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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
   
34
 8-14 Set.

  2006
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Attualità UNIONE EUROPEA

Risultati positivi per l’Italia dalla modulazione obbligatoria

Il nostro Paese ha avuto un beneficio netto dal meccanismo del 25,7%: in pratica una trattenuta sui pagamenti diretti di 689 milioni di euro e una restituzione sullo sviluppo rurale di 874 milioni

La Commissione europea ha fornito i dati relativi al funzionamento della modulazione obbligatoria, rendendo noti gli importi trattenuti a carico di ciascun Paese membro e le somme restituite utilizzando la chiave di ripartizione contenuta nel regolamento 1782/2003.
A tale riguardo si è tenuto conto del principio di solidarietà e la divisione degli importi trattenuti non rispecchia esattamente la provenienza dei fondi, ma tiene conto della superficie agricola, del numero di occupati nel settore primario e del reddito pro capite di ciascuno Stato membro.
Il risultato è che alcuni Paesi hanno conseguito un netto beneficio, nel senso che l’entità delle trattenute a carico degli agricoltori è risultata inferiore rispetto a quanto ripartito a favore del secondo pilastro della pac, mentre altri Paesi sono stati penalizzati, avendo dato più di quanto sia stato restituito da Bruxelles.
L’Italia fa parte della categoria dei beneficiari netti e i numeri non danno adito ad alcun dubbio. Per l’anno di programmazione per lo sviluppo rurale 2007, si potrà contare su un supplemento da modulazione obbligatoria di 103,2 milioni di euro, a fronte di una trattenuta praticata sui pagamenti diretti erogati nell’anno 2006 di 82,1 milioni di euro. Si ricorda che la percentuale di trattenuta valida nel 2006 è del 3% ed è destinata ad aumentare al 4% l’anno successivo, per poi portarsi a regime al 5%.
In definitiva, il beneficio netto per l’Italia derivante dal peculiare meccanismo della modulazione obbligatoria è del 25,7% nel primo anno di applicazione del nuovo dispositivo di politica agraria. Un risultato lusinghiero, meglio di noi hanno fatto solo Spagna, Portogallo, Austria e Finlandia.
I dubbi sulla modulazione volontaria
Per l’intero periodo di validità del vigente regime dei pagamenti diretti introdotti nel 2003 con la riforma di medio termine della pac, l’Italia subirà una trattenuta complessiva di 689,8 milioni di euro, avrà una restituzione sul secondo pilastro della pac di 874,9 milioni di euro con uno scarto di +185,1 milioni di euro e un beneficio netto del 26,8%.
Tali somme saranno ripartite tra le Regioni italiane, secondo i coefficienti concordati nelle sedi competenti e utilizzati per finanziare le misure della politica di sviluppo rurale, andando così a rimpinguare i tagli praticati da Bruxelles al secondo pilastro della pac, a seguito delle restrittive decisioni assunte nell’ambito dell’accordo sulle prospettive finanziarie per il settennio 2007-2013.
Presto potrebbe aggiungersi un altro modello di modulazione: si tratta di quella cosiddetta volontaria, di cui si è discusso nell’ultimo Consiglio agricolo prima della pausa estiva, a seguito della proposta di regolamento presentata ufficialmente dalla Commissione.
Il meccanismo di funzionamento è però assai diverso. Intanto, l’applicazione è facoltativa e non obbligatoria: è il singolo Paese membro che decide se applicare o meno il nuovo strumento. Di conseguenza, non ci sarà il travaso di risorse tra Stati membri che abbiamo appena constatato con la modulazione obbligatoria.
Ogni Paese decide la percentuale di trattenuta da applicare sui pagamenti diretti disaccoppiati e accoppiati e sposta allo sviluppo rurale gli importi così recuperati, né un euro in più, né uno in meno.
Ma c’è un aspetto molto preoccupante. La percentuale di taglio che può essere attuata arriva fino al 20%: un livello molto elevato, tale da comportare drastiche riduzioni degli aiuti annualmente erogati a favore delle imprese agricole, già compromessi da una serie di tagli e trattenute (riserva nazionale, modulazione obbligatoria, articolo 69, rispetto del massimale).
In base alla proposta di regolamento in discussione, la trattenuta per la modulazione non si applica fino a una franchigia di 5.000 euro. Entro due mesi dall’approvazione del provvedimento, gli Stati membri decidono se applicare o meno il nuovo dispositivo e scelgono il livello della trattenuta per il periodo 2007-2012.
Le risorse drenate dal primo al secondo pilastro della pac dovranno essere utilizzate nell’ambito dei programmi regionali rispettando il tasso minimo di spesa per asse, previsto nella politica di sviluppo rurale, e non c’è l’obbligo per i Paesi membri che optano per la modulazione facoltativa di assicurare il cofinanziamento nazionale.
Il nuovo regolamento dovrebbe essere approvato definitivamente entro la fine del corrente anno, una volta che sia stato acquisito il parere del Parlamento europeo.
Le reazioni dei ministri agricoli dentro il Consiglio Ue non sono state contrarie alla modulazione volontaria e si sono limitate a evidenziare la necessità di alcune modifiche al testo proposto dalla Commissione.
In particolare, è stata evidenziata la necessità di consentire un’applicazione regionalizzata, lasciando ai singoli Paesi la facoltà di indicare tassi di trattenuta differenziati per regioni. Inoltre, è stato evidenziato il bisogno di maggiore flessibilità decisionale e gestionale da parte degli Stati membri, nel decidere la ripartizione delle risorse per asse e nel modificare il tasso di modulazione durante il periodo di applicazione.
Al momento, a livello europeo solo due Paesi sembrano decisamente orientati ad avvalersi della modulazione facoltativa: Regno Unito e Germania. A livello nazionale non si è ancora dibattuto in merito. Di certo l’argomento diventerà di attualità alla ripresa dei lavori, dopo la pausa estiva e non mancherà di provocare contrapposizioni, anche accese.

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