PRIMA PAGINA |
|
I crediti Inps alle banche con lo sconto e
qualche incertezza |
Una vicenda che riguarda oltre 540.000 aziende
Si avvia forse alla soluzione il problema dei contributi previdenziali
dovuti dalle aziende agricole. Le organizzazioni agricole faranno da tramite
tra banche e aziende debitrici, ma non sono ancora definiti tempi e
procedure
La notizia è ormai ufficiale: la ventilata operazione di chiusura delle
partire debitorie delle aziende agricole nei confronti dell’Inps si farà. O
meglio si proverà a farla dato che, al momento, c’è solo un accordo di
massima circa la proposta di acquisto da parte di un pool di banche dei
crediti agricoli. Un progetto che, per diventare un’azione concreta,
necessiterà di una serie di passaggi preliminari volti a stabilire
esattamente l’ammontare dei debiti coinvolti e le modalità di estinzione
degli stessi.
Ma andiamo con ordine, cercando di evidenziare chiaramente di cosa parliamo
e di precisare i vari passaggi dell’operazione.
Crediti ceduti
Com’è noto, a partire dal 1999 l’Inps ha ceduto i propri crediti vantati nei
confronti delle aziende agricole a un società privata (la Scci spa). Si
tratta dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di
lavoro agricolo e dai lavoratori autonomi del settore primario per un
ammontare complessivo pari a più di 5 miliardi di euro.
I contributi si riferiscono non solo ad anni precedenti al 1999 ma anche
agli anni successivi (2005 e 2006 esclusi) poiché dopo il primo contratto di
cessione, risalente al novembre 1999, ne sono seguiti altri aventi a oggetto
appunto gli anni più recenti.
Riscossione coattiva
La società di cartolarizzazione Scci a partire dalla fine del 1999 ha
avviato le procedure di riscossione dei predetti crediti, avvalendosi di
cartelle esattoriali immediatamente esecutive e adottando tutti i
provvedimenti cautelari che la normativa in vigore le consentiva (compresi
il blocco dei mezzi agricoli e l’iscrizione di ipoteche).
La scarsa attendibilità delle banche dati dell’Inps (che ha prodotto
un’altissima percentuale di cartelle esattoriali in tutto o in parte
errate), la grave crisi che ha investito alcuni importanti settori di
produzione e alcune rilevanti aree del Paese, nonché la difficoltà di far
fronte in un’unica soluzione alle spesso ingenti partite debitorie, hanno
spinto il Governo a cercare realistiche soluzione alternative.
Peraltro non si può tacere che l’operazione di riscossione così avviata nel
1999 aveva prodotto, da un lato, un notevole contenzioso tuttora pendente
con l’Inps e, dall’altro, risultati molto scarsi in termini di somme
recuperate.
Soluzioni alternative
I Governi succedutisi in questi ultimi anni hanno ritenuto il disagio
denunciato dagli agricoltori meritevole di considerazione, anche in virtù
del fatto che qualsiasi opera di riforma della previdenza del settore
primario deve necessariamente passare prima per la risoluzione del gravoso
problema dei debiti pregressi.
Esclusa per motivi politici e finanziari l’ipotesi di un condono (negli anni
Novanta peraltro i condoni erano stati ben quattro ma non avevano portato a
risultati significativi), il ministro Paolo De Castro si è fatto promotore,
sin dal suo insediamento, di una soluzione di tipo privatistico.
Acquisto dei crediti da parte delle banche
Tecnicamente, come detto, non si tratta di un condono in senso classico,
e cioè di una riduzione ex lege del debito originario e in
particolare delle sanzioni e degli interessi, con conseguente pagamento in
unica soluzione o con rateazione. Quindi non c’è e non ci sarà alcuna
ufficiale operazione di regolarizzazione tramite l’Inps.
Al contrario tutto avverrà al di fuori del sistema Inps – Scci, poiché è
stato individuato un percorso alternativo incentrato sulla disponibilità di
un pool di banche ad acquistare i crediti agricoli posseduti dalla società
di cartolarizzazione per un valore inferiore al loro valore nominale.
In tal modo i soggetti coinvolti saranno soltanto l’azienda e la banca che,
una volta acquistato il credito dalla Scci, riconoscerà all’azienda –
proprio in virtù del basso prezzo di acquisto – la possibilità di chiudere
la partita debitoria tramite il pagamento di una somma fortemente ridotta.
