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L'Informatore Agrario

Sommario rivista

Approfondimento

   
38
 6-12 Ott.

  2006
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Attualità UNIONE EUROPEA

La partita del Wto continua dietro le quinte

I negoziati bloccati dallo scorso luglio

Il negoziato sul commercio mondiale è in stallo e probabilmente non dovrebbero esserci sviluppi fino al prossimo anno, dopo la definizione del nuovo Farm Bill. Proseguono comunque i contatti diplomatici

Sono trascorse ormai alcune settimane da quando, lo scorso luglio, si sono interrotti bruscamente i negoziati multilaterali sulla liberalizzazione degli scambi commerciali in ambito Wto.
A Ginevra, come si ricorderà, si era preferito optare per una pausa di riflessione e infatti le trattative erano state sospese sino a data da destinarsi. Solo la discussione avviata a Hong Kong sul pacchetto per lo sviluppo (Aid for Trade) prosegue e, probabilmente, alcuni risultati positivi saranno già presentati in occasione del prossimo Consiglio generale della Wto di metà ottobre.
Nulla di più. Tutte le trattative sulle riduzioni delle tariffe doganali e dei sostegni sono di fatto ferme, anche per tenere conto di alcune importanti scadenze politiche che inevitabilmente influenzeranno l’atteggiamento dei vari Paesi al tavolo delle trattative, a partire da quelle elettorali: in Brasile si è votato in questi giorni e si andrà al ballottaggio nel quale dovrebbe essere confermato il presidente Lula da Silva, protagonista del negoziato Wto; poi ci sono le elezioni di medio termine negli Usa, a novembre, e infine potrebbero essere rilevanti anche le elezioni francesi del prossimo anno.
Sempre nel 2007 scade poi il Farm Bill 2002, l’insieme delle norme che regola la politica agricola statunitense. Si tratta di una scadenza importante: i vari programmi che compongono il Farm Bill sono spesso sotto accusa da parte di alcuni Paesi che si sono rivolti – con successo – al panel della Wto. Inoltre, le ristrettezze del bilancio federale potrebbero richiedere un taglio alle risorse disponibili per i farmer.
Tutto ciò ha già di fatto avviato a Washington e nelle campagne Usa un vasto dibattito sull’opportunità – o sulla necessità – di confermare l’attuale assetto del Farm Bill per alcuni anni, oppure di cambiarne gli strumenti e gli obiettivi.
Nel 2007 la proposta di bilancio federale già prevede delle riduzioni finanziarie, ma per l’American Farm Bureau, l’associazione delle imprese agricole Usa, il quadro è chiaro: con la sospensione del Doha Round sarebbe improprio modificare il Farm Bill.
Occorre invece una riconferma degli attuali programmi sino all’intesa in ambito Wto e comunque per almeno un anno. Peraltro, come ha affermato il presidente del Farm Bureau, Bob Stallman, «questo approccio garantirebbe al rappresentante Usa per il Commercio la migliore posizione negoziale».
Negoziato parallelo Farm Bill - Wto
Quello che sta emergendo chiaramente in questi giorni è insomma uno stretto legame tra la riforma del Farm Bill e il seguito del negoziato in ambito Wto.
Visto che l’ostacolo maggiore, almeno a detta dell’Ue, è il sistema di sostegno agli agricoltori statunitensi, non è escluso che se ne possa discutere in parallelo nei primi mesi del 2007.
È presumibile insomma che a gennaio, superati e acquisiti i risultati delle elezioni di medio termine, parta il vero dibattito sulle proposte di riforma del Farm Bill. Parallelamente si riaprirebbe il negoziato a Ginevra per verificare se i progressi Usa sono ritenuti sufficienti per l’Europa. Il tutto potrebbe concludersi entro l’estate del 2007, in tempo per le semine successive (raccolti 2008).
Nonostante la sospensione decisa a luglio, comunque, gli incontri ad alto livello sono proseguiti. Il commissario europeo al commercio, Peter Mandelson, a settembre è volato prima in Brasile, a un meeting del gruppo del G20, e poi a Washington per chiarire il punto di vista di Bruxelles.
Si è poi svolto a fine settembre un vertice in Australia dei Paesi del gruppo di Cairns, cui Mandelson non ha inteso partecipare ma dove invece il direttore generale della Wto, Pascal Lamy, ha incitato nuovamente a raggiungere un accordo, sottolineando come le aperture in agricoltura promesse a luglio dai vari Paesi siano già maggiori rispetto alle decisioni prese in occasione del precedente negoziato, l’Uruguay Round.
Le preoccupazioni europee
In sede comunitaria intanto, la Francia, sostenuta da altri Paesi tra cui l’Italia, ha sollevato la questione «negoziati Wto» in occasione del Consiglio dei ministri agricoli di settembre. A preoccupare sono alcune frasi del commissario Mandelson pronunciate proprio dopo l’incontro del G20 e che lasciavano pensare a una (ennesima) fuga in avanti di concessioni unilaterali dell’Europa agli altri Paesi.
Nulla di tutto questo, ha rassicurato il commissario all’agricoltura, la danese Mariann Fischer Boel, la quale ha anche garantito che ogni mossa che vada al di là del mandato concesso alla Commissione europea sarà prima sottoposta al vaglio dei ministri.
Il risultato di tutte queste difficoltà in ambito Wto è che, parallelamente, potrebbero rivitalizzarsi le intese commerciali a livello bilaterale.
Ad esempio, a inizio settembre c’è stato un tentativo del Brasile, presidente di turno del Mercosur (il gruppo di quattro Paesi sudamericani: Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) di far ripartire l’intesa con l’Unione Europea ferma dal 2004.
Peccato che Brasilia sostanzialmente si sia limitata a riproporre all’Ue aumenti, anche notevoli (vedi tabella 1), dei contingenti agevolati e in esenzione di dazio per carni e altri prodotti da esportare sul mercato europeo.
Ancora, lo stesso commissario Fischer Boel, alla seconda conferenza euromediterranea di Strasburgo di fine settembre, ha evidenziato gli enormi vantaggi dell’area di libero scambio euromediterranea. Addirittura sbilanciandosi a dichiarare che Bruxelles è pronta ad aprire i suoi mercati anche più di quanto siano disposti a fare i Paesi della sponda sud del Mediterraneo. «Accettiamo la "asimmetria"» ha affermato testualmente.
Previsioni
Sino a Natale verosimilmente non vi dovrebbero essere passi in avanti significativi sul fronte del negoziato Wto. Probabilmente si riprenderà a trattare dagli inizi del nuovo anno, quando saranno chiari gli intendimenti di Washington sul futuro del sistema dei sostegni ai farmer Usa.
Dopo occorrerà molta attenzione a bilanciare le (eventuali) concessioni americane sul fronte del sostegno interno, con le aperture delle frontiere europee; che comunque Bruxelles deve garantire solo dopo un’attenta valutazione costi-benefici.
La prospettiva potrebbe essere quella di giungere al 2008 con un sistema del tutto nuovo; nuove regole internazionali in sede Wto e nuovi strumenti di intervento nell’ambito della politica agricola Usa.
E forse non è un caso che anche per la nostra pac, nel 2008, sia prevista a Bruxelles una «verifica dello stato di salute…».
 

Sommario rivista

Vincenzo Lenucci



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