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L'Informatore Agrario

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Approfondimento

 
37
 29 Set.-5 Ott.

  2006
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Attualità POLITICA

Le multe sul latte tornano a crescere

Prime indicazioni per la campagna 2005-2006

L’importo della sanzione quest’anno sarà attorno ai 200 milioni di euro. Il prelievo interessa circa 6.000 allevatori contro i 1.200 dell’anno precedente

A pochi giorni dalla fine di settembre non sono ancora ufficialmente noti i dati sulla chiusura dei conteggi di fine campagna lattiero-casearia per l’annata 2005-2006.
I produttori che hanno registrato delle eccedenze non hanno ancora ricevuto la notifica del prelievo che è stato loro imputato. Ma ormai è questione di giorni: il tempo degli ultimi aggiustamenti contabili e poi si chiuderà la partita.
Ci sono, però, delle prime indicazioni, ancora provvisorie ma, sembra, attendibili.
I numeri peggiorano
Le consegne di latte all’industria di trasformazione nel corso del 2005-2006 sono ammontate a 10.867.290 t, contro 10.635.882 t della campagna precedente, con un incremento di 231.408 t, pari al +2,2%.
Di conseguenza il prelievo complessivamente calcolato a carico dell’Italia cresce considerevolmente rispetto al passato. In base alle indicazioni scaturite, l’importo della sanzione si attesterebbe attorno a 200 milioni di euro, contro i 142 del 2004-2005.
In relazione al numero di produttori chiamati a versare la sanzione latte, pare che complessivamente siano interessati circa 6.000 soggetti, contro i 1.200 dell’annata precedente.
Infine, c’è la questione relativa al grado di copertura delle eccedenze individuali che c’è stata grazie ai conteggi della restituzione e della compensazione. In pratica, si tratta del complesso procedimento di fine periodo, in base al quale le minori utilizzazioni delle quote individuali vanno a ridurre le sanzioni a carico dei produttori che nel corso dell’annata hanno registrato degli esuberi produttivi.
Agea esegue queste procedure, applicando prima la restituzione del prelievo versato in eccesso a favore di coloro che sono in regola con il versamento degli anticipi e poi, in caso di ulteriori disponibilità, applica la compensazione, riducendo o annullando il prelievo a carico dei produttori che non sono in regola con il versamento mensile.
Su questo fronte le notizie disponibili sono ancora più frammentarie. Si sa che i produttori senza versamenti anticipati, alla scadenza fissata del 31-7-2006, non hanno avuto alcuna compensazione e, pertanto, pagano il prelievo sull’intera eccedenza registrata nel corso della campagna. I produttori in regola con il versamento anticipato avrebbero invece beneficiato di una restituzione parziale che riguarderebbe solo alcune categorie prioritarie. In particolare, i produttori di montagna e quelli delle aree svantaggiate avrebbero ottenuto la restituzione integrale, mentre quelli con quota B tagliata sarebbero esentati fino a una copertura del 90% circa.
In sostanza, i produttori che hanno prodotto e consegnato latte in conto quota B tagliata e hanno regolarmente versato in forma anticipata ad Agea il relativo importo del prelievo, entro lo scorso 31 luglio, ottengono la restituzione in ragione del 90%, mentre il rimanente 10% è trattenuto definitivamente sotto forma di prelievo supplementare imputato.
Va da sé che l’eventuale produzione da questi realizzata oltre il taglio della quota B (la cosiddetta quota C) è assoggettata integralmente al prelievo e, pertanto, le somme anticipate non saranno restituite.
Quali commenti e valutazioni si possono fare osservando i dati della campagna di commercializzazione 2005-2006? In primo luogo, si deve sottolineare che c’è stato un passo indietro rispetto agli ultimi anni.
Si è arrestato quel processo lento ma evidente di rientro verso una situazione di normalità che, nelle due campagne precedenti al 2005-2006, si stava concretizzando nella progressiva riduzione dell’importo del prelievo imputato all’Italia e nella contrazione del numero di allevatori interessati.
Si tratta di una battuta d’arresto che non ci voleva, indice che non tutto procede nel verso giusto e che c’è ancora della strada da fare in Italia prima di arrivare a una situazione di normalità, nella quale le eccedenze non siano più strutturali e consistenti, ma si configurino come fenomeno transitorio, legato a variabili difficilmente controllabili da parte dell’allevatore.
La produzione 2005-2006 è cresciuta di oltre il 2% e questo non ha sicuramente favorito il ritorno verso una situazione di equilibrio e di stabilità del mercato del latte a livello nazionale che, in questa fase, sta soffrendo eccessivamente, soprattutto nei segmenti più importanti e rappresentativi, come quello dei formaggi tutelati a lunga stagionatura.
Gli interventi legislativi effettuati nel corso del 2003 sono stati sicuramente utili al settore e hanno creato le condizioni per un’inversione di tendenza, ma qualche cosa è mancata nella fase di applicazione e di questo sarebbe opportuno tenere conto nelle sedi politiche competenti in materia di gestione delle quote latte in Italia.
 

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