POLITICA |
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Le multe sul latte tornano a crescere |
Prime indicazioni per la campagna 2005-2006
L’importo della sanzione quest’anno sarà attorno ai 200 milioni di
euro. Il prelievo interessa circa 6.000 allevatori contro i 1.200 dell’anno
precedente
A pochi giorni dalla fine di settembre non sono ancora
ufficialmente noti i dati sulla chiusura dei conteggi di fine campagna
lattiero-casearia per l’annata 2005-2006.
I produttori che hanno registrato delle eccedenze non hanno ancora ricevuto
la notifica del prelievo che è stato loro imputato. Ma ormai è questione di
giorni: il tempo degli ultimi aggiustamenti contabili e poi si chiuderà la
partita.
Ci sono, però, delle prime indicazioni, ancora provvisorie ma, sembra,
attendibili.
I numeri peggiorano
Le consegne di latte all’industria di trasformazione nel corso del 2005-2006
sono ammontate a 10.867.290 t, contro 10.635.882 t della campagna
precedente, con un incremento di 231.408 t, pari al +2,2%.
Di conseguenza il prelievo complessivamente calcolato a carico dell’Italia
cresce considerevolmente rispetto al passato. In base alle indicazioni
scaturite, l’importo della sanzione si attesterebbe attorno a 200 milioni di
euro, contro i 142 del 2004-2005.
In relazione al numero di produttori chiamati a versare la sanzione latte,
pare che complessivamente siano interessati circa 6.000 soggetti, contro i
1.200 dell’annata precedente.
Infine, c’è la questione relativa al grado di copertura delle eccedenze
individuali che c’è stata grazie ai conteggi della restituzione e della
compensazione. In pratica, si tratta del complesso procedimento di fine
periodo, in base al quale le minori utilizzazioni delle quote individuali
vanno a ridurre le sanzioni a carico dei produttori che nel corso
dell’annata hanno registrato degli esuberi produttivi.
Agea esegue queste procedure, applicando prima la restituzione del prelievo
versato in eccesso a favore di coloro che sono in regola con il versamento
degli anticipi e poi, in caso di ulteriori disponibilità, applica la
compensazione, riducendo o annullando il prelievo a carico dei produttori
che non sono in regola con il versamento mensile.
Su questo fronte le notizie disponibili sono ancora più frammentarie. Si sa
che i produttori senza versamenti anticipati, alla scadenza fissata del
31-7-2006, non hanno avuto alcuna compensazione e, pertanto, pagano il
prelievo sull’intera eccedenza registrata nel corso della campagna. I
produttori in regola con il versamento anticipato avrebbero invece
beneficiato di una restituzione parziale che riguarderebbe solo alcune
categorie prioritarie. In particolare, i produttori di montagna e quelli
delle aree svantaggiate avrebbero ottenuto la restituzione integrale, mentre
quelli con quota B tagliata sarebbero esentati fino a una copertura del 90%
circa.
In sostanza, i produttori che hanno prodotto e consegnato latte in conto
quota B tagliata e hanno regolarmente versato in forma anticipata ad Agea il
relativo importo del prelievo, entro lo scorso 31 luglio, ottengono la
restituzione in ragione del 90%, mentre il rimanente 10% è trattenuto
definitivamente sotto forma di prelievo supplementare imputato.
Va da sé che l’eventuale produzione da questi realizzata oltre il taglio
della quota B (la cosiddetta quota C) è assoggettata integralmente al
prelievo e, pertanto, le somme anticipate non saranno restituite.
Quali commenti e valutazioni si possono fare osservando i dati della
campagna di commercializzazione 2005-2006? In primo luogo, si deve
sottolineare che c’è stato un passo indietro rispetto agli ultimi anni.
Si è arrestato quel processo lento ma evidente di rientro verso una
situazione di normalità che, nelle due campagne precedenti al 2005-2006, si
stava concretizzando nella progressiva riduzione dell’importo del prelievo
imputato all’Italia e nella contrazione del numero di allevatori
interessati.
Si tratta di una battuta d’arresto che non ci voleva, indice che non tutto
procede nel verso giusto e che c’è ancora della strada da fare in Italia
prima di arrivare a una situazione di normalità, nella quale le eccedenze
non siano più strutturali e consistenti, ma si configurino come fenomeno
transitorio, legato a variabili difficilmente controllabili da parte
dell’allevatore.
La produzione 2005-2006 è cresciuta di oltre il 2% e questo non ha
sicuramente favorito il ritorno verso una situazione di equilibrio e di
stabilità del mercato del latte a livello nazionale che, in questa fase, sta
soffrendo eccessivamente, soprattutto nei segmenti più importanti e
rappresentativi, come quello dei formaggi tutelati a lunga stagionatura.
Gli interventi legislativi effettuati nel corso del 2003 sono stati
sicuramente utili al settore e hanno creato le condizioni per un’inversione
di tendenza, ma qualche cosa è mancata nella fase di applicazione e di
questo sarebbe opportuno tenere conto nelle sedi politiche competenti in
materia di gestione delle quote latte in Italia.
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