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Vita in Campagna
Sommario rivista Approfondimento
03
Marzo

  2005
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ORTO
Nuovi e strani pomodori a frutto giallo, arancione e albicocca

 


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Il pomodoro è un ortaggio che presenta elevata variabilità di forme, dimensioni e colori dei frutti. Riportiamo in questo articolo la breve cronistoria della selezione effettuata su alcune piante di pomodoro con grande entusiasmo durante gli ultimi dieci anni dalla biologa inglese Suzanne Arregger. Questa studiosa ha ottenuto alcune varietà di pomodoro a polpa gialla, arancione e albicocca

Il pomodoro è un ortaggio tra i più coltivati nel nostro Paese, sia nei tipi da mensa che in quelli per la trasformazione. Lo troviamo, quindi, in tutti gli orti dove le condizioni climatiche lo consentono.
È un ortaggio che presenta elevata variabilità di forme, dimensioni e colori dei frutti; variazioni che gli studiosi di genetica vegetale hanno collezionato, ampliandole ulteriormente attraverso incroci e selezioni. Grazie a questo lungo lavoro la disponibilità di varietà oggi è più ampia rispetto ad alcuni anni or sono, infatti è possibile coltivare varietà con frutto tondeggiante di tipo tradizionale, con frutti a grappolo, allungati, di tipo ciliegino, dalla polpa rossa e gialla.
Ed è in merito alla variabilità del colore delle bacche (frutti) di pomodoro che vi riportiamo in questo articolo l’esperienza portata avanti negli ultimi dieci anni da Suzanne Arregger, una biologa inglese che vive e lavora in Trentino da più di quarant’anni e che ha selezionato una linea di pomodori denominata «Golden Gazzi»; queste piante sono coltivate dal 1996 con soli metodi biologici.
Nel 1994, una pianta di pomodoro nata spontaneamente nel mio orto in località Gazzi di Bolognano, Arco (Trento), molto vigorosa e sana, invece di produrre pomodori rossi, ha prodotto, inaspettatamente, sette pomodori gialli.
Per me, che sono una botanica, è stata una vera sorpresa vedere su quella pianta pomodori gialli, diversi l’uno dall’altro. Ho quindi deciso di raccogliere i semi e provare a riprodurli l’anno dopo; a questi pomodori gialli ho dato il nome «Golden Gazzi» in relazione al colore e alla località del ritrovamento.
Da oramai dieci anni porto avanti una personale ricerca e selezione di questi pomodori partendo dalla progenie (cioè dai discendenti) di quella pianta, nata per caso nel mio orto. Devo premettere che dal 1992 coltivo varietà insolite di pomodoro (cioè non conosciute in Italia se non da un genetista specializzato) caratterizzate da diverse colorazioni e forme del frutto, ottenute da sementi, più o meno antiche, riprodotte in California-Usa.
La pianta spontanea di pomodoro con i frutti gialli era cresciuta in prossimità del posto dove l’anno precedente avevo coltivato due piante di pomodoro rosso «Mexican Ribbed». È stato successivamente verificato che la pianta con i frutti gialli è nata dalla mutazione spontanea di un seme del «Mexican Ribbed».
Il primo frutto giunto a maturazione era molto bello: tondo-appiattito, liscio e del peso di circa 250 grammi. Il terzo frutto maturato era invece costoluto, di forma sub-globosa e del peso di 340 grammi; gli altri frutti erano globosi e di taglia minore.
Come ho selezionato questi «strani pomodori»
Le progenie dei semi della pianta originaria, riprodotte e coltivate ormai da dieci anni, hanno generato un’ampia gamma di pomodori di forma, dimensione, colore e sapore differenti. Le scelte sono state fatte in base alla sanità e al vigore delle piante, all’aspetto, alla consistenza e al sapore dei frutti.
Dal 2002 sto portando avanti delle prove di coltivazione e selezione anche a 1.000 metri di altitudine, a Ronzo-Chienis in Val di Gresta (Trento), in ambiente montano protetto (sotto tunnel).
Ecco i risultati che ho raggiunto
Ritengo di avere ormai stabilizzato (cioè sia la pianta che il frutto mantengono le stesse caratteristiche) la progenie di diverse varietà di pomodoro della linea «Golden Gazzi» a frutto giallo da me selezionate. Ho anche stabilizzato il pomodoro «Tangerino Gazzi», caratterizzato da un frutto grosso (circa 280 grammi), a forma di cuore, di color arancione per la presenza del gene «t» (tangerine), il pomodoro «Apricot Gazzi», con frutto color albicocca probabilmente per l’azione del gene «at» (apricot) e il pomodoro «Gazzi Yellow Egg» a frutto piccolo (circa 50 grammi) a grappolo e con polpa gialla (vedi foto a sinistra).
Nelle prove del 2002 a Ronzo-Chienis è nata, attraverso una mutazione spontanea, una varietà a cui ho dato il nome «Ronzo Gold», con caratteristiche ben diverse dalla pianta madre, sia per l’apparato fogliare che per il frutto (vedi foto a sinistra).
Piantine di questi nuovi pomodori da me ottenuti sono disponibili in quantità limitata.
La loro coltivazione è consigliata negli orti familiari perché queste varietà salvaguardano la biodiversità vegetale, hanno un tasso minore di acidità e sono particolarmente ricche di flavonoidi e polifenoli (sostanze che svolgono una spiccata azione antiossidante in grado di neutralizzare i radicali liberi ed esercitare un’azione protettiva e preventiva verso tumori – come ad esempio quello della prostata e del colon – e malattie cardiovascolari), e di beta-carotene.
Per quanto concerne le tecniche di coltivazione esse sono uguali a quelle di tutte le altre varietà di pomodoro.

