e traspirazione sono temibili i
disseccamenti del bordo e della punta delle foglie conseguenti all’accumulo di
sali nel substrato dei vasi e nelle foglie.
Evitate, per quanto
possibile, l’impiego dell’acqua domestica ed utilizzate invece l’acqua piovana
raccolta e conservata in recipienti chiusi al fine di impedire che la suddetta
diventi il substrato di sviluppo delle fastidiose zanzare.
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