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L'Informatore Agrario
Sommario rivista Approfondimento
 
31
 28 Lug.-3 Ago.

  2006
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Editoriale

Un Dpef attento all'agroalimentare

L’obiettivo è proiettare il settore nei mercati internazionali, riconoscendogli un ruolo trainante nel posizionamento del made in Italy sui mercati emergenti. Gli interventi identificati come prioritari sono riconducibili all’area della ricerca e innovazione, al potenziamento delle infrastrutture fisiche e telematiche e alla stabilità del sistema fiscale

Il nuovo Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) 2007-2011 introduce in modo sintetico, ma chiaro ed efficace, le politiche del Governo per il sistema agroalimentare, alla luce di un importante ed esplicito riconoscimento del suo ruolo strategico per lo sviluppo del Paese.
Vengono individuati in poche righe gran parte degli interventi attesi dagli operatori e necessari a sostenere e sviluppare il ruolo di questo settore nell’ambito di una più ampia crescita economica del Paese da quelli per l’incremento delle dimensioni di impresa, alla stabilizzazione delle politiche fiscali, agli strumenti di regolamentazione del mercato per la prevenzione delle crisi.
L’obiettivo prioritario è quello di proiettare il settore agroalimentare nei mercati internazionali, riconoscendogli così un ruolo primario nel posizionamento del made in Italy nei nuovi mercati emergenti.
La necessità di sintesi ha però necessariamente ricondotto le strategie di intervento a quelle tradizionali facendo riferimento principalmente allo sviluppo di imprese professionali con dimensioni economiche adeguate, alla necessità di aggregazione e cooperazione e al supporto delle istituzioni di promozione all’estero.
Queste strategie possono e devono trovare completamento in una nuova attenzione al settore nella realizzazione di molti degli interventi contenuti nel Dpef individuati per il rilancio complessivo dell’economia italiana.
Nella sezione dedicata alle politiche di crescita viene dichiarato che «l’azione del Governo a sostegno della competitività e della produttività sarà articolata lungo tre linee di intervento: contesto, innovazione e ricerca, fiscalità».
Il settore agricolo e agroalimentare più di altri necessita di queste tre tipologie di interventi.
Il potenziamento delle infrastrutture fisiche e telematiche è indispensabile per il coordinamento e l’aggregazione delle imprese anche di quelle di maggiori dimensioni, per migliorare logistica e commercializzazione dei prodotti sui mercati internazionali e quelli interni e anche per dare operatività alle politiche per l’equità. Interventi per la famiglia e per combattere l’esclusione sociale che proprio nelle zone rurali costituisce la principale causa di abbandono possono trovare validi strumenti proprio in una rapida infrastrutturazione delle aree rurali anche con l’introduzione delle nuove tecnologie telematiche.
La necessità di ricerca e innovazione è più urgente in questo settore perchè finalizzata oltre che alla competitività alla nuova frontiera della sostenibilità.
Questo non solo cambia gli obiettivi della ricerca, ma le modalità stesse con cui questa deve essere realizzata e soprattutto trasferita alle imprese.
La stabilità del sistema fiscale viene evidenziata come fattore «rilevante» per il rafforzamento del settore anche nella parte del Dpef dedicato all’agroalimentare, così da ridare la necessaria tranquillità alle imprese sul mantenimento di quanto stabilito negli anni passati per il regime Iva.
A questo vanno però aggiunte le politiche settoriali per il mercato del lavoro anche attraverso il completamento della riforma previdenziale, che sembra già dare i suoi primi risultati stando ai dati Istat sull’incremento di occupazione agricola nel primo trimestre di questo anno.
Le modalità stesse che il Dpef individua, per queste tre linee di intervento, il «nuovo modello di politica industriale», che vedrà il coinvolgimento sia del Governo centrale che delle Regioni, e sarà articolato per obiettivi e agirà secondo modalità di progetto, è certamente il più adeguato per un settore che deve fare i conti con diversità territoriali, sussidiarietà e competenze trasversali di diverse amministrazioni.
L’innovazione di questo Dpef ci auguriamo sia proprio quella di un nuova apertura e collaborazione tra amministrazioni centrali e tra queste e quelle regionali. Si tratta di dare un seguito concreto al riconoscimento del ruolo strategico del settore, tenendo conto delle peculiarità ed esigenze di questo sia nelle disposizioni normative (come ad esempio quelle sanitarie, ambientali e previdenziali) che sempre più determinano la competitività delle imprese del settore nei confronti di quelle dei Paesi terzi, e dei nostri partner europei, sia nelle decisioni di finanziamento agli investimenti, soprattutto infrastrutturali, nelle diverse aree del Paese.
 

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