I LAVORI DI MAGGIO-GIUGNO |
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L'apiario |
A cura di: Alessandro Pistoia
Lavori
Come risparmiare e guadagnare. Effettuate l’acquisto collettivo di api
regine presso un allevatore qualificato. È questo un modo per risparmiare sul
costo e nel contempo servirà a migliorare la qualità genetica del vostro
apiario.
La posa dei melari. Nei primi giorni di maggio potete cominciare a
individuare le colonie idonee a ricevere il melario. Sono le famiglie in cui le
api hanno ormai occupato tutti i telaini, con presenza di una regina giovane
(dell’età di un anno), che evita il rischio che si verifichi la sciamatura.
La posa dei melari dipende dall’andamento stagionale e dalla disponibilità di
fonti nettarifere. In condizioni ottimali, qualora si ritardi nella posa dei
melari, le colonie più sviluppate possono presentare la cosiddetta «barba»
(numerose api addossate le une alle altre) davanti alla porticina d’ingresso:
tale segno indica la grande quantità di api presenti nell’alveare e la
necessità di allargare lo spazio disponibile per la colonia.
Nel caso che non venga collocato il melario si potrebbero allora verificare
fenomeni di sciamatura appunto per l’impossibilità di ulteriore crescita nell’alveare
sovraffollato. In condizioni di perdurante clima favorevole, dovrete controllare
i melari dopo circa 10-15 giorni per scambiare i telaini laterali vuoti con
quelli pieni al centro oppure, in caso di raccolto abbondante, per procedere all’aggiunta
del secondo melario. Circa la sua collocazione vi sono pareri diversi: alcuni
apicoltori lo mettono al di sotto del melario già parzialmente pieno, altri lo
pongono al di sopra di questo. La posa del secondo melario sopra al primo è
più agevole e inoltre consente di ottenere il completo riempimento del primo
melario.
L’impiego dell’escludiregina. Nel momento in cui ponete il melario,
per evitare che la regina vi salga, con il rischio che vi deponga covata,
provvedete anche a posizionare l’escludiregina fra il nido ed il melario
stesso. Si tratta di una griglia in lamiera stampata o in fili saldati con fori
calibrati; le api operaie possono attraversarla e salire sui favi del melario,
mentre la regina, che non riesce a passare per le sue dimensioni maggiori,
rimane così nel nido.
Uno svantaggio che può derivare dall’impiego dell’escludiregina è che la
colonia può salire più lentamente nel melario e in caso di raccolto abbondante
in breve tempo può essere stimolata alla sciamatura, ma sono più i vantaggi in
quanto un’eventuale deposizione nel melario sarebbe oltremodo
controproducente.
L’alimentazione per bisogno. In caso di cattivo tempo si può
verificare la necessità di nutrire gli alveari. Sarà utile in questo caso che
procediate alla somministrazione di alimentazione artificiale di soccorso al
fine di sostenere la numerosa popolazione d’api presente e mantenere costante
l’ovideposizione della regina.
Persistendo le condizioni atmosferiche sfavorevoli, si vengono a trovare nell’alveare
più api addette ai lavori interni rispetto alle api bottinatrici; questo può
indurre la colonia a prepararsi alla sciamatura. Occorrerà quindi che
controlliate ogni alveare appena il tempo lo permette per verificare la presenza
di celle reali che possono essere tolte e utilizzate per costituire nuclei
artificiali. In caso contrario si verificheranno sciamature nella quindicina di
giorni successivi al periodo di cattivo tempo.
Per limitare la sciamatura potrete adottare diverse pratiche: aumento dello
spazio disponibile; prelievo di favi di covata e scorte dalle
famiglie forti per introdurli in quelle deboli (o per costituire dei nuclei
artificiali); spostamento degli alveari forti scambiandoli di posto con quelli
deboli, in modo da indurre le bottinatrici dell’alveare forte a entrare in
quello debole e viceversa; rinnovo delle regine.
Il controllo della maturità del miele prima della smielatura. Per
assicurarsi dello stato di maturità del miele basta inclinare il favo e
scuoterlo un poco: se non fuoriesce alcuna goccia significa che il miele
contenuto nelle cellette è maturo e può essere smielato senza problemi; in
caso contrario occorre posticipare il momento della smielatura altrimenti il
miele raccolto immaturo non si conserva e non può essere venduto.
