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L'Informatore Agrario

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Approfondimento

   
38
 6-12 Ott.

  2006
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Attualità POLITICA

Agronomi e forestali in stato di agitazione

Intervista al presidente di Conaf

Risolte le difficoltà interne, afferma Pantaleo Mercurio, si presenta un altro momento critico per i professionisti del settore agricolo, chiamati a partecipare numerosi alla manifestazione del 12 ottobre prossimo a Roma

A un anno dalla sua nomina, in un momento delicato per molte professioni autonome, abbiamo rivolto alcune domande al presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali, Pantaleo Mercurio.
L’anno scorso, dopo il suo insediamento, lei lanciò tre parole d’ordine: collaborazione, trasparenza e comunicazione. Erano le sue linee guida. A che punto sono i suoi progetti?
A buon punto, anche se penso si possa fare molto di più. Durante le riunioni e le sessioni informative non si torna più sulle sterili polemiche del passato, si parla del futuro, delle cose da fare, di idee. Sono giunti in Consiglio nazionale anche molti suggerimenti interessanti, alcuni dei quali abbiamo prontamente trasformato in progetti operativi.
Fin dalla primavera sono state costituite diverse commissioni, sia su temi riguardanti l’Ordine sia su argomenti agricoli, agroalimentari e forestali. Alcune di queste stanno iniziando l’attività, altre l’hanno quasi conclusa. In ogni caso questi gruppi di studio sono al lavoro, ne seguo con particolare partecipazione uno, quello che dovrebbe presto definire le bozze per una revisione delle nostre istituzioni, prevedendo la costituzione dell’Assemblea dei presidenti degli ordini provinciali e della conferenza dei presidenti delle federazioni regionali.
Si tratta di un’evoluzione democratica molto importante per l’Ordine degli agronomi e forestali, si «costituzionalizzano» pesi e contrappesi, controllati e controllori. Non voglio che quanto avvenuto in passato possa ripetersi, non voglio che pochi, o peggio un singolo, concentrino un eccessivo potere.
Quanto alla comunicazione, anche in questo campo si sono fatti molti progressi. In primavera è stato inaugurato il nuovo portale Web degli agronomi e forestali (www.conaf.it), un mezzo dinamico che voglio sia un punto di riferimento quotidiano per tutti i colleghi. Internet è un nuovo mezzo di comunicazione e noi evolveremo con esso. Lo renderemo sempre più interattivo e facile da fruire, un mezzo di comunicazione per tutti, a partire da ordini e federazioni, che consenta scambi di opinioni e idee in modo rapido ed efficiente.
Ci siamo quindi riappropriati di AF, il nostro bimestrale: il Conaf è ridivenuto l’editore della testata (prima l’editore era Conaform, ora in liquidazione) e recentemente abbiamo provveduto a un imponente restyling grafico. Potenziando la comunicazione e intensificandola si ottiene anche più trasparenza.
È nota la sua vocazione europeista, come pure la sua battaglia per l’adeguamento del titolo professionale, da dottore agronomo e forestale in ingegnere agronomo e forestale. Un progetto che vorrebbe avvicinare la categoria all’Europa. La direttiva Zappalà sulle professioni, approvata dal Parlamento europeo e recepita dall’ordinamento italiano, è di aiuto o di ostacolo a questo suo progetto?

Ancor prima che la direttiva Ce 36/2005 fosse ratificata, il Consiglio nazionale si è subito adeguato al suo spirito, proponendo una riforma del nostro ordinamento professionale che ne salvaguardasse i principi fondanti. Entro il gennaio 2008 l’Italia dovrà adeguare la legge professionale alle nuove regole europee, ultimando quella riforma che gli ordini attendono da oltre dieci anni. La direttiva, che nel suo complesso valuto positivamente, ha così dato un colpo d’acceleratore, è stata uno sprone ad affrontare seriamente il tema. Ci attendevamo, dopo le elezioni politiche, che il nuovo Governo aprisse un tavolo di confronto con gli ordini e i collegi professionali, così non è stato. Anzi, talune azioni unilaterali vanno in senso contrario.
Immagino si riferisca al decreto Visco-Bersani del luglio scorso. Abolizione delle tariffe minime e apertura alla pubblicità.

L’abolizione delle tariffe minime, così come la possibilità per il professionista di fare pubblicità rappresentano soltanto gli elementi più visibili di un provvedimento che segna un profondo cambiamento nell’atteggiamento del Governo nei confronti delle libere professioni. Vi è l’evidente volontà di assimilare il libero professionista all’artigiano, al commerciante, assoggettandolo alle stesse regole di mercato e del marketing. Si tratta di una visione assolutamente limitativa e anche errata perché non tiene conto del ruolo e della valenza sociale, di tutela degli interessi generali e collettivi connessi con l’esercizio professionale. Storicamente gli agronomi e i forestali non sono mai stati una forza di contestazione. Le manifestazioni estive di altri ordini professionali sono state strumentalizzate, montando una campagna denigratoria contro le libere professioni, dipinte come caste attaccate a vetusti privilegi e intente a speculare a danno del consumatore.
Un’immagine negativa che sicuramente i dottori agronomi e forestali, e i professionisti in generale, non meritano. Per queste ragioni ho rinunciato ad azioni eclatanti, a manifestazioni di piazza, ma la situazione è cambiata.
Gli agronomi e forestali si apprestano a una mobilitazione? Porterà la categoria in piazza?

Sì, ma non saremo soli. A Roma, il prossimo 12 ottobre, vi saranno tutti i liberi professionisti italiani a sfilare lungo le vie della capitale. E’ stata una decisione sofferta, presa in seno al Comitato unitario permanente delle professioni (Cup) che ha giudicato insufficienti le aperture del Governo alla proposta unitaria di riforma delle professioni, approvata all’unanimità da tutti i 28 collegi e ordini aderenti al Cup, e presentata al Governo alla metà di settembre. Gli incontri al Ministero di giustizia sono stati interlocutori e non soddisfacenti.
Sono sicuro che tutti gli agronomi e forestali avvertono la delicatezza e l’importanza di questo momento storico e parteciperanno numerosi alla manifestazione di proposta e di protesta delle professioni.

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