Le banche coinvolte (Deustche Bank e Unicredit) faranno una proposta di
acquisto dei crediti Inps alla società di cartolarizzazione e, una volta
raccolta l’adesione di un certo numero di imprese, saranno in grado di
stabilire la percentuale di sconto da applicare alle aziende e ai lavoratori
autonomi agricoli. In ogni caso le banche si sono riservate la facoltà di
verificare prioritariamente la massa di crediti coinvolti nell’operazione
(che ammonterebbe a 1,8 miliardi di euro) al di sotto della quale non la
riterrebbero conveniente.
Ruolo delle associazioni di categoria
Tale riserva da parte del pool di banche richiede dunque un’operazione
preliminare alla definizione stessa delle partite debitorie, che vedrà
coinvolte attivamente le associazioni di categoria (Confagricoltura,
Coldiretti, Cia e Copagri) le quali si faranno carico nei prossimi mesi
dell’attività di informazione e diffusione sul territorio dell’iniziativa.
Le associazioni in sostanza, al fine di garantire la massima diffusione tra
gli interessati, faranno veicolare le notizie relative al piano di
«ristrutturazione» (così si chiama l’operazione di chiusura del debito) nei
confronti degli agricoltori e provvederanno a raccogliere le eventuali
adesioni.
Tempi e modalità del pagamento
Più difficile indicare esattamente in questa fase l’esatta procedura da
seguire e soprattutto i tempi. Al momento si può solo dire che l’operazione
è stata formalmente avviata da parte delle banche e delle associazioni di
categoria che, nel modo sopra indicato, verificheranno la fattibilità
concreta dell’operazione. Pertanto nelle prossime settimane verranno fornite
informazioni e saranno raccolte le pre-adesioni probabilmente entro metà
novembre.
Una volta finita questa fase, i singoli debitori dovranno accettare
formalmente l’operazione di cessione del credito e potranno concordare con
le banche l’importo da pagare per estinguere il debito. Ai debitori verrà
riconosciuta – oltre all’eliminazione degli interessi di mora, della
rivalutazione legale e degli altri costi e oneri accessori – anche la
decurtazione di una percentuale dell’importo «capitale del credito». Al
momento si può dire che, attraverso il pagamento di una quota pari al 22-30%
del debito, esso potrà essere saldato e stralciato definitivamente. Verrà
inoltre riconosciuta la possibilità di dilazionare il predetto importo
nell’arco di più anni prestando apposite garanzie.
Cosa succede dal 16 ottobre
Come noto (vedi anche L’Informatore Agrario n. 36/2006, pag.11) il 15
ottobre scorso è formalmente scaduto il periodo di sospensione concesso per
legge per il pagamento degli importi riscossi con cartella esattoriale. Dal
16 ottobre pertanto le aziende interessate non sono più coperte di fronte a
un’eventuale azione di riscossione coattiva da parte dei concessionari
esattoriali. Occorrerà pertanto nelle prossime settimane attivare
tempestivamente l’operazione appena descritta che, vale la pena di
sottolinearlo, oltre a essere particolarmente vantaggiosa, diventa decisiva
per la risoluzione di un problema che molte aziende agricole italiane
dovranno affrontare comunque nel prossimo futuro.
Il Durc secondo la Finanziaria 2007
Non va dimenticato, infatti, che oltre alle disposizioni di legge già
vigenti in materia di Documento unico di regolarità contributiva (Durc) per
il settore agricolo, nel disegno di legge finanziaria per l’anno 2007
compare una nuova norma in materia di certificazione di regolarità
contributiva che, se confermata nel testo definitivo, potrebbe causare non
pochi problemi alle aziende agricole proprio in relazione ai carichi
pendenti.
È infatti previsto, per le aziende di tutti i settori produttivi, che a
partire dal 2007 il possesso del Durc sarà indispensabile non solo per
l’accesso alle sovvenzioni e ai benefici comunitari per gli investimenti, ma
anche per l’accesso ai benefici normativi e contributivi in materia di
lavoro e previdenza (comprese ad esempio le agevolazioni per zone montane e
svantaggiate). Si tratta di una disposizione che, non contenendo alcuna
limitazione relativamente agli anni cui la certificazione di regolarità
dovrebbe riferirsi, potrebbe anche essere interpretata in modo da richiedere
la regolarità anche per i debiti ante 2006 (mentre il Durc agricolo già in
vigore si riferisce solo agli anni 2006 e seguenti).
|