ORTO |
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Nuovi e strani pomodori a frutto giallo,
arancione e albicocca |
Il pomodoro è un ortaggio che presenta elevata variabilità di
forme, dimensioni e colori dei frutti. Riportiamo in questo
articolo la breve cronistoria della selezione effettuata su
alcune piante di pomodoro con grande entusiasmo durante gli
ultimi dieci anni dalla biologa inglese Suzanne Arregger. Questa
studiosa ha ottenuto alcune varietà di pomodoro a polpa gialla,
arancione e albicoccaIl pomodoro è un ortaggio tra i più
coltivati nel nostro Paese, sia nei tipi da mensa che in quelli
per la trasformazione. Lo troviamo, quindi, in tutti gli orti
dove le condizioni climatiche lo consentono.
È un ortaggio che presenta elevata variabilità di forme,
dimensioni e colori dei frutti; variazioni che gli studiosi di
genetica vegetale hanno collezionato, ampliandole ulteriormente
attraverso incroci e selezioni. Grazie a questo lungo lavoro la
disponibilità di varietà oggi è più ampia rispetto ad alcuni
anni or sono, infatti è possibile coltivare varietà con frutto
tondeggiante di tipo tradizionale, con frutti a grappolo,
allungati, di tipo ciliegino, dalla polpa rossa e gialla.
Ed è in merito alla variabilità del colore delle bacche (frutti)
di pomodoro che vi riportiamo in questo articolo l’esperienza
portata avanti negli ultimi dieci anni da Suzanne Arregger, una
biologa inglese che vive e lavora in Trentino da più di quarant’anni
e che ha selezionato una linea di pomodori denominata «Golden
Gazzi»; queste piante sono coltivate dal 1996 con soli metodi
biologici.
Nel 1994, una pianta di pomodoro nata spontaneamente nel mio
orto in località Gazzi di Bolognano, Arco (Trento), molto
vigorosa e sana, invece di produrre pomodori rossi, ha prodotto,
inaspettatamente, sette pomodori gialli.
Per me, che sono una botanica, è stata una vera sorpresa vedere
su quella pianta pomodori gialli, diversi l’uno dall’altro. Ho
quindi deciso di raccogliere i semi e provare a riprodurli
l’anno dopo; a questi pomodori gialli ho dato il nome «Golden
Gazzi» in relazione al colore e alla località del ritrovamento.
Da oramai dieci anni porto avanti una personale ricerca e
selezione di questi pomodori partendo dalla progenie (cioè dai
discendenti) di quella pianta, nata per caso nel mio orto. Devo
premettere che dal 1992 coltivo varietà insolite di pomodoro
(cioè non conosciute in Italia se non da un genetista
specializzato) caratterizzate da diverse colorazioni e forme del
frutto, ottenute da sementi, più o meno antiche, riprodotte in
California-Usa.
La pianta spontanea di pomodoro con i frutti gialli era
cresciuta in prossimità del posto dove l’anno precedente avevo
coltivato due piante di pomodoro rosso «Mexican Ribbed». È stato
successivamente verificato che la pianta con i frutti gialli è
nata dalla mutazione spontanea di un seme del «Mexican Ribbed».
Il primo frutto giunto a maturazione era molto bello:
tondo-appiattito, liscio e del peso di circa 250 grammi. Il
terzo frutto maturato era invece costoluto, di forma sub-globosa
e del peso di 340 grammi; gli altri frutti erano globosi e di
taglia minore.
Come ho selezionato questi «strani pomodori»
Le progenie dei semi della pianta originaria, riprodotte e
coltivate ormai da dieci anni, hanno generato un’ampia gamma di
pomodori di forma, dimensione, colore e sapore differenti. Le
scelte sono state fatte in base alla sanità e al vigore delle
piante, all’aspetto, alla consistenza e al sapore dei frutti.
Dal 2002 sto portando avanti delle prove di coltivazione e
selezione anche a 1.000 metri di altitudine, a Ronzo-Chienis in
Val di Gresta (Trento), in ambiente montano protetto (sotto
tunnel).
Ecco i risultati che ho raggiunto
Ritengo di avere ormai stabilizzato (cioè sia la pianta che il
frutto mantengono le stesse caratteristiche) la progenie di
diverse varietà di pomodoro della linea «Golden Gazzi» a frutto
giallo da me selezionate. Ho anche stabilizzato il pomodoro «Tangerino
Gazzi», caratterizzato da un frutto grosso (circa 280 grammi), a
forma di cuore, di color arancione per la presenza del gene «t»
(tangerine), il pomodoro «Apricot Gazzi», con frutto color
albicocca probabilmente per l’azione del gene «at» (apricot) e
il pomodoro «Gazzi Yellow Egg» a frutto piccolo (circa 50
grammi) a grappolo e con polpa gialla (vedi foto a sinistra).
