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Vita in Campagna
Sommario rivista Approfondimento
05
Maggio

  2004
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I LAVORI DI MAGGIO-GIUGNO
L'apiario


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A cura di: Alessandro Pistoia

Lavori
Come risparmiare e guadagnare.
Effettuate l’acquisto collettivo di api regine presso un allevatore qualificato. È questo un modo per risparmiare sul costo e nel contempo servirà a migliorare la qualità genetica del vostro apiario. 
La posa dei melari.
Nei primi giorni di maggio potete cominciare a individuare le colonie idonee a ricevere il melario. Sono le famiglie in cui le api hanno ormai occupato tutti i telaini, con presenza di una regina giovane (dell’età di un anno), che evita il rischio che si verifichi la sciamatura. La posa dei melari dipende dall’andamento stagionale e dalla disponibilità di fonti nettarifere. In condizioni ottimali, qualora si ritardi nella posa dei melari, le colonie più sviluppate possono presentare la cosiddetta «barba» (numerose api addossate le une alle altre) davanti alla porticina d’ingresso: tale segno indica la grande quantità di api presenti nell’alveare e la necessità di allargare lo spazio disponibile per la colonia. 
Nel caso che non venga collocato il melario si potrebbero allora verificare fenomeni di sciamatura appunto per l’impossibilità di ulteriore crescita nell’alveare sovraffollato. In condizioni di perdurante clima favorevole, dovrete controllare i melari dopo circa 10-15 giorni per scambiare i telaini laterali vuoti con quelli pieni al centro oppure, in caso di raccolto abbondante, per procedere all’aggiunta del secondo melario. Circa la sua collocazione vi sono pareri diversi: alcuni apicoltori lo mettono al di sotto del melario già parzialmente pieno, altri lo pongono al di sopra di questo. La posa del secondo melario sopra al primo è più agevole e inoltre consente di ottenere il completo riempimento del primo melario.
L’impiego dell’escludiregina.
Nel momento in cui ponete il melario, per evitare che la regina vi salga, con il rischio che vi deponga covata, provvedete anche a posizionare l’escludiregina fra il nido ed il melario stesso. Si tratta di una griglia in lamiera stampata o in fili saldati con fori calibrati; le api operaie possono attraversarla e salire sui favi del melario, mentre la regina, che non riesce a passare per le sue dimensioni maggiori, rimane così nel nido. 
Uno svantaggio che può derivare dall’impiego dell’escludiregina è che la colonia può salire più lentamente nel melario e in caso di raccolto abbondante in breve tempo può essere stimolata alla sciamatura, ma sono più i vantaggi in quanto un’eventuale deposizione nel melario sarebbe oltremodo controproducente. 
L’alimentazione per bisogno.
In caso di cattivo tempo si può verificare la necessità di nutrire gli alveari. Sarà utile in questo caso che procediate alla somministrazione di alimentazione artificiale di soccorso al fine di sostenere la numerosa popolazione d’api presente e mantenere costante l’ovideposizione della regina. 
Persistendo le condizioni atmosferiche sfavorevoli, si vengono a trovare nell’alveare più api addette ai lavori interni rispetto alle api bottinatrici; questo può indurre la colonia a prepararsi alla sciamatura. Occorrerà quindi che controlliate ogni alveare appena il tempo lo permette per verificare la presenza di celle reali che possono essere tolte e utilizzate per costituire nuclei artificiali. In caso contrario si verificheranno sciamature nella quindicina di giorni successivi al periodo di cattivo tempo.
Per limitare la sciamatura potrete adottare diverse pratiche: aumento dello spazio disponibile;  prelievo di favi di covata e scorte dalle famiglie forti per introdurli in quelle deboli (o per costituire dei nuclei artificiali); spostamento degli alveari forti scambiandoli di posto con quelli deboli, in modo da indurre le bottinatrici dell’alveare forte a entrare in quello debole e viceversa; rinnovo delle regine.
Il controllo della maturità del miele prima della smielatura.
Per assicurarsi dello stato di maturità del miele basta inclinare il favo e scuoterlo un poco: se non fuoriesce alcuna goccia significa che il miele contenuto nelle cellette è maturo e può essere smielato senza problemi; in caso contrario occorre posticipare il momento della smielatura altrimenti il miele raccolto immaturo non si conserva e non può essere venduto. 
