POLITICA AGRARIA |
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Un Piano straordinario per l'agroalimentare in
crisi |
Prevista la ristrutturazione delle filiere produttive
Le difficoltà strutturali del settore agricolo hanno indotto il
ministro Alemanno a individuare assieme ai rappresentanti delle diverse
filiere un insieme di azioni incisive e coerenti per rilanciare il settore
primario
A pochi mesi dalla fine della legislatura, il ministro delle politiche
agricole Gianni Alemanno ha lanciato un Piano strategico straordinario di
vasto respiro, per affrontare e risolvere i nodi che condizionano la
competitività del sistema agroalimentare italiano e che sono,
plausibilmente, alla base delle situazioni di crisi e di emergenza di questi
ultimi anni.
L’operazione è ambiziosa, molto articolata e si incentra essenzialmente
sulla formulazione di piani di ristrutturazione per filiere produttive che
fungerebbero da contenitori nei quali far convergere i vari strumenti di
pianificazione e di gestione e il pacchetto di interventi.
Si inizia da subito con i settori in crisi e quindi, verosimilmente, dall’ortofrutta
e dall’uva da vino, ma con una certa premura dovrebbero essere trattati
settori che stanno attraversando una delicata fase di transizione, come lo
zucchero, soggetto a una radicale modifica della politica di sostegno a
livello europeo; la filiera dei cereali, fortemente colpita dagli effetti
della prima applicazione del disaccoppiamento e dalla congiuntura negativa
del mercato; il settore zootecnico, con particolare riferimento al latte
bovino, ancora interessato da una fase difficile che colpisce in modo acuto
i principali derivati come i formaggi grana.
Dopo il Consiglio dei ministri di metà ottobre, sono state fornite anche
puntuali indicazioni in ordine alle disponibilità finanziarie per affrontare
l’impegnativo progetto di rilancio del settore primario. Si potrà contare su
un budget di fondi nazionali di 500 milioni di euro, di cui 50 per le
iniziative di promozione e diffusione della internazionalizzazione delle
imprese italiane, 200 pronti per l’Istituto di sviluppo agricolo (Isa) e 250
in conto Cipe per interventi nelle aree sottoutilizzate.
La sede per la predisposizione dei piani di ristrutturazione per le singole
filiere produttive è il Tavolo agroalimentare, coadiuvato dai Tavoli di
filiera in via di istituzione e coordinati da una task force la cui
composizione prevede il coinvolgimento di esponenti del Ministero delle
politiche agricole, delle Regioni e delle organizzazioni di rappresentanza
degli interessi economici e sindacali.
L’interazione dei tre organismi dovrebbe assicurare non solo la definizione
del Piano straordinario di interventi, ma anche la traduzione delle diverse
misure.
Gli elementi del progetto
Dalle informazioni che sono state finora acquisite si può evincere che
l’intervento strategico poggia su un approccio che fa leva su alcuni
importanti elementi.
In primo luogo, si prende atto che la situazione del sistema agroalimentare
italiano non deriva da un momento di crisi congiunturale, ma da uno stato
strutturale di difficoltà che esige una risposta articolata e strategica:
una politica di sistema che parta dalla difesa e dalla promozione del made
in Italy agroalimentare, attraverso un insieme di azioni coerenti, incisive
e condivise da tutti gli attori economici.
La logica di sistema si fonda, inoltre, sull’aggregazione dell’offerta
agricola, sulla qualificazione della produzione e sull’integrazione di
filiera. In pratica, vi è un riferimento chiaro al modello appena introdotto
di nuova regolazione di mercato nel settore primario, con il quale è stato
ridisegnato il sistema dell’organizzazione economica dei produttori agricoli
e il modello per le relazioni interprofessionali.
Un terzo elemento cui è stata accordata una certa importanza è il
coinvolgimento preliminare della Commissione europea, con la quale ci
saranno degli incontri finalizzati alla discussione del Piano straordinario
e alla ricerca di una intesa sui contenuti specifici. In tal modo si intende
evitare il rischio di una bocciatura e della relativa mancata autorizzazione
degli interventi.
Infine, un altro punto caratterizzante è l’ampio ricorso al modello della
concertazione a livello nazionale. Il processo di formulazione dei programmi
e la successiva applicazione prevede tavoli di lavoro tra ministeri (Mipaf,
Attività produttive, Salute), tra istituzioni (Governo, Mipaf, Regioni, enti
locali), tra istituzioni e rappresentanze delle imprese e dei lavoratori.
Quanto ai singoli interventi che saranno messi in cantiere, il pacchetto è
articolato e prevede misure da tempo programmate e nuove azioni che sono
state individuate più di recente e che ora iniziano a prendere forma.
Si parte da una programmazione della produzione attenta alle esigenze del
mercato e dall’attuazione dei processi di tracciabilità e di etichettatura
delle produzioni. In tal modo si cercherà di agire sulla dimensione
dell’offerta e sulla qualificazione e riconoscibilità della stessa.
In questo ambito dovrebbe prendere corpo lo strumento dell’indicazione
dell’origine obbligatoria che però segna una netta demarcazione tra i
diversi protagonisti della filiera.
Il secondo elemento del programma è l’attuazione dell’accordo per la
promozione e l’internazionalizzazione definito lo scorso mese di febbraio
con la società Buonitalia, utilizzando le risorse a tal fine stanziate dalla
legge sulla competitività.
Il terzo capitolo alla base del piano straordinario è il rafforzamento delle
attività di controllo da parte di tutti gli organismi a ciò deputati.
L’obiettivo è di contrastare e prevenire i fenomeni di speculazione anomala
sui mercati agroalimentari, le importazioni di prodotti non conformi alla
normativa igienico-sanitaria europea e il ricorso alla contraffazione e
imitazione delle specialità alimentari italiane. Si tratta di una misura su
cui si fa molto affidamento, che dovrebbe vedere un impegno congiunto dei
diversi organismi deputati a eseguire controlli sul commercio e
sull’andamento dei prezzi nel settore alimentare.
Il quarto intervento prevede un’intesa con i protagonisti della
distribuzione alimentare, per la definizione di programmi per la
valorizzazione e la commercializzazione dei prodotti nazionali.
Infine, a breve termine, si affronterà il tema della riforma della
previdenza in agricoltura e il nodo del costo del lavoro e degli
ammortizzatori sociali. Nei prossimi mesi si potrà svolgere un primo
bilancio sull’efficacia del Piano straordinario che è stato annunciato. Al
momento, l’unico elemento certo è che il tempo a disposizione è poco.
A metà 2006 ci saranno le elezioni, cui seguiranno inevitabili cambiamenti
negli uomini e nei programmi.
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