- Campioni di questi semi mi sono stati donati, nel gennaio 1992, dalla sig.ra Suzanne Ashworth di Sacramento, California (Usa), collaboratrice della «Usa Seed Savers Exchange» (organizzazione per la raccolta e conservazione dei semi di piante in via di estinzione). Si tratta di pomodori «Heirloom», cioè vecchie varietà non reperibili in commercio. Tra questi semi c’era una varietà a bacca rossa molto saporita, la «Mexican Ribbed», costoluta e a buccia senza pigmento (cioè incolore, il colore rosso è quello della polpa), con foglie di colore verde argenteo, sane e vigorose.
- «Tangerino Gazzi» e «Apricot Gazzi» sono frutto di un incrocio che ho fatto nel 1996 tra «Golden Gazzi» femmina e «Caro Rich» maschio, che mi ha generato piante con frutti di diverso colore, alcune ancora da stabilizzare.
- Piantine di pomodoro delle varietà citate potranno essere acquistate dagli abbonati di Vita in Campagna, previa prenotazione e sino a esaurimento, verso la fine di aprile contattando il numero di tel. 0464 550785 o inviando un fax al numero 0464 561751.
Prezzo indicativo 1 euro a piantina
 

Suzanne Arregger Perini

 

L’okra, un ortaggio tropicale ideale per il centro-sud Italia

L’okra, o gombo, è una pianta tropicale proveniente dal sud-est asiatico. La si può coltivare anche nel centro-sud del nostro Paese, dove avvia il suo ciclo colturale in primavera, fruttificando per tutta l’estate.
Dell’okra colpiscono le dimensioni della pianta che raggiunge anche i 2-3 metri di altezza.
Per vegetare bene e arrivare alla fruttificazione l’okra richiede temperature elevate (almeno 20-25° C).
Le esigenze di acqua della pianta sono influenzate dalle condizioni dell’ambiente di coltivazione.
Durante la fase di germinazione eventuali eccessi d’acqua possono compromettere il successo della coltura; per tale motivo nei primi stadi di sviluppo delle piantine gli interventi irrigui devono essere eseguiti con molta attenzione.
L’okra può essere coltivata su diversi tipi di suolo, anche se nei terreni sciolti di medio impasto si conseguono i migliori risultati. È indispensabile il pieno sole.
Preparazione del terreno, concimazione, semina e altre cure colturali
In marzo si esegue la vangatura del terreno alla profondità di 20-40 cm a cui segue lo sminuzzamento delle zolle.
La concimazione deve essere eseguita durante questi lavori preparatori; in media si possono apportare 6 kg di concime composto ternario 11-22-16 per ogni 100 metri quadrati.
Appena sono terminati i geli, si esegue la semina a postarelle ponendo in ogni fossetta 4-5 semi, a una profondità di 3 cm circa, osservando distanze di circa 70 cm tra le file e 40 cm sulla fila. Quando le piantine hanno raggiunto l’altezza di circa 10 cm si procede al loro diradamento, lasciando per ogni fossetta una o due piantine a seconda della loro robustezza; in seguito si lascerà solo la pianta più forte.
Durante lo sviluppo delle piante è utile effettuare una rincalzatura; con la stessa operazione si eliminano le erbe infestanti.
Difficilmente la pianta è soggetta a malattie e pertanto, almeno nel piccolo
orto familiare, si possono evitare i trattamenti antiparassitari.
La raccolta e il suo impiego
Quando i frutti hanno le dimensioni del dito mignolo si effettua la raccolta. Vista la presenza di peli urticanti è buona norma utilizzare dei guanti, anche se tale inconveniente è superabile adottando varietà che ne sono prive, come ad esempio la «Clemson Spineless» (1).
I frutti si consumano crudi, cotti e anche fritti.

- Semi di okra, o gombo, sono commercializzati dalla ditta Al Portico - Piazza San Firenze, 1 - 50122 Firenze - Tel. e fax 055 213716

 
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