La posa dell’apiscampo. Allo scopo di rendere agevole l’operazione
di prelievo dei melari potete procedere alla collocazione dell’apiscampo 2-3
giorni prima della data prevista per la smielatura. L’apiscampo va inserito
sotto il melario pieno, per isolarlo dal resto della colonia, liberarlo delle
api bottinatrici e quindi agevolmente avviarlo alla smielatura. Durante il
periodo di applicazione dell’apiscampo occorre fare attenzione che non vi
siano fessure che consentano l’entrata nel melario di api saccheggiatrici in
quanto i favi pieni di miele non sono più presidiati dalle operaie della
colonia.
Il prelievo dei melari. Effettuate il prelievo dei melari nelle prime
ore del mattino oppure al tramonto per evitare di stimolare il saccheggio da
parte delle api bottinatrici che sono state disturbate. Se c’è della covata
in qualche telaino, sono sicuramente presenti anche le api operaie in quanto
difficilmente la covata viene abbandonata. In tal caso vi conviene esaminare il
tipo di covata presente e se si tratta di fuchi potete eliminarla.
In presenza di covata femminile si può rimettere il telaino in un altro melario
assieme ad altri telaini nelle medesime condizioni e costituire uno sciame
artificiale, oppure si può riporlo in una colonia da rinforzare dopo aver
spazzolato via le api adulte presenti. I favi, in seguito, vanno avviati alla
smielatura e i telaini smielati vanno rimessi nei rispettivi melari; verso sera
della stessa giornata o della giornata successiva vanno restituiti alle colonie.
Le api procedono alla pulitura di ogni celletta e riprendono l’immagazzinamento
del miele per il secondo raccolto.
Interventi sanitari
Può ritornare utile in questo periodo effettuare interventi con l’acido
lattico (si impiega l’acido lattico racemico diluito al 15% in acqua
distillata), per le famiglie con il melario.
È comunque un metodo di difesa antivarroa che può essere adottato anche
durante il periodo di presenza del melario, in quanto l’acido lattico è un
componente naturale del miele. In seguito al trattamento l’acido lattico
aumenta di 7-10 volte rispetto alla normalità, ma in 7-8 settimane subisce una
progressiva riduzione e il suo contenuto nel miele ritorna a livelli normali.
Sugli sciami appena sistemati nel-l’arnia è importante intervenire
imme-diatamente per sfruttare l’assenza di covata e quindi ottenere l’abbattimento
totale degli acari varroa eventualmente presenti sul corpo delle api. Il
trattamento può essere eseguito anche con acido ossalico in soluzione al 2% (20
grammi di acido ossalico puro anidro, oppure 28 grammi di acido ossalico puro
diidrato per un litro d’acqua) spruzzato su ogni facciata dei favi coperti
dalle api. L’acido ossalico si può utilizzare anche per le famiglie senza
melario.
Lavori in laboratorio
Come risparmiare e guadagnare. Il mielometro è costoso e l’apicoltore
hobbista non sempre può permetterselo (i modelli professionali arrivano a
costare oltre 500 euro). Vi consigliamo l’acquisto
associato in modo che l’uso di tale strumento diventi accessibile a più
apicoltori.
La smielatura. I telaini carichi di miele maturo portati in laboratorio
per la smielatura devono essere disopercolati, cioè privati di quello strato
sottile di cera che ricopre il miele sigillandolo all’interno delle cellette.
Per questa operazione si impiegano attrezzi appositi quali coltello, forchetta e
banco per disopercolare. I telaini così preparati vengono collocati nello
smielatore che estrae il miele per forza centrifuga.
Successivamente il miele viene collocato nei maturatori, che sono dei
contenitori cilindrici, in acciaio inossidabile, di capacità variabile da 50 a
200 kg, dove si separano le bollicine d’aria e le impurità che si raccolgono
in superficie (formando il cosiddetto cappello di schiuma con pezzetti di cera e
di propoli) oppure sul fondo (come per esempio i granelli di sabbia). Dopo circa
15-20 giorni il miele può essere invasettato ed etichettato.
La raccolta della pappa reale. Ricordiamo anche che questi sono i mesi
in cui si raccoglie la pappa reale.
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