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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
   
33
 1-7 Set.

  2006
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Attualità UNIONE EUROPEA

Per il latte europeo si profila un futuro senza quote

La Fischer Boel propone cambiamenti radicali

La verifica della pac prevista per il 2008 potrebbe essere l’occasione per mettere mano all’ocm del settore lattiero, a cominciare dal sistema delle quote che, secondo il commissario europeo, non è più funzionale al mercato attuale

Da quando il commissario europeo all’agricoltura, la danese Mariann Fischer Boel, è intervenuta a fine giugno al congresso europeo dei produttori di latte (European dairy farmers), è iniziato il conto alla rovescia per la modifica dell’organizzazione comune di mercato nel settore del latte e per l’introduzione di ulteriori importanti novità dopo la riforma del 2003.
L’intervento del commissario ha trattato ad ampio raggio le problematiche principali del settore: da quelle di mercato a quelle sulla tenuta della politica di sostegno nel lungo termine. La conclusione che se ne può trarre è assai semplice: nel 2008, anno nel quale è in vista la verifica di metà percorso della pac, è possibile un intervento di riforma che potrebbe interessare tutti i tradizionali strumenti di mercato dell’attuale ocm, compreso il regime del prelievo supplementare (le quote latte).
La Fischer Boel è partita da una puntuale e precisa analisi della situazione attuale, caratterizzata dalle persistenti eccedenze di burro, dalle incognite del Doha Round e dall’applicazione della riforma del 2003 a livello europeo, non tralasciando che, secondo le valutazioni della Commissione agricoltura, il regime dei pagamenti diretti disaccoppiati ha provocato una sovracompensazione dei produttori. In pratica, i premi sarebbero stati superiori alle riduzioni di prezzo che si sono effettivamente verificate.
Il filo conduttore delle idee del commissario è che il mercato lattiero-caseario europeo e mondiale sta cambiando e la politica europea deve seguire e assecondare il cambiamento. Sotto questo profilo, le idee della Fischer Boel sono molto chiare: «il punto centrale della nostra strategia per fronteggiare i concorrenti con bassi costi deve essere basata su una produzione a elevato valore aggiunto e di alta qualità».
Per fare questo è necessario effettuare una seria valutazione, in modo da verificare se la politica europea stia procedendo o meno nella giusta direzione. L’occasione è l’appuntamento del 2008, nell’ambito della programmata verifica sullo «stato di salute» della pac.
In tale ambito il commissario ha annunciato una valutazione a tutto tondo sui tradizionali strumenti dell’organizzazione comune di mercato (regime di intervento, sussidi all’esportazione, quote latte, ecc.). L’unico capitolo che scamperà alla verifica e alle possibili modifiche riguarda il regime del pagamento unico aziendale. Ormai il disaccoppiamento è uno strumento talmente centrale nella politica agricola europea da non essere messo in discussione.
Quote latte addio?
Piuttosto, al centro del dibattito c’è ormai, per diretta ammissione della Fischer Boel, il regime delle quote latte. Le norme vigenti hanno previsto la validità del regime fino alla campagna di commercializzazione 2014-2015. Cosa accadrà a quella data? Si arriverà alla conclusione del regime? Oppure si deciderà di prolungarlo, così come è stato fatto più volte nel passato?
L’intervento del commissario non fa sorgere alcun dubbio a riguardo: i massimi vertici della Commissione stanno seriamente pensando alla possibilità di voltare pagina e sopprimere il regime delle quote latte a scadenza, magari prevedendo un periodo transitorio per evitare che vi sia un brusco cambiamento da un giorno all’altro.
«Il regime del prelievo supplementare è stato introdotto oltre vent’anni fa, quando la situazione del mercato era profondamente diversa da quella di oggi – ha affermato la Fischer Boel nel corso del suo intervento–. Poi è necessario interrogarsi fino a che punto sia coerente un tale strumento di politica agraria con il disaccoppiamento, e quale effetto provochi sulla competitività del sistema lattiero-caseario europeo».
Insomma, per la prima volta un commissario all’agricoltura avanza delle considerazioni così ardite in materia di quote latte: argomento critico e delicato, non solo a livello italiano, ma anche europeo.
Ora, alla luce dell’autorevole presa di posizione che, peraltro, segue altri interventi critici in materia di futuro delle quote latte, da parte di esponenti di alcuni Stati membri e di organismi di rappresentanza, inizia una fase assai delicata che potrebbe portare entro il 2008 a una modifica radicale dell’organizzazione comune di mercato.
Qualcosa potrebbe accadere sul capitolo delle quote di produzione, anche se è improbabile pensare a uno smantellamento anticipato. Soprattutto, a essere interessati sono altri importanti elementi, come il regime dell’intervento, gli aiuti per il collocamento delle eccedenze sul mercato interno, i sussidi alle esportazioni.
È opportuno, allora, che anche a livello italiano si avvii un’attenta riflessione su tali materie e si favoriscano le condizioni per maturare una posizione coerente con gli interessi nazionali, anche per partecipare da protagonisti al negoziato politico a livello europeo.
 

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