La posa dell’apiscampo.
Allo scopo di rendere agevole l’operazione di prelievo dei melari potete procedere alla collocazione dell’apiscampo 2-3 giorni prima della data prevista per la smielatura. L’apiscampo va inserito sotto il melario pieno, per isolarlo dal resto della colonia, liberarlo delle api bottinatrici e quindi agevolmente avviarlo alla smielatura. Durante il periodo di applicazione dell’apiscampo occorre fare attenzione che non vi siano fessure che consentano l’entrata nel melario di api saccheggiatrici in quanto i favi pieni di miele non sono più presidiati dalle operaie della colonia.
Il prelievo dei melari.
Effettuate il prelievo dei melari nelle prime ore del mattino oppure al tramonto per evitare di stimolare il saccheggio da parte delle api bottinatrici che sono state disturbate. Se c’è della covata in qualche telaino, sono sicuramente presenti anche le api operaie in quanto difficilmente la covata viene abbandonata. In tal caso vi conviene esaminare il tipo di covata presente e se si tratta di fuchi potete eliminarla. 
In presenza di covata femminile si può rimettere il telaino in un altro melario assieme ad altri telaini nelle medesime condizioni e costituire uno sciame artificiale, oppure si può riporlo in una colonia da rinforzare dopo aver spazzolato via le api adulte presenti. I favi, in seguito, vanno avviati alla smielatura e i telaini smielati vanno rimessi nei rispettivi melari; verso sera della stessa giornata o della giornata successiva vanno restituiti alle colonie. Le api procedono alla pulitura di ogni celletta e riprendono l’immagazzinamento del miele per il secondo raccolto. 
Interventi sanitari 
Può ritornare utile in questo periodo effettuare interventi con l’acido lattico (si impiega l’acido lattico racemico diluito al 15% in acqua distillata), per le famiglie con il melario. 
È comunque un metodo di difesa antivarroa che può essere adottato anche durante il periodo di presenza del melario, in quanto l’acido lattico è un componente naturale del miele. In seguito al trattamento l’acido lattico aumenta di 7-10 volte rispetto alla normalità, ma in 7-8 settimane subisce una progressiva riduzione e il suo contenuto nel miele ritorna a livelli normali. Sugli sciami appena sistemati nel-l’arnia è importante intervenire imme-diatamente per sfruttare l’assenza di covata e quindi ottenere l’abbattimento totale degli acari varroa eventualmente presenti sul corpo delle api. Il trattamento può essere eseguito anche con acido ossalico in soluzione al 2% (20 grammi di acido ossalico puro anidro, oppure 28 grammi di acido ossalico puro diidrato per un litro d’acqua) spruzzato su ogni facciata dei favi coperti dalle api. L’acido ossalico si può utilizzare anche per le famiglie senza melario.
Lavori in laboratorio
Come risparmiare e guadagnare.
Il mielometro è costoso e l’apicoltore hobbista non sempre può permetterselo (i modelli professionali arrivano a costare oltre 500 euro). Vi consigliamo  l’acquisto associato in modo che l’uso di tale strumento diventi accessibile a più apicoltori.
La smielatura.
I telaini carichi di miele maturo portati in laboratorio per la smielatura devono essere disopercolati, cioè privati di quello strato sottile di cera che ricopre il miele sigillandolo all’interno delle cellette. Per questa operazione si impiegano attrezzi appositi quali coltello, forchetta e banco per disopercolare. I telaini così preparati vengono collocati nello smielatore che estrae il miele per forza centrifuga.
Successivamente il miele viene collocato nei maturatori, che sono dei contenitori cilindrici, in acciaio inossidabile, di capacità variabile da 50 a 200 kg, dove si separano le bollicine d’aria e le impurità che si raccolgono in superficie (formando il cosiddetto cappello di schiuma con pezzetti di cera e di propoli) oppure sul fondo (come per esempio i granelli di sabbia). Dopo circa 15-20 giorni il miele può essere invasettato ed etichettato.
La raccolta della pappa reale.
Ricordiamo anche che questi sono i mesi in cui si raccoglie la pappa reale.

 

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