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L'Informatore Agrario
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40
 21-28 Ott.

  2005
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POLITICA AGRARIA
Un Piano straordinario per l'agroalimentare in crisi

Prevista la ristrutturazione delle filiere produttive

Le difficoltà strutturali del settore agricolo hanno indotto il ministro Alemanno a individuare assieme ai rappresentanti delle diverse filiere un insieme di azioni incisive e coerenti per rilanciare il settore primario


A pochi mesi dalla fine della legislatura, il ministro delle politiche agricole Gianni Alemanno ha lanciato un Piano strategico straordinario di vasto respiro, per affrontare e risolvere i nodi che condizionano la competitività del sistema agroalimentare italiano e che sono, plausibilmente, alla base delle situazioni di crisi e di emergenza di questi ultimi anni.
L’operazione è ambiziosa, molto articolata e si incentra essenzialmente sulla formulazione di piani di ristrutturazione per filiere produttive che fungerebbero da contenitori nei quali far convergere i vari strumenti di pianificazione e di gestione e il pacchetto di interventi.
Si inizia da subito con i settori in crisi e quindi, verosimilmente, dall’ortofrutta e dall’uva da vino, ma con una certa premura dovrebbero essere trattati settori che stanno attraversando una delicata fase di transizione, come lo zucchero, soggetto a una radicale modifica della politica di sostegno a livello europeo; la filiera dei cereali, fortemente colpita dagli effetti della prima applicazione del disaccoppiamento e dalla congiuntura negativa del mercato; il settore zootecnico, con particolare riferimento al latte bovino, ancora interessato da una fase difficile che colpisce in modo acuto i principali derivati come i formaggi grana.
Dopo il Consiglio dei ministri di metà ottobre, sono state fornite anche puntuali indicazioni in ordine alle disponibilità finanziarie per affrontare l’impegnativo progetto di rilancio del settore primario. Si potrà contare su un budget di fondi nazionali di 500 milioni di euro, di cui 50 per le iniziative di promozione e diffusione della internazionalizzazione delle imprese italiane, 200 pronti per l’Istituto di sviluppo agricolo (Isa) e 250 in conto Cipe per interventi nelle aree sottoutilizzate.
La sede per la predisposizione dei piani di ristrutturazione per le singole filiere produttive è il Tavolo agroalimentare, coadiuvato dai Tavoli di filiera in via di istituzione e coordinati da una task force la cui composizione prevede il coinvolgimento di esponenti del Ministero delle politiche agricole, delle Regioni e delle organizzazioni di rappresentanza degli interessi economici e sindacali.
L’interazione dei tre organismi dovrebbe assicurare non solo la definizione del Piano straordinario di interventi, ma anche la traduzione delle diverse misure.
Gli elementi del progetto
Dalle informazioni che sono state finora acquisite si può evincere che l’intervento strategico poggia su un approccio che fa leva su alcuni importanti elementi.
In primo luogo, si prende atto che la situazione del sistema agroalimentare italiano non deriva da un momento di crisi congiunturale, ma da uno stato strutturale di difficoltà che esige una risposta articolata e strategica: una politica di sistema che parta dalla difesa e dalla promozione del made in Italy agroalimentare, attraverso un insieme di azioni coerenti, incisive e condivise da tutti gli attori economici.
La logica di sistema si fonda, inoltre, sull’aggregazione dell’offerta agricola, sulla qualificazione della produzione e sull’integrazione di filiera. In pratica, vi è un riferimento chiaro al modello appena introdotto di nuova regolazione di mercato nel settore primario, con il quale è stato ridisegnato il sistema dell’organizzazione economica dei produttori agricoli e il modello per le relazioni interprofessionali.
Un terzo elemento cui è stata accordata una certa importanza è il coinvolgimento preliminare della Commissione europea, con la quale ci saranno degli incontri finalizzati alla discussione del Piano straordinario e alla ricerca di una intesa sui contenuti specifici. In tal modo si intende evitare il rischio di una bocciatura e della relativa mancata autorizzazione degli interventi.
Infine, un altro punto caratterizzante è l’ampio ricorso al modello della concertazione a livello nazionale. Il processo di formulazione dei programmi e la successiva applicazione prevede tavoli di lavoro tra ministeri (Mipaf, Attività produttive, Salute), tra istituzioni (Governo, Mipaf, Regioni, enti locali), tra istituzioni e rappresentanze delle imprese e dei lavoratori.
Quanto ai singoli interventi che saranno messi in cantiere, il pacchetto è articolato e prevede misure da tempo programmate e nuove azioni che sono state individuate più di recente e che ora iniziano a prendere forma.
Si parte da una programmazione della produzione attenta alle esigenze del mercato e dall’attuazione dei processi di tracciabilità e di etichettatura delle produzioni. In tal modo si cercherà di agire sulla dimensione dell’offerta e sulla qualificazione e riconoscibilità della stessa.
In questo ambito dovrebbe prendere corpo lo strumento dell’indicazione dell’origine obbligatoria che però segna una netta demarcazione tra i diversi protagonisti della filiera.
Il secondo elemento del programma è l’attuazione dell’accordo per la promozione e l’internazionalizzazione definito lo scorso mese di febbraio con la società Buonitalia, utilizzando le risorse a tal fine stanziate dalla legge sulla competitività.
Il terzo capitolo alla base del piano straordinario è il rafforzamento delle attività di controllo da parte di tutti gli organismi a ciò deputati.
L’obiettivo è di contrastare e prevenire i fenomeni di speculazione anomala sui mercati agroalimentari, le importazioni di prodotti non conformi alla normativa igienico-sanitaria europea e il ricorso alla contraffazione e imitazione delle specialità alimentari italiane. Si tratta di una misura su cui si fa molto affidamento, che dovrebbe vedere un impegno congiunto dei diversi organismi deputati a eseguire controlli sul commercio e sull’andamento dei prezzi nel settore alimentare.
Il quarto intervento prevede un’intesa con i protagonisti della distribuzione alimentare, per la definizione di programmi per la valorizzazione e la commercializzazione dei prodotti nazionali.
Infine, a breve termine, si affronterà il tema della riforma della previdenza in agricoltura e il nodo del costo del lavoro e degli ammortizzatori sociali. Nei prossimi mesi si potrà svolgere un primo bilancio sull’efficacia del Piano straordinario che è stato annunciato. Al momento, l’unico elemento certo è che il tempo a disposizione è poco.
A metà 2006 ci saranno le elezioni, cui seguiranno inevitabili cambiamenti negli uomini e nei programmi.


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