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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
46
19 - 25 Nov.

  2004
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POLITICA
Ogm: passa il decreto, restano le divisioni

Via libera dal Consiglio dei ministri

Il provvedimento sulla coesistenza tra colture transgeniche, tradizionali e biologiche ha iniziato il suo cammino. Se verrà trasformato in legge, le Regioni dovranno varare i rispettivi piani di coesistenza entro il 2005

Il Consiglio dei ministri ha approvato giovedì 11 novembre il decreto legge sulla coesistenza tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche.
Il testo non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ma, secondo quanto diffuso al termine del Consiglio le principali modifiche contenute nel testo approvato riguardano l’individuazione di aree omogenee da parte delle Regioni che dovrà essere fatta in coerenza con la raccomandazione della Commissione europea in materia di coesistenza; i piani di coesistenza regionali, inoltre, dovranno essere emanati entro il 31-12-2005. Nel testo è confermato l’arresto in caso di mancato rispetto della moratoria sulle coltivazioni ogm, come prevede l’articolo 1 comma 5 del decreto legislativo 24-4-2001, n. 212.
L’unico voto contrario all’approvazione del decreto è stato quello del ministro Roberto Castelli secondo il quale le colture transgeniche dovrebbero essere vietate su tutto il territorio nazionale.
Nel dare l’annuncio dell’avvenuta approvazione il ministro delle politiche agricole Gianni Alemanno ha detto che «grazie alla disponibilità del capo dello Stato è stato superato uno scoglio, costituito dalla richiesta della presidenza del Consiglio di un rinvio tecnico di una settimana del decreto».
Alemanno ha informato che insieme al ministro Letizia Moratti convocherà a breve un tavolo sulla ricerca nel settore delle agrobiotecnologie, come concordato in sede di Tavolo agroalimentare. «Ha prevalso il buon senso», ha concluso il ministro sottolineando che «gli appelli provocati dal prof. Veronesi» non hanno giovato alla causa del biotech.
Il ministro ha ringraziato anche la presa di posizione dei presidenti delle Regioni, favorevoli all’approvazione del decreto senza modifiche. Alemanno ha sottolineato più volte il grande ruolo delle Regioni che hanno chiesto questo quadro legislativo di carattere generale. Il ministro ha anche ringraziato le associazioni della società civile e agricole che si sono battute per il decreto e le forze politiche che hanno voluto il decreto legge.
In base alle norme costituzionali italiane, che demandano alle Regioni tutte le competenze in materia agricola, esiste teoricamente la possibilità che queste si dichiarino ogm free. Ma questa norma risulta in contrasto con quelle comunitarie che impediscono la costituzione di aree omogenee ogm free che coprano tutto il territorio di una regione. A questo potenziale conflitto costituzionale ha accennato il ministro Alemanno nel corso della conferenza stampa tenuta a Palazzo Chigi: secondo Alemanno, però, se si riescono ad approvare norme sulla coesistenza «talmente stringenti e convincenti» da non esserci più bisogno per una Regione di dichiararsi ogm free, questo conflitto può essere di fatto superato.
I soddisfatti e gli scontenti
Pur riconoscendo che il testo approvato dal Consiglio dei ministri è stato «stemperato» essendo stati «apportati miglioramenti, che rendono il decreto finalmente compatibile con le regole comunitarie», la Confagricoltura ritiene che «non si è intervenuti a sufficienza su uno degli aspetti più delicati, quello della responsabilità a carico degli agricoltori»: per tale ragione, secondo Palazzo della Valle, «saranno necessari ulteriori cambiamenti su questo punto per rendere il provvedimento autenticamente teso a dare applicazione alla raccomandazione dell’Unione Europea del luglio 2003».
Insomma, per Confagricoltura le settimane di dibattito e la riunione del Tavolo agroalimentare non sono trascorse invano perché «il testo ora appare più equilibrato e si intravede la possibilità di definizione dei piani di coesistenza». L’augurio della Confederazione è «che ci siano piani regionali stilati tenendo conto dei dati tecnico-scientifici e delle reali esigenze degli agricoltori, che dovranno essere coinvolti nella redazione, sia a livello nazionale, che regionale».
Per il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni l’approvazione del decreto rappresenta «un primo atto di responsabilità che risponde alla grande mobilitazione di imprese e cittadini impegnati in una battaglia di civiltà che la Coldiretti continuerà sul territorio con Comuni, Regioni e in Parlamento, dove la stragrande maggioranza delle forze politiche di entrambi gli schieramenti si è impegnata a difendere l’agricoltura italiana dai rischi di contaminazione del biotech e il diritto di scelta dei consumatori».
«L’industria alimentare italiana nell’accogliere l’approvazione del decreto sulla coesistenza tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche, modificato in adesione alle istanze avanzate dal sistema confindustriale, confida tuttavia che in sede di conversione in legge mantenga saldi i principi che hanno ispirato la raccomandazione europea del luglio 2003, dalla quale il decreto stesso è derivato: innanzitutto la libertà di iniziativa economica e la libertà di scelta dei produttori e dei consumatori», ha dichiarato Federalimentare.
«Finalmente è stata messa la parola fine alla telenovela del decreto sulla coesistenza. Esprimiamo quindi soddisfazione per un provvedimento che da tempo avevamo sollecitato per dare certezze sia ai produttori che ai consumatori ha detto il presidente della Cia, Giuseppe Politi. Adesso è opportuno che il provvedimento venga rapidamente recepito dal Parlamento».
 