Nelle prove del 2002 a Ronzo-Chienis è nata, attraverso una
mutazione spontanea, una varietà a cui ho dato il nome «Ronzo
Gold», con caratteristiche ben diverse dalla pianta madre, sia
per l’apparato fogliare che per il frutto (vedi foto a
sinistra).
Piantine di questi nuovi pomodori da me ottenuti sono
disponibili in quantità limitata.
La loro coltivazione è consigliata negli orti familiari perché
queste varietà salvaguardano la biodiversità vegetale, hanno un
tasso minore di acidità e sono particolarmente ricche di
flavonoidi e polifenoli (sostanze che svolgono una spiccata
azione antiossidante in grado di neutralizzare i radicali liberi
ed esercitare un’azione protettiva e preventiva verso tumori –
come ad esempio quello della prostata e del colon – e malattie
cardiovascolari), e di beta-carotene.
Per quanto concerne le tecniche di coltivazione esse sono uguali
a quelle di tutte le altre varietà di pomodoro.
- Campioni di questi semi mi sono stati donati, nel gennaio
1992, dalla sig.ra Suzanne Ashworth di Sacramento, California
(Usa), collaboratrice della «Usa Seed Savers Exchange»
(organizzazione per la raccolta e conservazione dei semi di
piante in via di estinzione). Si tratta di pomodori «Heirloom»,
cioè vecchie varietà non reperibili in commercio. Tra questi
semi c’era una varietà a bacca rossa molto saporita, la «Mexican
Ribbed», costoluta e a buccia senza pigmento (cioè incolore, il
colore rosso è quello della polpa), con foglie di colore verde
argenteo, sane e vigorose.
- «Tangerino Gazzi» e «Apricot Gazzi» sono frutto di un incrocio
che ho fatto nel 1996 tra «Golden Gazzi» femmina e «Caro Rich»
maschio, che mi ha generato piante con frutti di diverso colore,
alcune ancora da stabilizzare.
- Piantine di pomodoro delle varietà citate potranno essere
acquistate dagli abbonati di Vita in Campagna, previa
prenotazione e sino a esaurimento, verso la fine di aprile
contattando il numero di tel. 0464 550785 o inviando un fax al
numero 0464 561751.
Prezzo indicativo 1 euro a piantina
L’okra, un ortaggio tropicale ideale per il
centro-sud Italia |
L’okra, o gombo, è una pianta tropicale proveniente dal
sud-est asiatico. La si può coltivare anche nel centro-sud del
nostro Paese, dove avvia il suo ciclo colturale in primavera,
fruttificando per tutta l’estate.
Dell’okra colpiscono le dimensioni della pianta che raggiunge
anche i 2-3 metri di altezza.
Per vegetare bene e arrivare alla fruttificazione l’okra
richiede temperature elevate (almeno 20-25° C).
Le esigenze di acqua della pianta sono influenzate dalle
condizioni dell’ambiente di coltivazione.
Durante la fase di germinazione eventuali eccessi d’acqua
possono compromettere il successo della coltura; per tale motivo
nei primi stadi di sviluppo delle piantine gli interventi
irrigui devono essere eseguiti con molta attenzione.
L’okra può essere coltivata su diversi tipi di suolo, anche se
nei terreni sciolti di medio impasto si conseguono i migliori
risultati. È indispensabile il pieno sole.
Preparazione del terreno, concimazione, semina e altre cure
colturali
In marzo si esegue la vangatura del terreno alla profondità di
20-40 cm a cui segue lo sminuzzamento delle zolle.
La concimazione deve essere eseguita durante questi lavori
preparatori; in media si possono apportare 6 kg di concime
composto ternario 11-22-16 per ogni 100 metri quadrati.
Appena sono terminati i geli, si esegue la semina a postarelle
ponendo in ogni fossetta 4-5 semi, a una profondità di 3 cm
circa, osservando distanze di circa 70 cm tra le file e 40 cm
sulla fila. Quando le piantine hanno raggiunto l’altezza di
circa 10 cm si procede al loro diradamento, lasciando per ogni
fossetta una o due piantine a seconda della loro robustezza; in
seguito si lascerà solo la pianta più forte.
Durante lo sviluppo delle piante è utile effettuare una
rincalzatura; con la stessa operazione si eliminano le erbe
infestanti.
Difficilmente la pianta è soggetta a malattie e pertanto, almeno
nel piccolo
orto familiare, si possono evitare i trattamenti
antiparassitari.
La raccolta e il suo impiego
Quando i frutti hanno le dimensioni del dito mignolo si effettua
la raccolta. Vista la presenza di peli urticanti è buona norma
utilizzare dei guanti, anche se tale inconveniente è superabile
adottando varietà che ne sono prive, come ad esempio la «Clemson
Spineless» (1).
I frutti si consumano crudi, cotti e anche fritti.
- Semi di okra, o gombo, sono commercializzati dalla ditta
Al Portico - Piazza San Firenze, 1 - 50122 Firenze - Tel. e fax
055 213716
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