Mercato del latte, tema caldo della 61a
Fiera del bovino da latte |
Intervista ad Antonio Piva, presidente di Cremonafiere
Nonostante l’aumento delle dimensioni delle aziende e
l’aggregazione dell’offerta, il prezzo del latte alla stalla continua a
calare, mentre aumenta quello al consumo: gli allevatori vogliono vederci
chiaro
Proprio così, quest’anno a Cremona si parlerà in modo particolare dei
problemi connessi alla commercializzazione del latte e dei suoi derivati.
Una questione resa scottante dall’andamento del prezzo del latte
all’allevamento, sempre al ribasso, e dall’aumento delle importazioni
dall’estero di latte liquido confezionato destinato al consumatore finale.
Per saperne di più a pochi giorni dall’apertura della 61esima Fiera
internazionale del bovino da latte siamo andati a trovare Antonio Piva,
presidente dell’ente Fiera. Piva ha le idee chiare e in pochi minuti ci ha
spiegato quali sono i temi forti dell’imminente edizione della
manifestazione e gli obiettivi della Fiera per i prossimi anni.
Gli Stati generali del latte
Quella del 2006 sarà la terza volta degli Stati generali del latte e
quest’anno, ci pare di capire, si parlerà ancor più degli altri anni del
rapporto tra produzione e commercializzazione.
Gli Stati generali sono diventati quasi un «tavolo istituzionale», il
momento pubblico più importante dell’anno per il confronto tra le componenti
del mondo del latte.
Di fronte agli allevatori, da sempre presenti in gran numero a Cremona,
politici, istituzioni, organizzazioni professionali e tutta la filiera,
dall’industria alla grande distribuzione organizzata, sono chiamati a dare
risposte, a presentare progetti per il futuro e soluzioni a problemi
attuali.
Quest’anno vogliamo capire perché la qualità del nostro latte non viene
pagata adeguatamente. In un decennio il prezzo del latte alla stalla è
passato da 0,40 a poco più di 0,30 euro/L pari al –25%. E i costi di
produzione non sono certo diminuiti, anzi. Spese per energia, manodopera e
alimentazione sono decisamente cresciute. Il nostro latte, vale a dire il
latte italiano, ha ottimi requisiti igienici e qualitativi.
Basti pensare che sempre più allevatori possono permettersi di vendere latte
crudo, senza alcun trattamento igienizzante, direttamente al consumatore.
Lo dimostrano anche le emergenze sanitarie degli utimi anni.
Esattamente. Bse, aviare, ecc., tutte malattie che vengono dall’estero.
Il sistema zootecnico italiano è uno dei più sicuri del mondo e questa
sicurezza è dovuta ai continui controlli e a normative stringenti. Qualità e
sicurezza però costano, ma nessuno vuole poi pagarle. Per dieci anni ci
hanno detto che il problema era la dimensione media delle nostre aziende e
la mancanza di organizzazione dell’offerta. Ebbene in questo stesso arco
temporale il numero delle stalle si è ridotto di quasi il 50%, mentre la
produzione di latte è rimasta pressoché costante, segno di una forte
crescita della dimensione degli allevamenti.
E ancora, il 50% della produzione è ormai organizzata in cooperative e
associazioni di produttori.
Risultato di tutti questi sforzi: la redditività degli allevamenti continua
a calare.
Qualcuno dovrà spiegarci perché. Lanceremo molte provocazioni.
Ad esempio?
Venga sabato 28 ottobre alla Fiera di Cremona.
Ci risulta che durante un recente coordinamento di Fedagri a Roma lei
abbia lanciato l’idea di costituire una piattaforma commerciale organizzata
e sostenuta direttamente dagli agricoltori.
È così.
Se ne parlerà anche a Cremona?
Può essere. Sicuramente si parlerà dell’ambizioso progetto di riunire il
mondo cooperativo sotto un’unica struttura per poter dialogare con più forza
con la gdo.
Un progetto che richiede una forte coesione tra tutti gli allevatori.
Quest’anno ci sarà anche il presidente di Coldiretti al tavolo degli Stati
generali?
È stato invitato, ci auguriamo di averlo nostro ospite.
Fiera del bovino da latte più grande e internazionale
A Cremona comunque ci saranno anche altre novità come ad esempio i due
padiglioni espositivi.
La manifestazione continua a crescere. Lo scorso anno abbiamo avuto
quasi 68.000 visitatori e per quest’anno ne attendiamo più di 69.000: +1,5%.
Anche il numero degli espositori sta aumentando: +6% di spazi venduti, ma
ancora molte aziende sono iscritte nella lista d’attesa.E nonostante l’area
espositiva coperta sia cresciuta a 55.000 metri quadri, grazie a due nuovi
padiglioni in via di ultimazione, avremo ancora 7.000 metri quadri di
esposizione all’aperto. Voglio inoltre segnalare il forte incremento della
presenza straniera sia in termini di espositori (+33%), sia di visitatori
(+10%).
Sono i risultati dello sforzo di internazionalizzazione della Fiera?
Sì. Internazionalizzare la Fiera del bovino da latte è uno degli
obiettivi dell’ente. Vogliamo che Cremona diventi un punto di riferimento
forte per tutta la zootecnia da latte europea. Per questo nel 2006 abbiamo
partecipato con uno stand a due eventi all’estero: Space, a Rennes in
Francia, e World Dairy Expo, a Madison in Wisconsin (Stati Uniti).
L’obiettivo è quello di aumentare il numero di visitatori ed espositori
stranieri per portare a Cremona le più importanti innovazioni della
zootecnia da latte a livello mondiale. Abbiamo già instaurato un buon
rapporto anche la la Fiera di Poznan in Polonia.
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