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Un Dpef attento all'agroalimentare |
L’obiettivo è proiettare il settore nei mercati internazionali,
riconoscendogli un ruolo trainante nel posizionamento del made in Italy sui
mercati emergenti. Gli interventi identificati come prioritari sono
riconducibili all’area della ricerca e innovazione, al potenziamento delle
infrastrutture fisiche e telematiche e alla stabilità del sistema fiscale
Il nuovo Documento di programmazione economica e finanziaria
(Dpef) 2007-2011 introduce in modo sintetico, ma chiaro ed efficace, le
politiche del Governo per il sistema agroalimentare, alla luce di un
importante ed esplicito riconoscimento del suo ruolo strategico per lo
sviluppo del Paese.
Vengono individuati in poche righe gran parte degli interventi attesi dagli
operatori e necessari a sostenere e sviluppare il ruolo di questo settore
nell’ambito di una più ampia crescita economica del Paese da quelli per
l’incremento delle dimensioni di impresa, alla stabilizzazione delle
politiche fiscali, agli strumenti di regolamentazione del mercato per la
prevenzione delle crisi.
L’obiettivo prioritario è quello di proiettare il settore agroalimentare nei
mercati internazionali, riconoscendogli così un ruolo primario nel
posizionamento del made in Italy nei nuovi mercati emergenti.
La necessità di sintesi ha però necessariamente ricondotto le strategie di
intervento a quelle tradizionali facendo riferimento principalmente allo
sviluppo di imprese professionali con dimensioni economiche adeguate, alla
necessità di aggregazione e cooperazione e al supporto delle istituzioni di
promozione all’estero.
Queste strategie possono e devono trovare completamento in una nuova
attenzione al settore nella realizzazione di molti degli interventi
contenuti nel Dpef individuati per il rilancio complessivo dell’economia
italiana.
Nella sezione dedicata alle politiche di crescita viene dichiarato che
«l’azione del Governo a sostegno della competitività e della produttività
sarà articolata lungo tre linee di intervento: contesto, innovazione e
ricerca, fiscalità».
Il settore agricolo e agroalimentare più di altri necessita di queste tre
tipologie di interventi.
Il potenziamento delle infrastrutture fisiche e telematiche è indispensabile
per il coordinamento e l’aggregazione delle imprese anche di quelle di
maggiori dimensioni, per migliorare logistica e commercializzazione dei
prodotti sui mercati internazionali e quelli interni e anche per dare
operatività alle politiche per l’equità. Interventi per la famiglia e per
combattere l’esclusione sociale che proprio nelle zone rurali costituisce la
principale causa di abbandono possono trovare validi strumenti proprio in
una rapida infrastrutturazione delle aree rurali anche con l’introduzione
delle nuove tecnologie telematiche.
La necessità di ricerca e innovazione è più urgente in questo settore perchè
finalizzata oltre che alla competitività alla nuova frontiera della
sostenibilità.
Questo non solo cambia gli obiettivi della ricerca, ma le modalità stesse
con cui questa deve essere realizzata e soprattutto trasferita alle imprese.
La stabilità del sistema fiscale viene evidenziata come fattore «rilevante»
per il rafforzamento del settore anche nella parte del Dpef dedicato all’agroalimentare,
così da ridare la necessaria tranquillità alle imprese sul mantenimento di
quanto stabilito negli anni passati per il regime Iva.
A questo vanno però aggiunte le politiche settoriali per il mercato del
lavoro anche attraverso il completamento della riforma previdenziale, che
sembra già dare i suoi primi risultati stando ai dati Istat sull’incremento
di occupazione agricola nel primo trimestre di questo anno.
Le modalità stesse che il Dpef individua, per queste tre linee di
intervento, il «nuovo modello di politica industriale», che vedrà il
coinvolgimento sia del Governo centrale che delle Regioni, e sarà articolato
per obiettivi e agirà secondo modalità di progetto, è certamente il più
adeguato per un settore che deve fare i conti con diversità territoriali,
sussidiarietà e competenze trasversali di diverse amministrazioni.
L’innovazione di questo Dpef ci auguriamo sia proprio quella di un nuova
apertura e collaborazione tra amministrazioni centrali e tra queste e quelle
regionali. Si tratta di dare un seguito concreto al riconoscimento del ruolo
strategico del settore, tenendo conto delle peculiarità ed esigenze di
questo sia nelle disposizioni normative (come ad esempio quelle sanitarie,
ambientali e previdenziali) che sempre più determinano la competitività
delle imprese del settore nei confronti di quelle dei Paesi terzi, e dei
nostri partner europei, sia nelle decisioni di finanziamento agli
investimenti, soprattutto infrastrutturali, nelle diverse aree del Paese.
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