«Esprimiamo soddisfazione per il positivo contributo che il Tavolo agroalimentare indetto dal ministro Alemanno sul tema del decreto sulla coesistenza degli ogm ha apportato, facendo chiarezza e indirizzando verso l’approvazione» – ha commentato il presidente della Fedagri-Confcooperative, Paolo Bruni. «L’approvazione di questo decreto – ha concluso Bruni – non deve frenare, però, il cammino della scienza nella direzione della ricerca».
La Uila ha espresso «soddisfazione per l’approvazione del decreto, sebbene arrivi con molto ritardo», riconoscendo «il grande e tenace impegno profuso dal ministro Gianni Alemanno».
Minore entusiasmo ha mostrato invece l’Aiab, Associazione italiana agricoltura biologica: il suo presidente, Vincenzo Vizioli, ha dichiarato che il decreto «è debole e lacunoso» essendo, a suo parere, scomparse dal testo «le regole rigorose e dettagliate che potevano garantire una vera agricoltura ogm free».
Anche l’Assobiotec, ma da un versante completamente opposto, non ha apprezzato l’approvazione del decreto. Quella in cui è stato approvato il provvedimento è stata per l’associazione «una giornata grigia per chi fa ricerca e innovazione in Italia», perché il provvedimento «contrasta con la promozione dell’innovazione e della competitività, di cui il Paese ha più che mai bisogno, e soprattutto con la libertà di fare impresa».
«Il decreto varato dal Governo risente purtroppo delle forti pressioni di interessi pro ogm esercitate in questi ultimi giorni. Ora sono necessarie modifiche migliorative da apportare in Parlamento, in particolare sul tema della responsabilità civile e penale, della copertura assicurativa e della facoltà di libera scelta delle Regioni che hanno già dichiarato il loro territorio ogm free», ha dichiarato la senatrice dei Verdi Loredana de Petris.
Sostanzialmente analoga la posizione del responsabile agricolo della Margherita, Luca Marcora, per il quale «alla fine, a forza di togliere e togliere, nel decreto non è rimasto nulla, tutto è stato rimandato alle Regioni, che hanno tempo fino al 31 dicembre 2005 per varare i piani di coesistenza, ma in sostanza la moratoria non esiste più e comunque i tempi per le Regioni sono strettissimi perché l’adozione dei piani si presenta molto macchinosa».

Sommario rivista Letizia Martirano
E-mail: l.martirano@informatoreagrario.it


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